A Cosenza inaugurato il Centro di ascolto mobbing & stalking

È stato inaugurato, a Cosenza, il Centro di Ascolto Mobbing e Stalking, promosso dalla Uil Calabria, dal Dipartimento nazionale Mobbing&Stalking della Uil e dal Coordinamento Pari Opportunità, con l’obiettivo di «fare rete insieme contro la violenza».

L’iniziativa è stata ufficializzata, alla presenza di Alessandra Menelao, Responsabile nazionale dei Centri di ascolto Uil Mobbing e stalking, presso gli uffici della Camera sindacale territoriale della Uil di Cosenza, guidata dal Segretario generale, Paolo Cretella.

All’inaugurazione dello sportello, che è stata impreziosita dalla firma di un protocollo d’intesa fra la Uil Calabria, rappresentata dalla Segretaria generale Mariaelena Senese, e il Centro anti violenza Roberta Lanzino, presieduto da Roberta Attanasio, era presente anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il vice questore aggiunto della polizia di Cosenza, Roberta Martire, e il luogotenente dei Carabinieri, Riccardo Lupinacci.

Fare rete insieme contro la violenza è l’obiettivo condiviso dal Coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria, guidato da Anna Comi, che ha raccolto l’invito del Dipartimento nazionale Mobbing&stalking ad aprire uno sportello di ascolto nel territorio di Cosenza.

«Quello che abbiamo inaugurato a Cosenza – ha detto la Coordinatrice delle Pari opportunità della Uil Calabria, Anna Comi — è uno spazio importante dedicato a coloro che vivono il dramma del mobbing, dello stalking e, tragicamente, della violenza contro le donne. Uno spazio importante non solo per le vittime ma anche per la nostra organizzazione che da oggi si approccerà alla questione con ancora più sensibilità e partecipazione. Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan, ma una chiamata all’azione per tutti noi, unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima».

L’iniziativa rappresenta un momento fondamentale per la promozione della lotta contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di fornire un punto di riferimento per le vittime di mobbing e stalking. Lo sportello offrirà supporto, consulenza e assistenza a tutte le persone che subiscono tali forme di violenza, con particolare attenzione alle donne, spesso le più vulnerabili in queste situazioni.

Ne è convinta anche Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di Ascolto Uil Mobbing e stalking della Uil, che durante il suo intervento ha messo in risalto il grande impegno messo in campo dal sindacato calabrese ed ha sostenuto la necessità di replicare quanto fatto a Cosenza in tutta la Calabria.

«È necessario – ha detto Alessandra Menelao – concentrarsi sulla prevenzione, anche con corsi di formazione, a partire dalla scuole primarie, per diffondere una vera cultura del rispetto di genere. È fondamentale, inoltre, che le vittime si rivolgano alle organizzazioni preposte e ai centri d’ascolto come quello che abbiamo appena inaugurato a Cosenza per trovare operatori che possano aiutarle ad affrontare questo percorso, spesso doloroso».

Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan per la Uil Calabria, ma una chiamata all’azione per tutta la comunità: unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima.

«Un punto di riferimento importante – ha dichiarato Senese – per tutte le donne che subiscono violenza e quando parliamo di violenza non è solo quella fisica ma ci sono forme di violenza più subdola che riguardano l’ambito domestico e lavorativo. Lo sportello che abbiamo aperto a Cosenza vuole essere un punto di riferimento per tutte quelle donne che vogliono denunciare, sarà un punto di riferimento per tutte quelle donne e dovrà essere capace di restituire a loro un poco di speranza, di fiducia e dignità. È il nostro modo di contribuire alla costruzione di una società più equa e meno discriminante».

ADOZIONE, MILLE CRITICITÀ IN CALABRIA
SI DEVE APRIRE A SINGLE E COPPIE DI FATTO

di ANNA COMI – Nel mio ruolo di Coordinatrice delle Pari Opportunità della Uil Calabria, e in quello di mamma di due bambini nati fuori dal nostro Paese, mi preme ringraziare e nel contempo rispondere, con alcune precisazioni, all’assessora Caterina Capponi in merito alla riflessione pubblicata sul suo giornale, dal titolo “Cari cittadini calabresi parlate di adozione”.

Parlo innanzitutto in prima persona, in nome di chi i fatti li ha vissuti e può raccontarli davvero dal di dentro.
L’esistenza e la funzionalità dell’ente regionale per le adozioni è di fondamentale importanza per chi vorrebbe adottare un bambino seguendo il percorso dell’adozione internazionale e per questo deve essere potenziato e il suo finanziamento reso strutturale. L’ente regionale infatti si occupa di adozioni internazionali, mentre sono i tribunali per minorenni ad occuparsi delle adozioni nazionali.

