Diventa sempre più complicata la consegna della corrispondenza in Calabria, con ritardi e disservizi insopportabili. Diminuiscono i portalettere, si dilatano le zone da servire e i disagi si moltiplicano in modo esponenziale in tutta la regione.
Lo segnala il consigliere regionale Gianluca Gallo, ponendo in risalto i grattacapi derivati all’utenza dal piano di rimodulazione delle zone di recapito, varato da Poste Italiane la scorsa primavera e rimasto immutato nonostante le proteste in ordine alle conseguenze sulla qualità del servizio. «Lo scorso aprile – ricorda il capogruppo alla Regione della Cdl – la rimodulazione ha preso il via nel Cosentino, in particolare nei comprensori del Pollino, dell’alto Ionio e del Tirreno, dopo che già era stato avviato in altre aree. Sin da subito, anche attraverso i sindaci e le associazioni dei consumatori, i cittadini avevano lamentato i cambiamenti peggiorativi che ne erano derivati, ma a distanza di mesi poco o nulla è stato fatto per ovviare a quegli inconvenienti».
Rimarca Gallo: «In sostanza, si è proceduto ad un ampliamento delle zone di recapito, diventate alquanto più grandi rispetto a prima, senza che però a ciò abbia fatto da bilanciamento un corrispondente incremento della forza lavoro impiegata. Per dire: se prima un postino aveva su di sé la responsabilità di un solo quartiere, adesso si trova a dover garantire la copertura di un territorio più ampio, trovandosi nell’impossibilità di poter garantire passaggi quotidiani». Ed il postino, ormai, raramente bussa due volte a settimana. «La frequenza di consegna della posta – prosegue il consigliere regionale – si è ridotta sensibilmente, con ripercussioni negative per tutti, dai cittadini alle piccole imprese, che ricevono con grave ritardo riviste, comunicazioni pacchi e, soprattutto, bollette varie».
Da qui la richiesta a Poste Italiane «di non rimanere sorda alle segnalazioni provenienti da più parti, valutando l’utilità di modifiche idonee a migliorare la situazione, magari attraverso l’introduzione di significativi contingenti di personale a tempo determinato almeno nelle aree dove si sono registrate le difficoltà maggiori». Non manca, in chiusura, un invito alla Giunta regionale, già interpellata ma invano: «La questione – sottolinea Gallo – merita la dovuta attenzione anche da parte della Regione: come del resto fatto da altre Regioni, si convochi anche in Calabria un apposito tavolo di monitoraggio e confronto, per vagliare congiuntamente e col bollo istituzionale le criticità evidenziate dappertutto e definire le iniziative opportune a colmare ogni lacuna». (rrm)