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È QUELL’INSOSTENIBILE DIVARIO NORD-SUD
LA ROVINA DI CALABRIA E DEI CALABRESI

Un augurio di pace

di FRANCESCO RAO – Quella del Meridione è una questione più aperta che mai. Se storicamente vi è stata una costante attenzione, sorretta dal protratto dibattito politico e culturale, il risultato complessivo, posto sotto i nostri occhi, è alquanto insufficiente sia alle aspettative di quanti hanno creduto alle varie opportunità offerte al Meridione dalle ingenti quantità di finanziamenti per superare il divario Nord-Sud, sia nel registrare il rapporto tra sviluppo e dinamicità dei tempi. Ma perché appare tutto così difficile nella realtà e durante il susseguirsi delle campagne Elettorali i Meridionali vengono di volta in volta corteggiati, conquistati e poi abbandonati? Al momento, direi che le due grandi personalità che hanno saputo guardare alle criticità del Meridione con l’intento di poterlo affrancare da una certa debolezza strutturale sono stati l’on. Giacomo Mancini e Silvio Berlusconi. Il primo cosentino doc, esponente storico del PSI, eletto per ben dieci volte alla Camera dei deputati e nominato quale Ministro dei Lavori Pubblici e successivamente Ministro della Sanità. Di Silvio Berlusconi, a partire da quel 27 marzo del 1994, è stato scritto e detto di tutto. Nel profondo rispetto nutrito nei confronti dei numerosissimi delatori, devo constatare che l’on. Giacomo Mancini ha reso possibile la valorizzazione della Calabria mediante la costruzione dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’on. Silvio Berlusconi, ricorrendo all’utilizzo di una Legge Obiettivo, reso la Salerno-Reggio Calabria, oggi Autostrada del Mediterraneo, l’arteria stradale italiana tra le più moderne e sicure d’Europa. Il tempo intercorso tra la realizzazione dell’autostrada e il successivo processo di rivisitazione strutturale, adeguato ai nuovi carichi di transito, è stato di circa 44 anni. Fatta questa breve premessa, l’attenzione posta ai gentilissimi lettori di Calabria.Live, per le questioni afferenti alle criticità infrastrutturale che rendono ancora oggi difficoltosa la mobilità di persone e merci, non può che farci ritornare ancora per una volta al solito dilemma: per il Meridione c’è o non c’è la volontà di affrancarlo da tutte quelle problematiche riportate, sommate e stratificate nel tempo che oggi ne comportano rinnovate e complicate difficoltà alle quali le persone non sono più disposte ad essere esposte per raggiungere una regione che può offrire tanto in termini di qualità della vita, bellezza paesaggistica, ricchezza culturale e culinaria? Per intenderci, in tre ore, da Roma o Milano, si raggiungono le grandi capitali Europee. Oggi, da Milano o Roma, per raggiungere Reggio Calabria, a quale Santo bisognerà essere devoti e soprattutto si può mai accettare l’idea che il prezzo del biglietto, da quantificare per una famiglia, debba essere quasi quasi oggetto di una finanziaria? Non vorrei essere pessimista, ma la logica del libero mercato, contrariamente alla fortuna che hanno saputo cogliere altre regioni, per noi non è stata tale. (fr)

[Francesco Rao è sociologo e presidente della sezione calabrese dell’Associazione nazionale sociologi]

 

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