Legambiente attiva un percorso di partecipazione e confronto sull’impianto eolico onshore “Bruzio”

Nei giorni scorsi il circolo Legambiente Serre Cosentine ha avviato un processo di partecipazione e confronto, organizzando a Cerisano (CS) un incontro pubblico dal titolo “Eolico Bruzio, parliamone apertamente”.

L’evento è stato introdotto dal presidente del Circolo, Andrea Azzinnaro, che ha sottolineato come Legambiente consideri essenziali le energie rinnovabili per il futuro del pianeta, senza però sostenere un impianto specifico a priori. La realizzazione degli impianti deve seguire i necessari criteri di legge e rispettare i vincoli imposti.

All’incontro hanno partecipato l’ingegnere Luigi Clausi e la dott.ssa Rosanna Tenerelli della RWE, società tedesca che ha progettato un impianto eolico onshore nei comuni di Cerisano, Marano Principato, San Lucido e San Fili, con una potenza prevista di 70 MW.

Sul tema delle energie rinnovabili, in Calabria si sta verificando una sorta di corto circuito, dovuto in gran parte alla carenza di informazioni e alla diffusione di fake news su questi argomenti. I traguardi fissati dall’Italia rischiano di non essere raggiunti entro il 2030. Come evidenziato dall’ultimo report di Legambiente “Scacco Matto alle rinnovabili”, se il nostro Paese dovesse continuare con l’attuale ritmo, raggiungerebbe l’obiettivo di 80.000 MW di potenza da fonti rinnovabili solo nel 2038, con un ritardo di otto anni.

La situazione in Calabria è ancora più critica: il Decreto Aree Idonee prevede per la nostra regione un valore complessivo di 3.173 MW al 2030, ma tra il 2021 e il 2024 ne sono stati realizzati solo 386 MW, pari al 12,2% dell’obiettivo finale, con un grave deficit di installazioni. Se la Calabria continuerà con questo ritmo, accumulerà un inaccettabile ritardo di oltre vent’anni.

Oltre ai numeri e agli obiettivi, gli impianti di energia rinnovabile sono fondamentali per contrastare la crisi climatica, i cui effetti stanno diventando sempre più evidenti nella nostra regione. La crescente alternanza tra periodi di siccità, temperature anomale e alluvioni impatta su un territorio già fragile. Inoltre, le fonti rinnovabili limitano il forte inquinamento derivante dai combustibili fossili, come petrolio e gas naturale, rendendo i territori più indipendenti dal punto di vista energetico e contribuendo a ridurre i costi dell’energia per cittadini e imprese.

Eppure, in Calabria si registrano forti opposizioni pregiudiziali agli impianti rinnovabili, alcune fondate, ma spesso prive di basi scientifiche. Mancano analisi tecniche approfondite e percorsi di confronto con amministratori, cittadini e imprese, necessari per comprendere come gli impianti possano essere realizzati, migliorati ed eventualmente portare benefici ai territori.

Davanti a un pubblico numeroso e attento, è stato illustrato nei dettagli il progetto dell’impianto “Bruzio”, mettendo in luce sia gli aspetti positivi delle energie rinnovabili sia i benefici per i comuni interessati. Inoltre, l’ingegnere Ida Felice e la dott.ssa Miriam Palacios di GaiaTech hanno presentato, attraverso slide, le diverse fasi del monitoraggio ambientale, con particolare attenzione ai dati sulle rotte migratorie e sulla flora e fauna analizzati nell’arco di un anno.

L’incontro ha lasciato ampio spazio agli interventi del pubblico, in cui sono emerse perplessità a cui i proponenti hanno risposto, ma anche la volontà di cambiare rotta e contrastare i cambiamenti climatici. All’evento ha partecipato, in collegamento, Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente Nazionale. Tuttavia, si è registrata l’assenza dei sindaci e dei consiglieri dei comuni interessati, nonostante l’invito a partecipare.

L’evento si è concluso con l’impegno a organizzare nuovi momenti di confronto, auspicabilmente con la presenza delle amministrazioni locali. Solo attraverso il dialogo si potranno superare pregiudizi e ostacoli che spesso demonizzano le fonti rinnovabili. Inoltre, è stato sottolineato come sia fondamentale ragionare sulle opportunità che un impianto eolico può offrire alle comunità. Legambiente si impegnerà non solo a migliorare il progetto laddove vi siano criticità, ma anche a supportare i cittadini nella valorizzazione delle compensazioni, affinché l’impianto diventi un’occasione di sviluppo per il territorio.