A differenza di queste ultime, le adozioni internazionali seguono un iter particolare per cui è necessario dare mandato ad un ente riconosciuto dalla commissione adozioni Internazionali per poter procedere. Uno di questi enti è proprio quello regionale a cui la nostra assessora fa riferimento nel testo. E’ da precisare che solo le coppie sposate, e purtroppo non i single, possono accedervi. Sarebbe buona cosa però se la nostra Regione iniziasse a pensare di farsi promotrice di un’azione forte nei confronti del Governo, affinché single e coppie di fatto tutte, possano avere l’opportunità di accogliere un bambino.

C’è da specificare che le coppie, prima di arrivare a dare mandato ad un ente devono essere in possesso di una idoneità derivante da una serie di relazioni attitudinali e quindi, dopo aver presentato domanda presso il Tribunale per i Minorenni, si devono rivolgere ai servizi sociali del territorio di appartenenza.

Ed è già qui che sorgono le prime difficoltà: in Calabria la rete welfare legata agli enti locali è pari a zero, aggravata dai continui tagli alle risorse. Unico supporto potrebbero essere i consultori ma, come evidenziato da un report presentato proprio dal coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria, a causa di poco personale, tendono a limitare le attività provenienti sia da enti locali che da tribunali per i minorenni cercando di attenersi strettamente alle loro competenze specifiche. La conseguenza è un serio rallentamento di una procedura già difficile di suo e che porta sconforto e frustrazione alla coppia stessa. Pertanto, se realmente stanno a cuore le adozioni, il primo passo per migliorare il sistema è proprio quello di rendere più operativi i consultori attraverso l’assunzione di assistenti sociali e psicologi, figure professionali queste carenti ovunque nella nostra regione.

Un altro punto è quello di dare strutturalità al finanziamento destinato alla operatività di questo servizio. Non di meno deve essere presa in seria considerazione la necessità di un potenziamento di organico per renderlo stabile e sempre più efficiente.
Il servizio delle adozioni, nato qualche anno fa e legato alla regione Piemonte, fino a questo momento ha fatto fatica a decollare. Purtroppo la sua esistenza è legata al mandato politico pertanto funziona a singhiozzo e, come successo già in passato, potrebbe ritrovarsi senza personale lasciando le coppie in balia delle onde. Nè tantomeno è possibile pensare che le coppie possano rivolgersi, per le loro stringenti necessità legate all’iter adottivo e post adottivo, ad operatori che fisicamente si trovano a Torino!

Pertanto, nel ringraziare l’assessora, ci auguriamo che la nostra riflessione venga presa in considerazione rendendo quindi più efficienti i consultori e stabilizzando una volta per tutte il servizio dell’ente regionale che attualmente procede con una programmazione proiettata in avanti soltanto di due anni.

La Uil, inoltre, è da sempre favorevole a incentivare misure a sostegno della genitorialità. (ac)

[Anna Comi è Coordinatrice Pari Opportunità Uil Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: È urgente cambio di passo nelle politiche regionali per sviluppo della Calabria

di MARIAELENA SENESE – Negli ultimi anni, il Sud Italia ha dimostrato una crescente attrattività e competitività, confermandosi la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo, secondo i dati del Mediterranean Sustainable Development Index (Msdi). Tuttavia, nonostante questi progressi significativi, la Calabria continua a soffrire di un grave ritardo infrastrutturale che ostacola il pieno sviluppo delle sue potenzialità economiche e sociali.

Dati significativi emergono dal rapporto Msdi, che evidenzia come il Sud si posizioni al quinto posto nell’analisi economica e al terzo posto nella dotazione di asset, dimostrando una capacità crescente di attrarre investimenti e sviluppare innovazione e cultura. Tuttavia, in Calabria, questi progressi sono ancora frenati da un’infrastruttura inadeguata, che impedisce alla regione di sfruttare appieno queste opportunità.

In particolare, il rilancio del Porto di Gioia Tauro rappresenta una priorità assoluta. Questo porto, uno dei più grandi del Mediterraneo, ha un potenziale strategico per trasformare la Calabria in un hub logistico di rilevanza internazionale, creando nuove opportunità di lavoro e crescita economica. È imperativo che si investa in maniera decisiva nel miglioramento delle infrastrutture portuali e delle reti di trasporto ad esse connesse, per aumentare la competitività del porto e attrarre investimenti internazionali.

