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Biondo (Uil): La Calabria primeggia per gli incidenti sul lavoro

Biondo

Il segretario regionale di Uil CalabriaSanto Biondo, ha evidenziato un dato grave emerso dai dati forniti dall’Inal sugli incidenti sul lavoro, dove la Calabria, purtroppo, primeggia.

Dati che, per il sindacalista, «ci dicono che sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, non bisogna mollare, ma intensificare invece la nostra azione, affinché la politica assuma scelte chiare e precise. La nostra Campagna #ZeroMortiSulLavoro, ha avuto e continua ad avere questo obiettivo».

«Sulla sicurezza – ha evidenziato – occorre che il Paese si doti di una strategia nazionale. L’Italia è l’unico Stato in Europa a non averne una che metta insieme tutte le azioni, nazionali e territoriali, utili a contrastare la piaga degli incidenti sul lavoro. Scendendo dal piano nazionale a quello locale, sul tema della sicurezza, la Calabria deve fare tanta, tantissima, strada. Intanto, chiediamo alle parti datoriali di lavorare insieme affinché nella nostra regione si diffonda la contrattazione di secondo livello, di territorio, di settore, di filiera».

«La Calabria, in questo ambito – ha spiegato – deve recuperare un pesante ritardo che le lavoratrici ed i lavoratori pagano in termini di: retribuzioni più basse, meno welfare, meno sicurezza sui luoghi di lavoro. Una contrattazione di secondo livello il cui ricorso potrebbe essere incentivato, in accordo con la Regione, attraverso le risorse del Fse plus, della programmazione 14/20 e 21/27».

Per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro, poi, il segretario generale si è rivolto alla Regione Calabria, sottolineando che «l’Osservatorio per quanto importante è insufficiente. Intanto occorre mettere mano alla Commissione regionale sul lavoro sommerso, un retaggio dei precedenti governi regionali che così come è strutturata serve a poco».

«Questa Commissione va ripensata, va riformata e dobbiamo farlo insieme: Regione, parti datoriali e parti sindacali – ha rilanciato –. E, dato che lavoro nero e irregolare e insicurezza sul lavoro camminano, purtroppo, di pari passo, in Calabria occorre costituire un’unica Commissione regionale: quella per il contrasto al lavoro nero e per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro».

«In Calabria quasi 136 mila sono i lavoratori irregolari, con un tasso di incidenza del 22% – ha concluso –. Quasi tre miliardi prodotti dal sommerso. La nostra regione è maglia nera in Italia per il lavoro nero e irregolare, nessun altra realtà del Paese presenta una performance così negativa.  Un Organismo regionale tecnico/politico, presieduto da una figura calabrese di rilievo, un esperto in materia, con funzioni consultive e propositive nei confronti della Giunta e del Consiglio regionale, sarebbe auspicabile». (rcz)

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