Legambiente Calabria: Bene sequestro discarica abusiva a Camporato di Crotone

Legambiente Calabria e Legambiente Crotone hanno espresso il loro plauso per l’operazione condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Crotone, che ha portato al sequestro di una discarica abusiva di oltre 5.000 metri quadrati in località Camporato.

L’area, soggetta a vincoli idrogeologici, era adibita allo stoccaggio di oltre 2.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, tra cui una grande quantità di rifiuti edili e pneumatici fuori uso, in assenza delle necessarie autorizzazioni per la gestione e il trattamento dei rifiuti.

I proprietari e il conduttore del terreno sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone, guidata dal Procuratore Capo Domenico Guarascio.

«Restiamo in attesa degli esiti processuali, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza. Tuttavia, ancora una volta, la Calabria finisce tristemente al centro delle cronache per un caso legato al ciclo illegale dei rifiuti e del cemento, fenomeni che causano gravi danni ambientali e alimentano circuiti illeciti estremamente remunerativi a discapito della collettività», hanno dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, e Rosaria Vazzano, presidente del circolo Legambiente Crotone.

«La normativa sugli ecoreati – hanno spiegato –ha certamente reso più efficace la lotta ai crimini ambientali, ma è fondamentale intensificare le attività di controllo, prevenzione e repressione, soprattutto in territori fragili come la provincia di Crotone, per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini».

La speranza e l’impegno dei Circoli di Legambiente e dei volontari punta ad un’inversione di tendenza, che possa finalmente vedere i cittadini non più meri spettatori dello scempio ambientale, ma soggetti attenti e vigili, un deterrente reale per quanti in nome del profitto sacrificano il bene comune. (rcz)

Giovedì il settimo Ecoforum di Legambiente Calabria

Giovedì 27 febbraio, in Cittadella regionale, alle 9.30, si terrà il VII Ecoforum Calabria: “Economia Circolare 2030: priorità, cantieri e strumenti per raggiungere gli obiettivi europei”, promosso da Legambiente Calabria e Comuni Ricicloni Calabria.

L’edizione di quest’anno sarà incentrata sul tema “Economia Circolare 2030: priorità, cantieri e strumenti per raggiungere gli obiettivi europei” e vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esperti del settore e aziende impegnate nella gestione sostenibile dei rifiuti e nella promozione dell’economia circolare.

L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali di Roberto Occhiuto*, Presidente della Regione Calabria, e Giovanni Calabrese, Assessore all’Ambiente della Regione Calabria. Seguirà un approfondimento sulle politiche di economia circolare in Calabria, moderato da Laura Brambilla, Responsabile Nazionale Comuni Ricicloni, con l’introduzione di Anna Parretta, Presidente di Legambiente Calabria.

Interverranno esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui Salvatore Siviglia, Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria; Michelangelo Iannone, Direttore Generale Arpacal; Sergio Ferrari (in attesa di conferma), Presidente Arrical; Luciano Vigna (in attesa di conferma), Direttore Generale Arrical; Francesco Sicilia, Direttore Generale Unirima; Maria Concetta Dragonetto, Area rapporti con il territorio Conai. Le conclusioni saranno affidate a Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente.

Uno spazio sarà dedicato alle esperienze innovative nella gestione dei rifiuti e alla presentazione del Dossier Comuni Ricicloni Calabria, moderato da Emilio Bianco, Coordinatore Ecoforum Regionale Legambiente. Sarà inoltre dato ampio spazio alle testimonianze dei sindaci sulle sfide e sulle opportunità della raccolta differenziata nella regione.

La giornata si concluderà con la premiazione dei Comuni Virtuosi, un riconoscimento agli enti locali che si sono distinti per le loro performance nella gestione sostenibile dei rifiuti.

L’evento è realizzato in collaborazione con Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), Unirima (Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri) e con il supporto mediatico di Nuova Ecologia e Rifiuti Oggi.