La creazione di nuova occupazione è un’altra questione centrale per la nostra regione. Sebbene il Sud abbia registrato un incremento dell’occupazione del 3,1% nel 2023, superando la media nazionale, la Calabria deve fare molto di più per colmare il divario con le altre regioni italiane. È necessario potenziare le politiche attive del lavoro, incentivare la nascita di nuove imprese e sostenere l’innovazione tecnologica, in modo da offrire ai giovani e alle donne svantaggiate opportunità concrete di impiego stabile e qualificato.

Il Mezzogiorno, e con esso la Calabria, rivestono un’importanza strategica non solo per l’Italia, ma per l’intera area mediterranea. Con una visione lungimirante e investimenti mirati, la nostra regione può diventare un ponte naturale tra l’Europa e l’Africa, sfruttando il suo ruolo centrale nel contesto geopolitico ed economico del Mediterraneo. Il successo del Piano Mattei e della Zes unica dipenderà anche dalla capacità della Calabria di superare le sue carenze strutturali e di inserirsi pienamente in questo processo di trasformazione.

In conclusione, riteniamo indispensabile sottolineare l’urgenza di un cambio di passo nelle politiche regionali e nazionali, per trasformare le sfide in opportunità concrete di sviluppo, crescita e occupazione per tutta la regione. (me)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Per colmare divario infrastrutturale occorre un piano di risorse straordinario

di MARIAELENA SENESE – Per colmare il pesante divario infrastrutturale che allontana la Calabria dal resto del Paese occorre un piano di risorse straordinarie. Quelle stanziate sino ad oggi, direttamente dallo Stato e poi messe a disposizione anche dall’Unione Europea attraverso il Pnrr, appaiono insufficienti – nonostante la mole – per ammodernare e rendere efficienti gli assetti viari e ferroviari di questa regione.

Sui fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che spinge forte sul pedale dell’acceleratore rispetto alla Misura 3 rispetto alle altre misure, pesa poi la tagliola del tempo a disposizione per la realizzazione dei progetti. Se, infatti, non si dovesse optare per la richiesta di uno slittamento riteniamo quantomeno difficile, se non impossibile, che i progetti coperti con i fondi del Pnrr possano vedere la luce entro il 2026.

Stiamo parlano di oltre 3 miliardi di euro, quasi il 37% dell’investimento totale previsto dal Pnrr per la Calabria (come si evince dai dati resi pubblici dalla Regione Calabria), che dovrebbero servire per dare corso a venti progetti: 18 per il miglioramento della rete ferroviaria e 2 indirizzati sull’intermodalità e la logistica integrata.

Ma anche questa importante dotazione finanziaria appare poca cosa se paragonata con il costo stimato dall’Anas per il completamento della Strada statale 106 che si attesta sopra i 13 miliardi di euro, quasi quanto si stima possa servire per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Davanti a questa enorme mole di denaro che ancora oggi, nonostante diversi anni di commissariamento, non è bastata a cambiare il volto della Strada statale 106, i tempi ristretti per la messa a terra dei finanziamenti del Pnrr e la loro sbilanciata programmazione, che si dimentica di sostenere economicamente e finanziariamente la cura del settore sanitario, ci fanno intravvedere un futuro cupo per un regione che non riesce a fermare la grave emorragia di giovani che la sta interessando da diverso tempo e, ancora, non è in grado di dare concretezza a politiche infrastrutturali e di sviluppo capaci di segnare una svolta decisiva rispetto al percorso di decrescita in cui è impelagata.

Cosa dire, poi, della tratta ferrata che da anni attende l’elettrificazione del tratto jonico e, da qualche tempo, aspetta che l’Alta velocità possa arrivare sino a Reggio Calabria. Se, infatti, Rete ferroviaria italiana prevede di investire in interventi ferroviari sul territorio della Calabria oltre 36 miliardi di euro, di cui oltre 16 miliardi già finanziati, la messa a terra di questa ingente mole di finanziamenti rimane sulla carta di certo per l’anno corrente ma solo per quanto riguarda i primi interventi per la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria.
Per il momento l’intervento che pare poter avere una accelerazione in vista di una sua definizione, ma comunque con una previsione al 2030 per la sua cantierizzazione, è quello relativo al raddoppio della galleria Santomarco. Per il resto, invece, il prolungamento dell’Alta velocità fino alla città dei Bronzi rimane assai aleatorio.

Davanti a questo stato di cose, quindi, rimarchiamo la necessità di un cambio di passo nelle politiche del Governo rispetto a una terra che non solo non riesce a colmare il suo atavico divario con il resto del Paese ma che, purtroppo, sta perdendo anche contatto rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. (ms)

[Maria Elena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

Mercoledì al via la campagna della Uil delle donne chiamate alla partecipazione e alla mobilitazione

È a Roccella Jonica che mercoledì 21 agosto partirà la campagna di sensibilizzazione delle donne chiamate, oggi come ieri, alla partecipazione e alla mobilitazione, promossa da Uil Calabria e il Coordinamento per le Pari Opportunità.

