di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Il 15 e il 16 di luglio di ogni anno, il baraccone, al mio paese, è in festa. È questo il quartiere dove viene festeggiata la Madonna del Carmine.
Dopo il terremoto del 1783, lasciato il vecchio sito, i briaticesi, dopo la costruzione delle prime barocche, vollero fortemente edificare una piccola chiesa dedicata a Maria Carmelitana, verso cui ancora oggi sono forti la devozione e la fede.
A lei si affidano i nostri marinai, le loro famiglie, le notti in tempesta in mezzo al mare. I sacrifici, le reti e la pesca. le facce abbronzate, le mani tagliuzzate. Il sudore delle stette camicie, i morti in mare. Tutta Briatico.
La vigilia della festa è un fremito. L’effige sacra della Madonna con in braccio il suo Bambino e l’abitino santo, viene portata in processione in mezzo al mare, a giro, sulle barche dei pescatori. E che gioia! E che emozione!
Se il mare è caligine, Maria viene caricata sulla barca di turno, adornata a festa, scortata dai cori e dalla banda, con canti e con inni. Se il mare è in tempesta, ‘a Madonna non voli u vaci a mari’, ripetono gli anziani. Una forma atavica di rassegnazione, che nel profondo consola, allorché è necessario rinunciare a un rito che si perpetua ormai da anni immemori, e che tutti attendono con trepidazione.
Quest’anno dopo due di fermo, il mare è caligine, la Madonna lascerà la nicchia per solcare le nostre acque con lo sguardo all’infinito del mondo. Con lei il cuore festante di tutto il paese.
E di cor lodatu sia di lu carminu Maria. (gsc)