Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ha ospitato un interessante convegno pubblico sul tema “Cosenza: dalla città dei sette colli alla città del futuro – Azioni per lo sviluppo economico del territorio”. L’evento, promosso dal Rotary Club Cosenza Sette Colli nell’ambito del progetto “Il Rotary per la Cultura”, ha visto gli interventi della dott.ssa Loredana Giannicola, Coordinatore Regionale Dirigenti Tecnici dell’Ufficio Regionale Calabria e Provveditore agli studi della Provincia di Cosenza, e del prof. Tullio Romita, Coordinatore dei Corsi di Laurea in Scienze Turistiche presso l’Università della Calabria. I lavori, moderati dal prof. Raffaele Zinno, docente di Scienza delle Costruzioni e membro del Rc Cosenza Sette Colli, sono stati aperti da Francesco Bozzo, Presidente del Rc Cosenza Sette Colli, che ha salutato le autorità rotariane e civili presenti, tra cui i Pdg Pietro Niccoli e Pasquale Verre, il Governatore Nominato Amedeo De Marco e il Sindaco di Cosenza Avv. Franz Caruso, e ha ringraziato il pubblico intervenuto e, per l’ospitalità, la dott.ssa Marilena Cerzoso, direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri.
I lavori sono entrati subito nel vivo con la relazione della dott.ssa Giannicola, che nel suo intervento dal titolo “La scuola nel territorio, per costruire benessere e cultura civile” ha posto l’attenzione sulla grande sfida che oggi si trova a vivere l’istituzione scolastica, alle prese con la necessità di agire e operare all’interno di un contesto sociale in continua evoluzione, in cui a farla da padrone è la tecnologia. «La scuola ha il compito, ha affermato la dott.ssa Giannicola, di dare agli studenti la possibilità di gestire un mondo che si sta trasformando, favorendo in loro la costruzione di un pensiero critico, divergente, creativo. Questa è la nostra grande scommessa: operare una trasformazione della scuola dal suo essere “scuola di contenuti” a “scuola di pensiero” che supporti la conoscenza». In merito al territorio, spazio antropologicamente segnato da relazioni tra gli agenti che operano al suo interno, che hanno a che fare con la storia, le tradizioni e gli eventi, la dott.ssa Giannicola ha posto l’attenzione sulla candidatura di Cosenza a Capitale della Cultura 2026: «un’occasione da non perdere – ha affermato – per trasformare la città, attraverso un’adeguata progettualità, in un vero e proprio villaggio educativo in cui il territorio si integri all’interno della scuola, per creare una vera ‘alleanza educativà attraverso cui poter crescere e far crescere qualitativamente i nostri ragazzi».
Collegandosi alle parole della dott.ssa Giannicola, il Sindaco di Cosenza Franz Caruso ha voluto portare il suo saluto a relatori e pubblico, ricordando anzitutto la collaborazione sinergica già sperimentata dall’Amministrazione Comunale bruzia con il Rc Cosenza Sette Colli in occasione dell’iniziativa di adozione, avviata nei mesi scorsi, della rotatoria sul Ponte di Calatrava. Il primo cittadino ha poi posto l’attenzione sulla scuola, il cui ruolo sociale ed educativo non può essere messo in discussione. «La scuola» – ha affermato Caruso – «deve anzi tornare al centro del progetto sociale ed educativo delle nuove generazioni». Secondo il Sindaco «è importantissimo sostenere e rafforzare la scuola pubblica, che è il punto di incontro di differenze economiche, culturali, sociali». Il primo cittadino ha poi concluso il suo intervento con un invito ad associazioni e cittadini «affinché possano supportare l’Amministrazione Comunale nel cammino intrapreso da Cosenza con la candidatura a Capitale della Cultura 2026. Un percorso non facile, ma che se fatto insieme potrà senz’altro raccogliere buoni frutti “affinché Cosenza e il suo territorio crescano e migliorino dal punto di vista sociale e culturale».
Di altro tenore, ma certo non meno interessante, l’intervento del prof. Romita, che nella sua relazione dal titolo “Pnrr: idee e risorse per il turismo del territorio cosentino” e sollecitato da una specifica domanda del prof. Zinno a proposito dei tantissimi calabresi d’origine residenti all’estero sui quali poter incentrare il rilancio del turismo calabrese, ha posto l’attenzione sull’immagine ormai ampiamente abusata del “turismo delle radici”, evidenziando come secondo lui occorra invece un nuovo approccio che faccia sentire il calabrese di ritorno non come l’emigrato da accontentare, ma come il turista da attrarre e al quale proporre un’offerta matura e variegata. Ciò perché, come ha affermato Romita, «il turismo è un fenomeno sociale e quindi come tale va adattato alle mutate condizioni sociali. L’offerta turistica calabrese» – ha poi proseguito il docente – «resta invece ancorata a proposte poco attrattive perché spesso anacronistiche: a fronte di un’offerta turistica quasi esclusivamente balneare, si pensi all’immenso patrimonio archeologico della regione che resta tuttora poco sfruttato. Il turismo delle radici» – ha concluso – «è quindi un’opportunità, ma solo se permette il reale recupero dell’identità e favorisce il senso di appartenenza».
La discussione è poi proseguita grazie agli interventi del pubblico in sala. Le conclusioni sono state affidate al Pdg Pietro Niccoli, che ha evidenziato il ruolo del Rotary, presente e partecipe nel dare, attraverso le varie professionalità, pieno sostegno alle istituzioni. (rcs)