L’appuntamento è alle 2o.30, sul lungomare di Roccella Ionica, alla presenza del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri e della segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese.

«Per l’occasione l’invito è esteso alle sindache dei comuni calabresi e a tutte le associazioni al femminile che ogni giorno con il loro impegno si attivano per favorire la parità di genere e combattere gli stereotipi e i pregiudizi che invece la ostacolano», hanno detto Senese e Anna Comi, responsabile del Coordinamento, sottolineando come  «lo straordinario film “C’è ancora domani” evidenzia il fatto che la partecipazione femminile ha cambiato e può ancora contribuire a cambiare la storia politica del nostro paese».

«A causa della legge sull’autonomia differenziata si intravede all’orizzonte un futuro sempre più diviso e divisivo – hanno proseguito – in cui le differenze tra le regioni italiane cresceranno, lasciando indietro i più deboli, i giovani e le donne. Sembra che qualcuno voglia far fare alle donne e all’intero Paese un grosso passo indietro sui diritti civili e questo non lo si può assolutamente permettere. L’autonomia differenziata colpisce la sanità e l’istruzione, non consentirà un miglioramento del welfare e sulle donne graverà ancor di più il lavoro di cura della famiglia e degli anziani».

«Le donne vogliono essere madri e lavoratrici con diritti e tutele in egual misura in tutta Italia  – hanno ribadito –. L’autonomia differenziata non solo non è una soluzione alla lotta alla disoccupazione femminile e alla rimozione delle differenze di genere ma ghettizzerà ancora di più le donne desiderose di rivendicare il diritto al lavoro e alla tanta agognata dignità sociale e uguaglianza reale. L’unica autonomia che rivendichiamo è quella delle donne!».

«Quindi sì all’autonomia delle donne e no all’autonomia differenziata – hanno concluso –. Per dare voce alle donne la Uil Calabria insieme al coordinamento per le pari opportunità organizzano dei banchetti di raccolta firme dedicati alle donne».

Senese e Bloise (Uil Calabria): Si facciano necessari correttivi sull’utilizzo dei fondi del Pnrr

Mariaelena Senese, segretario generale di Uil Calabria, e Walter Bloise, Segretario Generale UilFpl Calabria, hanno chiesto alle autorità competenti «i necessari correttivi sull’utilizzo dei fondi affinché si possa garantire un miglioramento reale delle condizioni di vita dei cittadini calabresi», oltre che il coinvolgimento delle parti sociali nella cabina di regia istituita presso le Prefetture.

«Recentemente, il dossier sul monitoraggio dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), pubblicato dal Centro Studi della Camera dei Deputati – hanno rilevato i sindacalisti – ha confermato le preoccupazioni che avevamo espresso oltre un mese fa riguardo all’impiego dei fondi del Pnrr in Calabria. I risultati dell’analisi mettono in luce il rischio concreto che la nostra regione non riesca a raggiungere l’obiettivo della ripartenza».

«Senza volerci addentrare in nuove analisi su cifre e dati che sono ancora parziali – hanno proseguito – riteniamo doveroso segnalare che uno dei principali punti critici è l’eccessivo sbilanciamento dei fondi verso le infrastrutture, un aspetto certamente importante, ma che non deve oscurare altre necessità fondamentali per lo sviluppo equilibrato della Calabria. In particolare, rileviamo poca attenzione rivolta al settore sanitario, il quale necessita di interventi urgenti e mirati».

«La pandemia ha evidenziato le fragilità del nostro sistema sanitario – hanno detto ancora – e oggi più che mai è essenziale continuare ad investire nel potenziamento del personale sanitario. Senza un incremento significativo di risorse destinate alla formazione, assunzione e aggiornamento di tutto il personale sanitario, la Calabria rischia di non essere in grado di garantire servizi essenziali ai suoi cittadini».

«Uno sforzo è stato fatto, ma la strada da percorrere è ancora lunga – hanno sottolineato –. Allo stesso modo vanno potenziate le assunzioni negli Enti locali che rimasti totalmente privi di professionalità non riescono ad erogare i servizi per l’utenza, così come appare non più rinviabile il completamento della transizione digitale della pubblica amministrazione e il sostegno concreto al definitivo completamento processo di dematerializzazione degli atti amministrativi».

