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COSENZA – Dimensionamento scolastico, Penna: «Caruso ha salvato due scuole»

«Grazie alla tempestiva denuncia pubblica da parte del sindaco Franz Caruso abbiamo evitato l’ennesimo pateracchio portato avanti da enti sovracomunali contro la città di Cosenza. Ed, infatti, oggi il Consiglio provinciale di Cosenza approva la delibera sul dimensionamento scolastico senza “toccare” né il Convitto Nazionale, né l’Ic via Roma-Spirito Santo, i cui assetti rimangono, quindi, immutati».

Lo dichiara la presidente della commissione pubblica istruzione di Palazzo dei Bruzi, Chiara Penna che prosegue: «Poteva fare a meno la presidente Succurro di rispondere al sindaco Franz Caruso, evitando di dire inesattezze».

«Ed, invero – sottolinea la presidente Chiara Penna – la presidente Succurro solo ieri aveva affermato, rispondendo “attonita” al sindaco Franz Caruso, che in realtà viene soltanto unito il Convitto Nazionale con lo Spirito Santo, trattandosi di scuole di pari grado, ma soprattutto per la vicinanza fra i due Istituti che in linea d’aria si trovano l’uno di fronte all’altro, non rendendosi neppure conto che affermava qualcosa di illogico ed inopportuno. Seppur il termine “unito” poteva essere soggetto a due interpretazioni: si univa la scuola Media Fratelli Bandiera al Convitto Nazionale, quindi si smembrava l’Ic Spirito Santo-Via Roma per come denunciato dal sindaco Franz Caruso e per come da indiscrezione apparsa sulla stampa mai smentita dalla Provincia di Cosenza, oppure si accorpava il Convitto Nazionale, cosa improbabile per via del Regio Decreto che disciplina i convitti nazionali. In entrambi i casi si sarebbe, comunque, contravvenuto alla normativa vigente. Tant’è che oggi non si fa né l’una né l’altra operazione».

«Senza spirito polemico, comunque – conclude la presidente della commissione pubblica istruzione di Palazzo dei Bruzi – quanto accaduto nella seduta odierna del Consiglio provinciale conferma la valutazione espressa dal sindaco Franz Caruso sull’operato della Presidente Succurro volto evidentemente ad altro e non certo a perseguire il bene comune, quale è, in questo caso, il diritto allo studio dei nostri giovani». (rcs)

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