Il 24 febbraio la prima edizione del Forum Energia di Legambiente Calabro

Il 24 febbraio, dalle 9.30, nella Sala Convegni University Club dell’Università della Calabria, si terrà la prima edizione Forum Energia organizzato da Legambiente Calabria  in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria.

Si tratta di un’importante occasione di confronto tra istituzioni, imprese, mondo dell’economia e della ricerca sul tema della transizione energetica come strumento chiave per contrastare i cambiamenti climatici.

Il forum affronterà il ruolo cruciale delle fonti rinnovabili, l’importanza della transizione ecologica per lo sviluppo sostenibile e la creazione di nuove opportunità occupazionali nella regione.Dalle 14:30 alle 16, il forum proseguirà con una Tavola Rotonda su “Edilizia: cercasi politiche per raggiungere gli obiettivi europei”, con focus sulla crisi climatica nel settore edilizio e sulle strategie di innovazione sostenibile.

Il Forum sarà l’occasione per presentare due progetti connessi ai temi energetici anche attraverso le due mostre che saranno installate nei pressi della Sala Convegni University Club dell’Unical in cui si svolgerà il Forum. Si tratta del progetto “Calabria al Centro del Mediterraneo”, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Calabria, che mira a valorizzare il rapporto del territorio calabrese con la sua dimensione costiera ed il mare, attraverso una cultura di salvaguardia ambientale e paesaggistica ed a promuovere una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e sui loro effetti, anche al fine di attivare politiche di mitigazione ed adattamento CUP J58D22000410001 e “Per un salto di classe”, un progetto di Kyoto Club e Legambiente su Materiali innovativi per l’edilizia, progetto ECF G-2410-6911.

La mattina del 24 febbraio il Forum sarà aperto dai saluti istituzionali di Nicola Leone, Rettore Università della Calabria; Riccardo Cristofaro Barberi, direttore del Dipartimento di Fisica Unical e Roberto Occhiuto, Presidente Regione Calabria.

Prima sessione: “Energia rinnovabile al centro del Mediterraneo”

L’evento sarà moderato da Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente Nazionale, con l’introduzione di Anna Parretta, Presidente Legambiente Calabria. Tra i relatori e gli esperti che interverranno: Simona De Iuliis di Enea; Rosario Varì, Assessore Sviluppo Economico Regione Calabria; Attilio Piattelli, Presidente Coordinamento Free – Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica; Emilio Sani, Consigliere Italia Solare; Simone Togni, Presidente Anev e Giuseppe Mendicino, professore Ordinario Unical.

Seconda sessione: “Il futuro della Calabria passa dall’energia”.

Interverranno Francesco Luca Basile, professore ordinario dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e delegato IT – Horizon Europe per  Clima, energia e mobilità e Raffaele Agostino, professore ordinario Unical.

Terza sessione: “Il ruolo dell’agrovoltaico”

In collegamento streaming, interverrà l’assessore all’agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo e a seguire, Alessandra Scognamiglio, Presidente Aias – Associazione Italiana Agrovoltaico Sostenibile.

Le conclusioni della mattinata, previste per le ore 12:30, saranno affidate a Stefano Ciafani, Presidente Legambiente Nazionale.

Tavola rotonda “Edilizia: cercasi politiche per raggiungere gli obiettivi europei” 14:30

L’incontro sarà moderato da Anna Parretta e vedrà la partecipazione di: Francesco Ferrante del Kyoto Club, che interverrà in collegamento; Roberto Rugna, Presidente Ance Calabria; Salvatore Le Pera, Presidente Anaci Cosenza; Marco Caffi, Presidente Green Building Council; Marco Saverio Ghionna, Presidente Ordine Ingegneri Provincia Cosenza; Pasquale Costabile, Presidente Ordine Architetti Provincia Cosenza.

Le conclusioni finali, previste per le ore 15:30, saranno affidate a Katiuscia Eroe, Responsabile Energia Legambiente Nazionale. (rcs)

 

Il webinar di Legambiente su “Cosa sono i cambiamenti climatici?”

Domani pomeriggio, alle 15, sulla pagina Facebook di Legambiente Calabria e su Zoom, è in programma un webinar dal titolo Cosa sono i cambiamenti climatici?