«Solo attraverso un approccio equilibrato – hanno concluso Senese e Bloise – e una visione a lungo termine si potrà assicurare una ripresa effettiva e sostenibile per la nostra regione». (rcz)

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Garantire impegno effettivo a usare fondi del Pnrr per il bene del Sud

di MARIAELENA SENESE – La Uil Calabria desidera esprimere la propria profonda preoccupazione e delusione in merito alle recenti dichiarazioni del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che ha ammesso i significativi ritardi nella spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati al Mezzogiorno.

Purtroppo, siamo stati facili profeti in questa materia. Non possiamo non sottolineare, infatti, che la Uil Calabria, insieme alla Uil Fpl Calabria, aveva già lanciato un allarme su questa problematica cruciale attraverso la presentazione di un report dettagliato sulla spesa del Pnrr in Calabria. Tale documento evidenziava, con dati concreti e analisi approfondite, le preoccupanti inefficienze e i ritardi nell’implementazione dei progetti finanziati dal Pnrr nella nostra regione.

È inaccettabile che, nonostante le numerose segnalazioni e l’urgente bisogno di interventi strutturali per rilanciare l’economia e migliorare le condizioni sociali del Mezzogiorno, il governo si trovi ancora ad affrontare tali ritardi. Questo rappresenta non solo un grave danno per la Calabria e per tutto il Sud Italia, ma anche un’occasione persa per sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per superare le conseguenze economiche e sociali della pandemia.

La Uil Calabria ribadisce la necessità di una gestione più efficiente e trasparente dei fondi del Pnrr, che devono essere utilizzati in modo tempestivo e mirato per realizzare interventi infrastrutturali, potenziare i servizi pubblici e promuovere lo sviluppo economico e occupazionale del nostro territorio.

Chiediamo al Ministro Fitto e all’intero governo, e lo stesso facciamo nei confronti della giunta regionale della Calabria per quanto di sua competenza, un impegno concreto e immediato per recuperare il tempo perso e garantire che i fondi del Pnrr siano effettivamente utilizzati per il bene del Mezzogiorno. La Calabria non può più aspettare: è ora che le promesse si traducano in azioni concrete e tangibili.

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

LA CALABRIA È IN RITARDO CON IL PNRR
DEI 10.919 PROGETTI, VALIDATI SOLO 4.454

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Quella del Pnrr è una sfida che la Calabria non può perdere. Ma come può farlo, se ci sono 10.919 progetti e, di questi, solo 4.454 risultano validati? Per la nostra regione, infatti, sono disponibili 9 miliardi e 900 milioni, distribuiti in questo modo: 1,8 mld per la Provincia di Cosenza, 701,2 mln nella Provincia di Crotone, 1,6 mld nella Provincia di Catanzaro, 823,7 milioni nella Provincia di Vibo e 1,7 mld per la Provincia di Reggio Calabria. Da sottolineare che, di questi 9 miliardi, 7 mld e 500 mln sono risorse del Pnrr, mentre 2 mld e 400 mln sono collocabili nella voce “altre risorse”.

Scendendo nel particolare dei progetti, quello che emerge è l’eccessiva parcellizzazione delle risorse indirizzate alla Calabria se confrontate con le altre regioni italiane, rispetto alle quali risulta di molto superiore. Sono, infatti, 10.175 i progetti che prevedono un importo uguale o inferiore a 1 milione di euro; 3300 quelli con importo uguale o inferiore a 20 mila euro; 4050 quelli che prevedono un importo uguale o inferiore a 30 mila euro (considerati anche quelli con importo riferito ai 20 mila euro); 5700 con importo uguale o inferiore a 50 mila euro (considerati anche quelli con importo riferito ai 30 mila euro) e 2050 quelli con importo uguale o inferiore a 10 mila euro. Controllando la piattaforma OpenPnrr, si evince che sono 4.454 i progetti non validati. Scendendo al dato provinciale possiamo evidenziare questi dati: Cosenza: 3977 progetti; Crotone: 950; progetti Catanzaro: 2054 progetti; Vibo Valentia: 1205 progetti e Reggio Calabria: 2729 progetti.

Sono questi i dati preoccupanti emersi nel report sullo Stato di attuazione del Pnrr in Calabria curato dalla Uil Calabria dalla Uil Fpl Calabria «che attesta – ha spiegato la segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese – i notevoli ritardi nell’attuazione del Pnrr, delle incertezze nella pianificazione e mettiamo insieme appunto, questo binomio, quindi i ritardi che registriamo, che continuiamo a registrare, perché oggi siamo al 40,85 nell’attuazione del Pnrr rispetto ad un preventivo pari al 64%, è una Calabria che continua ad arretrare, dove la povertà continua a farla da padrone proprio in virtù dello spopolamento, di un’emigrazione continua e che non è più un’emigrazione solo di quantità, ma un’emigrazione di qualità».

