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CROTONE – Il compositore Franco Eco firma le musiche del film “InFiniti”

Dopo aver firmato la colonna sonora di “Un amore così grande”, commedia sentimentale ambientata nel mondo della musica classica, prosegue con successo la collaborazione del compositore e produttore discografico crotonese Franco Eco con il regista Cristian de Mattheis. Sue sono infatti le musiche che accompagnano “InFiniti”, un’altra storia d’amore contemporanea ambientata principalmente a Recanati, città natale di Giacomo Leopardi che rappresenta il leitmotiv della vita dei cinque protagonisti alle prese con le difficoltà quotidiane delle relazioni.

«D’accordo con De Mattheis, regista di una sensibilità musicale straordinaria, ho deciso di puntare sul pianoforte, un suono che esplora le profondità delle emozioni umane attraverso una lente d’ingrandimento sonora e una narrativa unica. Ho scelto il formato di dieci sonate per pianoforte per accompagnare questo viaggio emotivo che si snoda lungo la trama. Ogni sonata è una storia a sé, progettata per riflettere un particolare stato d’animo nonché momenti cruciali nella vita dei protagonisti, ma tutte insieme compongono un arco emozionale che si espande da un primo accenno di incertezza sino alla risoluzione finale» dichiara Eco illustrando le musiche che, andando oltre la struttura classica della sonata, impreziosiscono il film in uscita il 21 settembre al cinema.

A seguito della presentazione del trailer durante un evento alla Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola cinematografica, prodotta da Michele Calì e contraddistinta da un cast di giovani talenti come Francesca Loy, Fabiola Morabito e Gabriele Rossi – noto per i fortunati ruoli in Tutti pazzi per amore e A un passo dal cielo -, ma anche da un brano del compositore reggino Alessandro Bagnato, è pronta ad esplorare, in un continuo alternarsi tra tensione e risoluzione, i conflitti interiori dei personaggi.

Elemento essenziale è il concetto di infinito che, con un evidente richiamo a Leopardi, mostra come due persone possono camminare nello stesso spazio, ma ritrovarsi alla fine in punti diametralmente opposti. Così come avviene nel nastro di Möbius che, ci tiene a sottolineare Eco, ha un ruolo centrale anche nella composizione pianistica.
«Si tratta di una superficie con una sola faccia e un solo bordo che simboleggia una continuità e dunque un ciclo senza fine, ricreato anche musicalmente. Di raddoppio al pianoforte principale, infatti, ad una frequenza più bassa si sente un pianoforte del sottosopra che suona le stesse note al contrario. Quasi come se fosse un linguaggio esoterico del tempo infinito» spiega.

In tal modo trama e colonna sonora del film si intrecciano in un evidente stato di riflessione, come se si specchiassero suonando una musica palindroma. «Le sonate per pianoforte possono essere viste come una reincarnazione sonora dell’infinito, che offre una sospensione senza tempo alle piccole sfaccettature emozionali del film» conclude Eco, reduce dal successo della terza edizione del Festival della Colonna Sonora in Calabria, di cui è direttore artistico. (rkr)

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