Intervengono Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, che presenterà il progetto “Calabria al centro del Mediterraneo”; Federico Grazzini, meteorologo Arpa, che interverrà su “I cambiamenti climatici e i suoi effetti”; Silvio Greco, vice presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, che parlerà di “Mediterraneo, ecosistema fragile”.

Un’opportunità da non perdere per approfondire una delle sfide più urgenti del nostro tempo e capire come agire per tutelare il nostro territorio e il nostro mare.

Un altro webinar, dal titolo L’impatto dei cambiamenti climatici su città e territori è in programma il 13 febbraio, alle 16.

Intervengono Giuseppe Mendicino, prof. ordinario all’Unical, sugli effetti dei cambiamenti climatici sul territorio e Francesco Luca Basile, prof. ordinario all’Alma Mater di Bologna e delegato Mur -Horizon Europe per  Clima, energia e mobilità. (rcz)

Legambiente Calabria: Centrale del Mercure incompatibile con Parco del Pollino

La centrale a biomasse del Mercure è fin dalla sua apertura incompatibile con le norme che tutelano il Parco nazionale del Pollino. È quanto ha ribadito Legambiente Calabria, ricordando come «nel 2025 il Presidente del Consiglio dei Ministri autorizzò la messa in esercizio dell’impianto in deroga con le norme di tutela dell’area protetta e contro il parere dell’Ente parco».

«Una violazione palese della tutela dell’ambiente e una scelta politica che ha avvantaggiato una società che ha potuto incassare gli aiuti di Stato per la produzione di energia rinnovabile», ha aggiunto l’Associazione, chiedendo alla Regione Basilicata di usare buon senso e di seguire l’esempio della Calabria».

«In particolare la Regione Calabria, in sede di approvazione del Piano del Parco del Pollino – ha detto Legambiente – ha dichiarato che l’autorizzazione in deroga del 2015 sia superata e dunque, nei fatti, la centrale è incompatibile con l’area protetta. Per capire questo non c’è bisogno di essere “ambientalisti” né di ulteriori norme regionali, basta ricordare la storia del centrale del Mercure per comprendere il buon senso della presa di posizione del presidente Roberto Occhiuto. Ciò che è sconcertante, sottolinea Legambiente, è che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi non abbia ancora espresso il parere sul Piano del Parco e dunque, uniformarsi, a quanto saggiamente deciso dal suo collega di partito».

Per questo l’Associazione ambientalista ha chiesto alla Regione Basilicata «una presa di coscienza e responsabilità approvando il Piano del Parco senza forzature della legge sulle aree protette, di seguire l’esempio della Calabria e di non concedere conceda più deroghe per l’esercizio di una centrale nata contro il parere dell’Ente parco».

«Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi – ha detto Legambiente – usi anch’egli il buon senso e decida se vuole il Parco, e dunque rispetti la legge 394/91 approvando in via definitiva il Piano del Parco, oppure dichiari che il Parco nazionale del Pollino è una finzione e sostenga, come continua fare, che all’intero del suo perimetro è possibile l’esercizio in deroga alle norme di una centrale a biomasse e fare qualsiasi altra attività o persino estrarre petrolio come già accade in altre parti della Basilicata!».

Sulla centrale del Mercure, da sempre Legambiente ha espresso un parere negativo perché si tratta di un impianto di produzione di energia che contraddice i più elementari criteri di sostenibilità ambientale: è poco performante dal punto di vista energetico perché ha un rendimento dichiarato in sede di progetto del 26%; ha una potenza elettrica netta di 35 MW (41 MW di potenza elettrica lorda) e produce solo energia elettrica e si mantiene grazie agli incentivi statali; necessita di 340-500mila tonnellate/anno di biomassa proveniente da territori molto ampi e superiori a 120 Km che sono il limite della filiera di approvvigionamento che in fase di realizzazione della centrale si è dichiarato di voler rispettare; è un limite allo sviluppo di filiere forestali sostenibili e alla crescita di imprese boschive locali che si sono specializzate più sul trasporto del cippato; viene utilizzato cippato proveniente da legno vergine e non si rispetta il principio di uso a cascata delle risorse agroforestali; la filiera di approvvigionamento avviene con trasporto su gomma e contribuisce all’aumento delle emissioni inquinanti; è in contrasto con la Strategia Europea che punta a migliorare la qualità delle foreste e delle sue filiere, compresa quella energetica.