«Mazzini diceva che l’Italia sarà quel che sarà il Mezzogiorno – ha aggiunto – noi diciamo che all’interno del Mezzogiorno esiste un Mezzogiorno qual è la Calabria, che è un mondo estremo dove si continua ad arrancare dove i diritti che dovrebbero essere costituzionalmente garantiti ai cittadini calabresi ma non lo sono».

Serve, dunque, verificare lo stato di attuazione del Pnrr in Calabria, cercando di mettere a fuoco tappe, strategie, messa a terra delle risorse finanziarie autorizzate. Quello che emerge è un quadro preoccupante per certi versi, che evidenzia criticità in termini di risposta da parte dei soggetti attuatori – non solo dell’amministrazione pubblica calabrese, con autorizzazioni lente e pagamenti in ritardo».

«La Calabria – dice il sindacato – ha spostato molti obiettivi nei prossimi anni: il rischio è che, dovendo realizzare troppi interventi entro il 2026, le attività si ingolfino e non riesca più a rispettare le scadenze stabilite da Bruxelles».

Il Pnrr, infatti, «rappresenta un’opportunità storica per la Calabria e per tutto il Mezzogiorno – si legge – finalizzata a superare le annose criticità strutturali e a promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Il Pnrr, con un investimento complessivo di 221,1 miliardi di euro a livello nazionale, è stato elaborato in risposta alla crisi generata dalla pandemia di Covid-19, con l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana e promuovere una trasformazione verde e digitale del Paese».

Infatti, se «passiamo a fare un controllo del dato generale sul sito della Regione Calabria – si legge – che si basa come fonte sul Regis e risulta aggiornato a febbraio del 2024, quello che balza subito agli occhi è la differenza dei numeri sugli investimenti e dei progetti. Per il sito della Regione Calabria, infatti, sarebbero stati previsti investimenti per 11 miliardi e 309 milioni di euro e 12.142 progetti, di cui 777 risulterebbero chiusi».

Nello specifico, per la digitalizzazione sono stati stanziati 1 mld e 100 milioni di euro, per la scuola circa 954 milioni, imprese e lavoro circa 295 mln, cultura e turismo circa 117 milioni, per l’inclusione sociale circa 482 mln, per le infrastrutture 5 mld e 200 milioni, per la transizione ecologica 1 mld e 100 milioni, per la salute circa 598 mln. Per quest’ultima, in particolare, la Uil ha lanciato una provocazione: «se solo si pensasse di destinare una parte dei fondi indirizzati a Rfi e Tim, che ricevono altri fondi dall’Fsc e, quindi, evidenziano una sorta di ipercapitalizzazione, all’interno del Pnrr alla sanità si potrebbero risolvere diversi dei problemi presenti nel settore».

Il finanziamento in infrastrutture (53% circa del totale) è indirizzato a grandi player del settore delle costruzioni e si riferisce, quasi interamente, ai lavori di potenziamento e realizzazione dell’Alta velocità nel tratto campano-calabrese. Un terzo dei finanziamenti complessivi del Pnrr è destinato alla copertura di circa 10 progetti nel settore infrastrutturale che vengono destinati in gestione a holding internazionali. Questi finanziamenti servono a colmare il divario infrastrutturale (reti materiali ed immateriali) che segna il futuro della Calabria ma, per noi, rappresentano l’ennesima sconfitta di uno Stato che, in questi anni, non è riuscito a colmare le distanze che allontanano, sempre di più, il Sud dal resto del Paese che queste infrastrutture (viarie, ferroviarie e tecnologiche) le possiede già. Desolante il fatto che, proprio sulla missione 3, che riguarda le infrastrutture, si 14 progetti, nessuno è stato concluso. Stesso discorso per istruzione e ricerca: su 2.687 finanziati, nessuno di questi è stato chiuso.

Per quanto la digitalizzazione, ai dati di febbraio 2024, attualmente sono 3 i progetti chiusi su 3.114; per la transizione ecologica su 4934 progetti finanziati solo 756 vengono segnalati come chiusi; per la salute, su 498 progetti solo 14 sono stati chiusi.

