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Cosenza è l’unica città del Centro Sud Italia tra le 10 città più vivibili d’Italia

Cosenza

Un prestigioso riconoscimento per la città di Cosenza che è la prima e l’unica città del Centro Sud Italia a essere tra le dieci città più vivibili d’Italia.

Lo rende noto il rapporto sull’Ecosistema Urbano, giunto alla 24esima edizione, di LegambienteAmbiente Italia pubblicata oggi sul quotidiano Il Sole 24 Ore, che fotografa le performance ambientali delle 104 città italiane capoluogo di provincia incrociando 18 indicatori, monitorati da Legambiente e Ambiente Italia.

La città di Cosenza, dunque,  è inserita a diversi livelli nelle buone pratiche, sia con riferimento alla mobilità (il rapporto sull’ecosistema urbano fa un esplicito riferimento alla ciclopolitana di Cosenza), sia con riferimento alla presenza di isole pedonali e all’utilizzo di energie rinnovabili.

Soddisfatto sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, sottolinenando che «questa non solo è una buona notizia che arriva in un momento in cui la Calabria è tutt’altro che costellata di buone notizie, ma assegna alla città che mi onoro di guidare una capacità di cambiamento che è stata ampiamente dimostrata in questi anni. E grazie alla quale avremmo potuto, se solo ne fossimo stati investiti, cambiare anche la sanità, a cominciare dalla realizzazione del nuovo Ospedale. Limitandoci ad esaminare il rapporto di Legambiente, ciò che non possiamo non riconoscere è che la città di Cosenza, ancor prima che la pandemia ne accelerasse il processo di svolta, ha precorso i tempi facendosi anticipatrice dei nuovi scenari che si sono poi venuti delineando in un contesto di portata mondiale».

«La nostra azione amministrativa – ha aggiunto Mario Occhiuto – è stata sempre indirizzata verso la riqualificazione degli spazi liberi aperti esistenti, accanto ai quali ne abbiamo creati di nuovi, così come abbiamo perseguito la realizzazione di nuove piazze e punti di aggregazione e di socialità, di quella socialità che oggi, purtroppo, è diminuita a causa delle restrizioni necessarie alla limitazione dei contagi. Gli spazi aperti che abbiamo realizzato permettono, in ogni caso, il rispetto del distanziamento richiesto dalle disposizioni anti Covid. Di fronte al nuovo paradigma di città che si sta imponendo dappertutto, Cosenza è innegabilmente più avanti. Aver investito su alcuni progetti e alcune idee, per certi aspetti di portata rivoluzionaria, vedono oggi Cosenza molto più avanti, rispetto ad altre realtà urbane, nella marcia di avvicinamento a questa nuova visione complessiva. Non è casuale il fatto che Cosenza è piena di bici e monopattini come solo nelle grandi città, grazie alle tante piste ciclabili realizzate».

«A Cosenza, infatti – ha proseguito il primo cittadino – e di questo indicatore Legambiente ha tenuto conto nello stilare la classifica sull’ecosistema urbano, è stata realizzata la ciclopolitana lunga 30 chilometri. E tutto questo quando la pandemia era ancora lontanissima dal far sentire il suo enorme peso. Abbiamo, inoltre, contribuito anche a creare nuovi spazi pedonali e a concedere ai locali, gratuitamente, il suolo pubblico per continuare a lavorare all’aperto, mantenendo il distanziamento interpersonale. Sono stati proprio questi parametri e questi requisiti ad essere valutati positivamente da Legambiente e, prima ancora, nella Fase 2 della pandemia, dallo studio di un’importante multinazionale che ha indicato Cosenza tra le città italiane più attrezzate per la ripartenza. Cosenza ha, insomma, avuto uno sguardo lungo».

«La nuova sfida che ci attende ora – ha detto ancora Occhiuto – è come riportare alla socialità, attualmente penalizzata dalle restrizioni, le categorie di cittadini più fragili, come i ragazzi e gli anziani. La socialità, infatti, non si sviluppa solo tra le mura domestiche e all’interno dei nuclei familiari, ma comporta dinamiche spazio-temporali molto più ampie che, oggi, per la quasi totalità dei nostri ragazzi, ma anche per la terza età, sono diventate irrinunciabili».

«È nei loro confronti – ha concluso il sindaco Occhiuto – che l’agire delle istituzioni dovrà assumere una connotazione risarcitoria, non sotto forma di ristoro materiale com’è per le categorie produttive, ma immaginando e progettando un nuovo modello di città che possa contemplare ancora più spazi aperti e più piazze e scuole più funzionali, con maggiori spazi verdi. Una sfida che abbiamo già intrapreso e che seguiteremo a portare avanti». (rrm)

 

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