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Consiglio regionale: il ritorno di Mimmo Tallini (come consigliere) con l’applauso dell’Aula

Mimmo Tallini

Il rientro in Consiglio regionale dell’ex presidente Mimmo Tallini, dimessosi dopo il provvedimento (poi revocato) di custodia cautelare per l’inchiesta Farmabusiness, è stato accolto con un applauso dall’Aula. Tallini è tornato a sedere tra gli scranni di Palazzo Campanella come consigliere regionale. Il presidente del Consiglio regionale Giovanjni Arruzzolo lo ha riammesso in aula, dopo aver citato l’annullamento della custodia cautelare disposto dal  Gip.

Tallini ha chiesto di intervenire e, tra commozione ed emozione, ha parlato delle «tristi vicende che mi hanno riguardato, che hanno lasciato un segno profondo con effetti devastanti nel fisico e nella psiche, avendo toccato la mia persona e gli affetti più cari: una vicenda surreale, un brutto incubo, un film dell’orrore che non auguro a nessuno. Ma nemmeno l’assurdità ha piegato la mia volontà di difendermi da accuse infamanti e senza fondamentoı Tallini ha rimarcato di essere «lontano anni luce dagli ambienti criminali, disprezzo la ‘ndrangheta che considero la principale fonte di arretratezza della nostra regione». e ha sottolineato di non essere animato da nessun spirito di rivalsa, «nemmeno nei confronti di chi ha emesso e richiesto per me l’umiliante misura degli arresti domiciliari sulla base di accuse inconsistenti, discutibili, superficiali, di conclusioni investigative basate sul nulla». Con un’avvertenza precisa: «Guai a delegittimare l’operato della magistratura nemmeno quando si rimane vittima: parlo di errori, di abbagli, di mancati approfondimenti, di erronee interpretazioni facendo salva la buona fede della procura tralasciando le accuse di giustizia ad orologeria, mettendomi a disposizione e al giudizio del Tribunale della libertà che non solo mi ha restituito la libertà, ma ha annullato in toto la misura cautelare. Ora attendo con fiducia le motivazioni del giudice terzo che ha ritenuto insufficienti se non inesistenti gli elementi che hanno indotto la procura a provvedimenti tanto duro quanto umiliante».

«È stato – ha commentato poi Tallini – un momento altamente emozionante. L’applauso dell’Aula mi ha restituito la fiducia che, in quest’ultimo periodo, è stata minata da eventi giudiziari – rispetto ai quali continuo a dichiararmi totalmente estraneo – che hanno destabilizzato, psicologicamente e fisicamente, la mia persona. La vicinanza manifestatami da tanti colleghi – ammette il consigliere regionale Domenico Tallini –, nel corso della seduta di martedì, si ricongiunge con le diverse attestazioni di stima e di affetto ricevute nel momento più difficile della mia storia politica e personale. A volte bastano pochi secondi per distruggere quanto costruito lungo una vita con impegno e passione, senza mai tradire gli ideali, il rispetto del prossimo e delle leggi. Per indole, non mi sono mai arreso dinnanzi alle avversità e non lo farò certamente in questa circostanza. La difesa della mia onorabilità rappresenta oggi la mia principale ragione di vita, a cui dedicherò ogni energia e sforzo per fare trionfare la verità. Lo devo – conclude Tallini-, in primis, alla mia famiglia e alle migliaia di calabresi che mi hanno onorato con la loro fiducia». (rrc)

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