I fondi Pnrr per la Calabria comprendono, anche, interventi mirati all’efficienza delle reti idriche di distribuzione per 21 comuni, con una popolazione complessiva di circa 164.000 abitanti. Questi interventi sono cruciali per migliorare la gestione delle risorse idriche in un territorio caratterizzato da frequenti criticità nel settore. Inoltre, il Pnrr prevede finanziamenti per la sanità calabrese, volti a modernizzare le strutture ospedaliere e a potenziare le strutture di prossimità, con l’obiettivo di garantire una migliore qualità dei servizi sanitari. La rigenerazione urbana è un altro ambito di intervento rilevante, con progetti che puntano a rivitalizzare i piccoli borghi storici e a promuovere iniziative culturali e sociali. Tuttavia, la Calabria deve affrontare sfide significative nell’implementazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La Corte dei Conti ha segnalato lentezze nella spesa pubblica e difficoltà nel rispettare i tempi previsti per l’attuazione delle misure. La recente rimodulazione delle risorse ha comportato uno spostamento di fondi da progetti infrastrutturali verso sussidi alle imprese, evidenziando la necessità di un rafforzamento delle capacità amministrative a livello locale.

Una lentezza dovuta anche alla carenza di personale specializzato presente negli enti locali per seguire l’iter progettuale, di realizzazione delle opere e di rendicontazione degli investimenti finisce per rallentare ancora di più questo processo.

«Il rischio concreto è quello di dover restituire il prestito all’Europa, indebitando la regione per diversi anni, senza riuscire a realizzare i progetti previsti e, quindi, trasformare la Calabria», ha denunciato la Uil, ribadendo la necessità di provvedimenti concreti per accelerare la messa a terra dei progetti, attraverso un piano di efficientamento della Pubblica Amministrazione, con assunzioni di qualità e piani di riqualificazione per il personale già in servizio. servono assunzioni a tempo indeterminato nella Pubblica Amministrazione centrale e locale; occorre rivedere le deroghe sulle assunzioni.

«Vi è la necessità – continua il sindacato – di un cambio di paradigma per il coinvolgimento delle parti sociali solco del dialogo sociale rafforzato per l’attuazione, monitoraggio e valutazione del Pnrr; investire circa il 3% delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza riferito alla Calabria. Stiamo parlando di 300 milioni circa e di 30 milioni su base annua, per dare corso ad un nuovo piano occupazionale potrebbe, in parte, attenuare questi ritardi».

«Si tratterebbe – si legge – di coprire, per 10 anni, il costo di circa 850/900 impiegati fra istruttori (geometri e ragionieri) e funzionari di elevata qualificazione (ingegneri, architetti, avvocati, economisti). Naturalmente questo prevede, a monte, la previsione di una norma legislativa di carattere nazionale che consenta la deroga al tetto di spesa per le assunzioni».

Lo stato di avanzamento dei singoli interventi del Pnrr e la spesa effettivamente sostenuta per migliaia di progetti approvati è ancora scarsamente accessibile – ha denunciato il sindacato –. Nonostante le rassicurazioni pubblicate dal governo ad oggi queste informazioni non sono ancora pubbliche e accessibili a tutti. I dati del Pnrr restano carenti se non del tutto assenti. È necessario da parte del governo uno slancio decisivo di trasparenza su un programma di investimenti così importante per il Paese».

 

A Praia a Mare al via il concorso di Street Art per la sicurezza sui luoghi di lavoro

Domani sera, a Praia a Mare, a Viale della Libertà, alle 19, partirà il concorso di Street Art per sensibilizzare i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro, ideato da Uil Artigianato Calabria, coordinata da Benedetto Cassala e da Uil Calabria, guidata da Mariaelena Senese.

Una due giorni, dunque, organizzata in collaborazione con l’Ente bilaterale dell’artigianato calabrese, l’Opra Calabria e l’Amministrazione comunale di Praia a Mare ha organizzato una due giorni di arte e sensibilizzazione sindacale, alla quale prenderà parte anche Mauro Sasso, coordinatore nazionale della Uil artigianato.

L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito della campagna informativa sugli strumenti della bilateralità artigiana La tua sicurezza non è uno yoyo: dopo un infortunio non si può tornare indietro! Gli artisti che hanno accolto l’invito della Uil artigianato Calabria saranno impegnati a dare colore al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, per dare vita a un museo a cielo aperto, un’installazione che richiami questa tematica alla mente di chi la visiterà.

Venerdì 28, invece, alle 10.30, si terrà la conferenza stampa degli organizzatori, insieme al primo cittadino di Praia a Mare, Antonio De Lorenzo, con la premiazione del migliore live painting presso il Palazzo delle Esposizioni di Praia a Mare.

Ma perché gli organizzatori hanno scelto proprio Praia a Mare. Intanto, perché è un luogo simbolico, per ricordare a tutti che si muore di lavoro quando si è costretti a scegliere tra esposizione ai rischi o la desertificazione produttiva di un territorio.

