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CATANZARO – Al “Ferraris” si è parlato dei rischi della dipendenza da tecnologie informatiche

Al "Ferraris" si è parlato dei rischi della dipendenza da tecnologie informatiche
Promuovere tra i più giovani un uso maturo e consapevole dei dispositivi tecnologici e valutare i rischi della dipendenza da internet e dai social network sono stati i buoni propositi al centro dell’incontro tenuto all’Ipsia “Ferraris” di Catanzaro martedì 28 marzo.
Sotto la supervisione della dirigente Elisabetta Zaccone, al confronto con i ragazzi è intervenuto Luigi Antonio Macrì, già dirigente scolastico in diversi istituti, direttore della rivista on line Ict ed magazine, presidente dell’Associazione Focus on ed esperto formatore in tecnologie didattiche. A introdurre l’incontro la docente Anna Mercurio, coordinatrice dell’appuntamento in collaborazione con i docenti Francesca Amato e Pasquale Allegro, con i quali ha organizzato un percorso laboratoriale sulla tematica trattata, momenti che hanno visto coinvolti alcuni ragazzi dell’istituto in attività di profonda riflessione e creatività sui possibili rischi della iperconnettività, tra cui l’isolamento sociale e la dipendenza.
I docenti hanno sottolineato come la volontà di ospitare l’incontro rientri nell’obiettivo della scuola di relazionarsi con gli esperti, per sollecitare i propri studenti ad rapportarsi con consapevolezza ai dispositivi di comunicazione in una società in continua evoluzione tecnologica, perché vengano indagati aspetti positivi e negativi legati al loro utilizzo, nonché i campanelli d’allarme da non sottovalutare.
A tal proposito, nei giorni preparatori all’appuntamento, è stato somministrato ai ragazzi un sondaggio circa il reale uso che fanno di questi strumenti e per evitare che temessero di essere giudicati è stato loro consentito di rispondere in maniera del tutto anonima. Ne è venuto fuori, ad esempio, che i social network più frequentati dagli adolescenti sono Instagram e TikTok, molto probabilmente perché basati principalmente sulla condivisione di foto e video; o ancora si è rilevato come i social vengano considerati divertenti, pericolosi e necessari. Il sondaggio è stato presentato tramite alcune slide accuratamente commentate dallo studente Alessandro Rocca del quarto anno.
Prima di illustrare nei dettagli il suo lavoro di esperto, Macrì ha spiegato come da anni ormai stia seguendo lo sviluppo delle tecnologie, così come il suo passato di docente sempre in mezzo ai ragazzi lo abbia portato a prendere in considerazione il rapporto tra le innovazioni e il mondo dei minori e degli adolescenti; proprio questi incontri, ha sottolineato, si pongono l’obiettivo di informare e far comprendere agli educatori, siano essi docenti o genitori, le opportunità così come i rischi correlati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Da qui l’importanza di riuscire a verificare il livello di consapevolezza degli eventuali pericoli e di valutare il grado di ogni dipendenza. In particolare ha lanciato un primo allarme laddove è stata rilevata una sempre più bassa età in cui per la prima volta si entra nel mondo dei social, per arrivare alla fascia di età in cui si corre maggiormente il rischio di dipendenza dal web, l’età adolescenziale appunto, indicando poi alcuni campanelli d’allarme nelle troppe ore passate davanti allo schermo o nel rifiuto di uscire o ancora nel disagio espresso allorquando non si abbia la possibilità di connettersi.
L’incontro si è avvalso poi del contributo di una riflessione dal titolo emblematico «Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni», di Antonio Comito, studente del secondo anno: «Lo ammetto – si legge nel testo – a volte mi rendo conto di fare un uso sregolato del telefonino. Ma questo è il mondo in cui sto crescendo, è questo il modo per comunicare, cosa posso fare, restare solo? lo so, Basterebbe resistere, Basterebbe incontrarsi».
Macrì ha replicato che in effetti internet e i social network in alcuni casi possono rappresentare un aiuto per favorire le relazioni sociali e che pertanto non sono negativi in sé e per sé, ma ha ribadito comunque come sia potenzialmente dannosa l’iperattività concentrata sugli smartphone.
Un ulteriore spazio è stato riservato infine a un momento di particolare creatività: un brano rap con testo  originale composto e cantato dallo stesso Antonio Comito, coadiuvato nella realizzazione dal compagno Francesco Riverso: «Al telefono è tutto virtuale, ma un amico vero è la cosa più normale».
«Che meraviglia, durante l’incontro,  nessun ragazzo ha usato il telefonino». (rcz)
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