«Legambiente da 15 anni denuncia l’incompatibilità dell’impianto a biomasse – ha ricordato l’Associazione – ed ha sempre sottolineato che la centrale del Mercure non è sostenibile. Ciò non vuol dire essere contrari alla filiera legno-energia ma solo a questa tipologia di impianto, senza che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica intervenisse per risolvere un vulnus che lo stesso, in altra epoca, ha creato».

«Non interviene nemmeno – ha aggiunto – per far rispettare i termini di 18 mesi previsti dalla legge 394/91 affinché la Regione Basilicata adotti in via definitiva il Piano del Parco nazionale del Pollino come ha già fatto nel 2023 la Regione Calabria. Senza il Piano, l’area protetta più vasta d’Europa, con due riconoscimenti Unesco, è sprovvista di uno strumento necessario a migliorare la qualità della sua gestione che al momento si basa su norme provvisorie risalenti al 1993: l’area protetta vanto dell’Italia in Europa da 32 anni viene gestita in maniera provvisoria e questo non preoccupa gli amministratori locali impegnati a difendere una centrale che è la negazione stessa del Parco nazionale del Pollino».

Per Legambiente «il presidente della Calabria Roberto Occhiuto ha fatto bene a ribadire che la centrale è incompatibile con il Parco nazionale, e condividiamo con lui la consapevolezza che non doveva nemmeno essere autorizzata da chi lo ha preceduto», ha detto Legambiente, sottolineando come «allo stesso tempo ribadiamo la nostra disponibilità, così come abbiamo fatto fin dal 2016 dopo le inchieste Stige e Black Wood della DDA di Catanzaro, a lavorare per rigenerare il settore produttivo forestale verso la strada della gestione forestale sostenibile per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica e, al contempo, aiutare le imprese boschive a fare quel salto di qualità che la dipendenza dalle grandi centrali a biomasse non permette di realizzare». (rcz)

 

Legambiente: Rigassificatore di Gioia Tauro in direzione contraria a transizione ecologica

«Il rigassificatore va nella direzione contraria alla transizione ecologica e legherebbe la Calabria per almeno per i prossimi 15-20 anni (considerati tempi di costruzione e ammortamento) ad una tecnologia fossile che non trova spazio nella prospettiva europea». È quanto ha detto Legambiente Calabria, ribadendo la propria contrarietà al rigassificatore di Gioia Tauro, a seguito della conferma, da parte del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di voler «realizzare un mega rigassificatore a Gioia Tauro, proponendo la Calabria come candidata dopo che il Consiglio regionale della Liguria ha bocciato lo spostamento del rigassificatore mobile “Golar Tundra” da Piombino a Vado Ligure».

«L’impianto in oggetto, sulla base del progetto noto – ha spiegato l’Associazione – comprenderebbe una struttura fissa che ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno e dovrebbe riportare allo stato gassoso 12 miliardi, estensibili a 16 di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco dovrebbe essere realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa».

«Si tratta di un impianto inutile e pericoloso per la salute – viene sottolineato – ed il clima che costerebbe cifre molto ingenti- che da quanto dichiarato dal presidente Occhiuto sarebbe finanziata con imposte sulle bollette energetiche, che già sono alte e subiscono continui rincari proprio a causa della dipendenza dal gas fossile del nostro Paese – e richiederebbe molti anni per la sua costruzione».

«Si ricorda che le emissioni già al 2030 quando il rigassificatore (forse) inizierebbe a funzionare – ha proseguito Legambiente – dovranno già essere state ridotte del 55% (rispetto al 1990). Questo impianto si troverebbe quindi a competere in un mercato nel quale i consumi di gas sono previsti, come sta già avvenendo, in costante discesa».

«La certificazione del trend che riguarda il calo dei consumi di gas in Italia, e nella stessa Calabria – ha detto Legambiente – è un dato acclarato. Tra gennaio e giugno 2024, le famiglie hanno utilizzato quasi 31,1 miliardi di metri cubi di gas naturale, in calo del -4,6% rispetto al consumo nella prima metà dell’anno scorso. Un trend confermato, nel 2022, con 68,5 miliardi di metri cubi consumati, contro i 76 dell’anno precedente, e così via negli anni precedenti. In un raffronto più vicino, nel mese di gennaio 2023, uno dei mesi in cui il freddo si fa sentire maggiormente, il consumo di gas metano si è fermato a -22% rispetto al gennaio dell’anno precedente. Un crollo dei consumi di gas in Italia che non è la conseguenza dei vari conflitti in atto ma tocca direttamente la capacità di spesa delle famiglie».