E, poi, perché Praia a Mare, anche grazie all’impegno del Gal Riviera dei Cedri, a livello turistico produttivo rappresenta un esempio di riscatto di un territorio e, anche, perché l’elevata vocazione turistica del territorio consentirà di tenere i riflettori accesi sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro con la creazione di un vero e proprio museo a cielo aperto di immagini che richiameranno i casi eclatanti di incidenti sul lavoro.

La cultura, infatti, per gli organizzatori della due giorni di Praia a Mare, è lo strumento utile per vincere la sfida e migliorare gli standard di sicurezza.

«Le scelte emergenziali, fatte sull’onda dei gravi fatti di cronaca che hanno interessato il mondo del lavoro come quelli di Firenze, Brandizzo o della Sicilia – ha detto Benedetto Cassala – da soli non sono sufficienti a risolvere il problema. Se non si aumentano i controlli e non si interviene anche sulla cultura personale degli individui tutto diventa più difficile. La scuola è senza dubbio un punto di partenza, la formazione anche essa è fondamentale ma i richiami, attraverso l’arte e le immagini nel particolare, possono senza dubbio dare un contributo importante alla sensibilizzazione della società civile». (rcs)

Cgil, Cisl e Uil chiedono a Occhiuto un incontro per affrontare le Vertenze lavorative

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoMariaelena Senese, hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, un incontro urgente «al fine di affrontare alcune delle principali vertenze lavorative ancora irrisolte nella nostra regione».

Un incontro necessario per «discutere e concordare azioni concrete e tempestive», hanno detto i sindacati, «certi che, con il suo intervento, sarà possibile individuare percorsi condivisi che possano portare a soluzioni stabili e durature».

«La situazione è diventata insostenibile – hanno detto – e le Segreterie unitarie richiedono un intervento immediato e risolutivo da parte delle istituzioni regionali e nazionali».

«La crisi che ha colpito l’Abramo Customer Center – viene ribadito – rischia seriamente di avere ripercussioni gravissime sui lavoratori e sulle loro famiglie. I dipendenti, che per anni hanno garantito servizi essenziali con professionalità e dedizione, si trovano ora a fronteggiare incertezze lavorative e salariali. È necessario discutere delle possibili soluzioni per garantire la continuità occupazionale e salvaguardare i posti di lavoro. Chiediamo che vengano esplorate tutte le opzioni possibili, incluse misure di sostegno e interventi per attrarre nuovi investimenti nel settore».

«Il settore del trasporto pubblico locale in Calabria – hanno continuato i sindacalisti – affronta problematiche croniche che minano la qualità del servizio e la sicurezza dei lavoratori. Un esempio evidente di queste difficoltà è l’azienda Amaco, che dopo il fallimento ha lasciato 120 famiglie nel limbo di un futuro incerto. È cruciale costruire una soluzione condivisa che salvaguardi i livelli occupazionali, garantendo al contempo una mobilità cittadina di qualità».

«La carenza di risorse, la vetustà dei mezzi e le difficoltà gestionali stanno portando il settore al collasso – hanno sottolineato –. È urgente un piano di intervento che preveda investimenti mirati al rinnovo del parco mezzi, alla formazione del personale e alla riorganizzazione del servizio per rispondere alle reali esigenze dei cittadini calabresi».

«Inoltre, la questione della bonifica dei siti inquinati nel crotonese da parte di Eni – hanno ribadito – è di fondamentale importanza. La situazione ambientale in queste aree rappresenta una seria minaccia per la salute dei cittadini e per l’ecosistema locale».

«È essenziale – hanno proseguito – che Eni acceleri le operazioni di bonifica, garantendo al contempo il rispetto delle normative ambientali e la sicurezza dei lavoratori coinvolti. Chiediamo un confronto per monitorare lo stato dei lavori e discutere delle possibili misure per mitigare gli impatti ambientali e sociali derivanti dall’inquinamento».

«Infine, la questione dei tirocinanti di inclusione sociale – hanno rimarcato Sposato, Russo e Senese – necessita di un approfondimento particolare. Questi lavoratori rappresentano una risorsa fondamentale per la nostra regione, impegnati in attività che spaziano dal supporto nelle scuole ai servizi di assistenza sociale. Tuttavia, la precarietà delle loro condizioni contrattuali e la mancanza di prospettive future rendono il loro impegno insostenibile. Chiediamo di esaminare la possibilità di stabilizzare questi rapporti di lavoro, riconoscendo il valore sociale ed economico del loro operato». (rcz)