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Crollo viadotto, Legambiente: Incrementare controlli su appalti e limitare rischio idrogeologico

Crollo viadotto, Legambiente: Incrementare controlli su appalti e limitare rischio idrogeologico

Legambiente Calabria, esprimendo preoccupazione per il crollo del viadotto a Longobucco, ha rilanciato alla Regione la richiesta di «interventi celeri di messa in sicurezza del territorio, più controlli sugli abusi e maggiore vigilanza sugli appalti, per evitare drammi futuri».

«La Calabria, per come dimostra ulteriormente questa vicenda, ha ben altre priorità che la costruzione di ponti faraonici», ha ricordato Legambiente, sottolineando come «un evento connesso alle forti piogge che dovrebbe far riflettere le Amministrazioni competenti sulle vere priorità territoriali, sulle opere ed infrastrutture da realizzare in Calabria collegate alla crisi climatica in atto, sul rafforzamento necessario dei controlli in fase di costruzione e sulla successiva necessaria manutenzione».

«La Calabria è, infatti – si legge in una nota – tra le regioni in cui gli effetti della crisi climatica stanno diventando sempre più accentuati: dal 2010 ad aprile 2023 si sono verificati 90 eventi estremi di cui 35 allagamenti da piogge intense, 21 danni da raffiche di vento e trombe d’aria, 14 danni alle infrastrutture da piogge intense ed 8 frane da piogge intense; le vittime dal 2010 ad oggi sono state 17. La Calabria è quinta nella classifica nazionale per i danni ad infrastrutture secondo l’Osservatorio Città-clima di Legambiente».

«I nostri dati confermano un inquietante aumento nella frequenza degli eventi estremi – ha sottolineato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabriache si stanno verificando sul territorio della nostra regione. Tali eventi sono, infatti, passati da 61 alla fine del 2021 a 90 ad aprile 2023 subendo un incremento esponenziale».

«Ribadiamo l’urgenza e l’importanza – ha evidenziato – di incrementare gli interventi per limitare il rischio idrogeologico ed utilizzare competenze e risorse economiche e progettuali per mettere in sicurezza territori, persone ed attività economiche. Soprattutto occorre rispettare la natura ed i suoi elementi, agendo nell’ottica della prevenzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici».

In Calabria quasi il 20 % del territorio regionale è in uno scenario di pericolosità elevata per le alluvioni. Si tratta di fenomeni naturali che sono stati amplificati a dismisura negli ultimi decenni a causa di due fattori specifici: il consumo di suolo e il cambiamento climatico, entrambi di origine antropica. Il nostro fragile territorio – cementificato e impermeabilizzato – non è più in grado di regolare l’anomala alternanza tra periodi di pioggia intensa e di siccità. In Calabria si è costruito troppo e troppo spesso in zone pericolose e inadatte ed in maniera abusiva e la nostra è una delle regioni con il più alto tasso di reati nel ciclo del cemento. (rcz)

 

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