«La costruzione del rigassificatore, oltretutto – ha aggiunto Legambiente – avverrebbe in una zona indicata dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 aggiornata con delibera della Giunta regionale della Calabria n. 47 del 2004 come zona 1 che identifica la zona con la più alta pericolosità sismica dove possono verificarsi fortissimi terremoti. L’impianto poggerebbe sopra una faglia sismogenetica attiva, la stessa da cui scaturì il distruttivo terremoto del 1783, che plasmò addirittura l’orografia dei territori».

«La costruzione di quello che sarebbe il più grande rigassificatore d’Europa – ha ricordato l’Associazione – è stata bocciata per due volte di seguito dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sempre per gli stessi motivi: massima sismicità dell’area e liquefazione dei terreni».

«Inoltre, il rigassificatore – viene spiegato – andrebbe ad inserirsi in un territorio di dimensioni limitate nel quale già insiste l’unico inceneritore della Calabria, una centrale a turbogas, , un impianto di depurazione che serve quasi la metà dei comuni (33) della piana di Gioia Tauro, ed infine il porto di Gioia Tauro. Tutti impianti ‘a rischio di incidente rilevante’ secondo la normativa Seveso III, di cui il rigassificatore per la sua pericolosità intrinseca, gioca la parte più delicata».

«La Calabria non può permettersi questi errori – ha ribadito Legambiente –. È indispensabile, per contrastare gli effetti dell’emergenza climatica e di quella energetica, che diviene anche crisi sociale, ambientale ed economica, che efficienza energetica e le energie rinnovabili, alternative alle fonti di energia tradizionali prodotte con combustibili come carbone, gas naturale e petrolio, diventino strategia prioritaria per consentire il raggiungimento degli obiettivi comunitari energetici entro il 2030 e arrivare all’azzeramento dei gas climalteranti in atmosfera entro il 2050 meglio entro il 2040 come da indicazioni della Commissione Europea, per  garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti».

«Legambiente Calabria ha proposto questa ed altre osservazioni rispetto al nuovo piano regionale integrato energia e clima di cui appare sempre più evidente l’urgenza – si legge nella nota –, così come è indispensabile da parte della Regione Calabria la celere emissione di un provvedimento che individui le superfici ed aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili per come previsto dal D.M. 21 giugno 2024».

«Servono strategie decise e determinate – si legge ancora – per raggiungere gli obiettivi fissati in termini di sviluppo delle fonti rinnovabili, di efficienza energetica, di mobilità e filiera industriale anche per migliorare la qualità di vita dei cittadini. Anche per trasformare la Regione in un vero hub delle rinnovabili, con opportunità di sviluppo di filiere a queste associate e facendo cogliere ai territori tutti i relativi vantaggi in termini di miglioramenti della qualità della vita e innovazione».

«Continuare ad inseguire le fonti fossili e ritenere salvifiche opere come il rigassificatore nonostante la gravità, sempre più evidente – ha concluso Legambiente – della crisi climatica in atto, significa per la Calabria il rischio concreto del mancato raggiungimento degli obiettivi e ripercussioni insostenibili sulla salute, sul territorio e sull’ambiente». (rrc)

RICADI (VV) – Inaugurate le mostre Il Museo delle Caldaie” e MaINN

Si potranno visitare fino a gennaio “Il Museo delle Caldaie” e MaINN – Materiali innovativi per l’edilizia”, le mostre inaugurate nei giorni scorsi alla Green Station di Santa Domenica di Ricadi e promosse da Legambiente Calabria e con il supporto del circolo di Ricadi e degli altri circoli vibonesi.

L’esposizione, che rientra nell’ambito della campagna “Per un salto di classe”, promossa da Legambiente e Kyoto Club, puntano a sensibilizzare sull’obsolescenza degli impianti di riscaldamento a gas e a promuovere l’utilizzo di materiali innovativi e riciclati, sia per nuove costruzioni che per ristrutturazioni. Il messaggio principale è chiaro: la scelta di materiali naturali e sostenibili, in un’ottica di bioeconomia circolare, è cruciale per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica.

L’evento è stato anche un’occasione per sensibilizzare sui cambiamenti climatici e i loro effetti, attraverso la presentazione del progetto “Calabria al Centro del Mediterraneo”. Cofinanziato dalla Regione Calabria e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il progetto prevede una mostra itinerante sui cambiamenti climatici in Calabria e nel bacino del Mediterraneo, che toccherà le cinque province della regione.

L’evento ha registrato una grande partecipazione di cittadini, giovani, associazioni e autorità locali. Il presidente del circolo di Legambiente di Ricadi, Francesco Saragò, ha aperto i lavori soffermandosi sull’efficienza energetica degli edifici e sulla normativa per la gestione degli impianti termici. Ha inoltre annunciato le attività che coinvolgeranno scuole e ordini professionali nel mese di gennaio.

Tra i diversi interventi, quello dell’architetto Emanuele Miano, che ha approfondito gli aspetti tecnici delle mostre, e della presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta.

«Con iniziative come questa – ha dichiarato Parretta – vogliamo sottolineare la gravità della crisi climatica ma, allo stesso tempo, offrire risposte concrete. Siamo impreparati agli impatti crescenti del cambiamento climatico, ma per raggiungere la neutralità climatica e migliorare la qualità della vita dobbiamo ripensare il patrimonio edilizio e l’urbanistica in chiave sostenibile. L’efficienza energetica degli edifici, la riduzione dei consumi e l’adozione di fonti rinnovabili non solo aiutano l’ambiente, ma portano vantaggi economici significativi».

L’edilizia al centro della transizione energetica

Il settore edilizio riveste un ruolo cruciale nella transizione ecologica. In Italia, il consumo energetico del settore residenziale rappresenta circa il 29% del totale (dati 2022) ed è in gran parte legato a fonti fossili, come metano e gasolio. Questi contribuiscono significativamente alle emissioni di gas climalteranti e al caro energia, che grava soprattutto sulle famiglie più vulnerabili.

La Direttiva europea “Case Green”, in vigore dal maggio 2024, impone ai governi nazionali misure per migliorare l’efficienza energetica, con particolare attenzione agli edifici con le peggiori prestazioni. In Italia, a partire dal 1° gennaio 2025, non sarà più possibile beneficiare di agevolazioni per l’acquisto di caldaie a gas, mentre dal 2040 scatterà il divieto di commercializzazione di questi impianti. “Decarbonizzare l’edilizia è un obiettivo ambizioso ma realizzabile,” ha sottolineato Parretta. “Le tecnologie e le competenze esistono: dobbiamo lavorare affinché tutti possano vivere in edifici di classe A.” (rvv)

SANTA DOMENICA DI RICADI (VV) – S’inaugura le mostre della campagna di Legambiente e Kyoto Club

S’inaugurano domani, a Santa Domenica di Ricadi, alle 18, alla Green Station, due mostre innovative: il Museo delle Caldaie e MaINN – Materiali Innovativi e Sostenibili.

Le esposizioni, promosse da Legambiente Calabria con il supporto del Circolo territoriale Legambiente Ricadi, vogliono raccontare il grande cambiamento in corso nel modo di progettare e costruire, fornendo ai cittadini informazioni trasparenti per scegliere consapevolmente materiali che migliorino la qualità abitativa e la sostenibilità ambientale.

Nei giorni successivi all’inaugurazione, sono previste iniziative dedicate al coinvolgimento delle scuole, per sensibilizzare anche le nuove generazioni sui cambiamenti climatici e sul tema della sostenibilità edilizia.

Un’occasione unica per scoprire soluzioni all’avanguardia che promuovono un futuro più sostenibile, con particolare attenzione al settore edilizio, uno dei principali responsabili dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra in Italia.

Secondo il Rapporto annuale di ENEA sulle certificazioni energetiche, al 2023 ben il 62,7% degli edifici residenziali italiani ricade nelle ultime tre classi energetiche (dalla E alla G), evidenziando problemi di isolamento termico e dispersione energetica. Questa inefficienza incide non solo sull’ambiente, ma anche sui costi energetici delle famiglie.

La campagna #PerUnSaltoDiClasse di Legambiente e Kyoto Club punta a sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di rendere gli edifici più efficienti e meno impattanti, grazie a soluzioni come:

  • L’uso di materiali innovativi e sostenibili, facilmente reperibili sul mercato, che garantiscano proprietà ignifughe, termoisolanti e fonoassorbenti;
  • L’elettrificazione dei consumi termici attraverso fonti rinnovabili;
  • L’autoproduzione e l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili. (rvv)

Legambiente Calabria: Servono piani di adattamento contro erosione costiera

«La Calabria ha urgente bisogno di piani di adattamento ai cambiamenti climatici che integrino misure per affrontare l’erosione costiera e ridurre i rischi per persone, infrastrutture ed economia. Solo un approccio sistemico può affrontare le crescenti criticità del nostro territorio». È quanto ha detto Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, sottolineando come «le nostre coste, un patrimonio ambientale, turistico e culturale, sono sempre più fragili a causa dell’antropizzazione e dell’abusivismo».

«In questi giorni – ha spiegato Legambiente – la Calabria è colpita da intensi fenomeni meteorologici che stanno causando notevoli disagi sul territorio. Soprattutto sul versante tirrenico, il mare agitato e i venti forti hanno ulteriormente aggravato una situazione già critica per l’erosione costiera».

«A rischio non solo la viabilità, con danni significativi alla Statale 18, ma anche le abitazioni più vicine alla costa: nel comune di Nocera Terinese, ad esempio, si sta valutando lo sgombero di alcune famiglie», ha riportato l’Associazione, che da tempo la gravità dell’erosione costiera in Calabria, un fenomeno destinato a peggiorare con l’aumento degli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici.

Per questo l’Associazione ha chiesto alla Regione di fare chiarezza sull’attuazione del Master Plan 2017 e delle misure previste dalla Delibera n. 45 del febbraio 2024.

«Secondo i dati dell’Osservatorio Città Clima e del Rapporto Spiagge 2024 – ha riferito Legambiente – dal 2010 al 2024 in Calabria si sono verificati circa 100 eventi meteorologici estremi, la maggior parte lungo le coste. A fine novembre 2024 sono 109. Questo trend, che colpisce tutto il Paese, è particolarmente accentuato nel Sud Italia, con la Calabria al terzo posto dopo Sicilia e Puglia. Dai dati ISPRA emerge che su 613 km di coste basse della regione, quasi il 30% è soggetto a erosione».

«Già nel 2014 – ha proseguito Legambiente – l’ex Autorità di Bacino Regionale aveva approvato un Master Plan per la mitigazione del rischio di erosione costiera, suddividendo il territorio in 21 macro-aree e pianificando interventi di difesa delle coste. Successivamente, sono stati introdotti il Piano di Bacino Stralcio di Erosione Costiera (PSEC) e il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI), con misure specifiche per perimetrare le aree a rischio e stabilire priorità d’intervento».

«Nel 2017 – ha ricordato l’Associazione – la Giunta Regionale ha approvato un programma di mitigazione per oltre 600 milioni di euro, inclusi 65 milioni dal Por 2014-2020 mentre nel febbraio 2024 è stata adottata un’ulteriore delibera per il ripristino e il potenziamento delle opere di difesa costiera già esistenti e l’attuazione di nuove misure».

I«ntervenire ora è essenziale per evitare di affrontare queste emergenze solo in modo reattivo e frammentario. L’erosione costiera è solo uno degli effetti della crisi climatica che colpiscono la Calabria, regione considerata un hotspot dei cambiamenti climatici», ha ribadito Legambiente, sottolineando la necessità «di una strategia che segua i principi dell’Europa e del Ministero dell’Ambiente, bilanciando mitigazione (riduzione delle emissioni di gas serra) e adattamento (aumento della resilienza dei sistemi naturali e socio-economici)».

«La sensibilizzazione è cruciale – ha concluso Legambiente –. Entro il 2050, i cambiamenti climatici trasformeranno profondamente il territorio, ed è necessario che la cittadinanza ne sia consapevole. In questa direzione si colloca il progetto di Legambiente “Calabria al Centro del Mediterraneo”, realizzato con il supporto della Regione Calabria e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali». (rcz)