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CALABRIA CENTRALE NEL RECOVERY PLAN
ARRIVA IN SENATO LA RABBIA DEI SINDACI

Ernesto Magorno in Senato

Giornata calda, in Senato, a proposito del Recovery Plan. Una formulazione che, come abbiamo più volte ribadito, penalizza e mortifica la Calabria, assegnando meno che briciole delle risorse disponibili. Il Recovery Plan predisposto dal Governo si è dimenticato in toto della Calabria, della necessità di tante infrastrutture, della 106, della portualità (con al centro il Porto strategico di Gioia) e via discorrendo. Il documento è arrivato in Parlamento per un esame e le opportune modifiche e correzioni. L’Anci Calabria ha espresso il totale dissenso nei confronti di un progetto che ha ignorato l’intera regione, trovando nel sen. Ernesto Magorno di Italia Viva uno strenuo sodale in questa difficile battaglia. È evidente che, pur con la volontà ritrovata di correggere omissioni e incongruenze, non ci sono i tempi tecnici per riscrivere da capo (come sarebbe in realtà opportuno e auspicabile) l’intero documento. Il problema vero è che il Plan predisposto dal Governo sembra una raccolta di buone intenzioni, con vistose assenze di aspetti programmatici, progettuali ed economici. Si corre il rischio che l’Europa respinga il piano di Ripresa e resilienza italiano per mancanza di progetti infrastrutturali credibili e cantierabili nei sei anni previsti dal fondo straordinario. Non si parla del Ponte sullo Stretto (eppure sarebbe immediatamente cantierabile, con tanto di progetto esecutivo già pronto e a suo tempo approvato), non si parla della strada della morte (la famigerata statale 106) che costituisce una grave strozzatura per lo sviluppo economico, turistico e ambientale di tutta la fascia jonica, non si parla di Alta velocità/Alta Capacità, ovvero la messa in opera di una nuova linea con binari adeguati ai treni superveloci che colleghi Salerno con Reggio. C’è solo un vago accenno a un non meglio definito “ammodernamento” della linea, che, appunto, non significa nuova linea ad Alta Capacità (in grado cioè di sostenere i 300 kmh), con un vergognoso investimento di poco più di mezzo miliardo di euro (a fronte dei 209 che il Recovery Fund ha destinato all’Italia). Quest’Italia a due velocità che non piace al Mezzogiorno (e il Manifesto per il Sud lanciato dal presidente della Svimez Adriano Giannola con altri emeriti studiosi, intellettuali e professionisti sta raccogliendo ampi consensi) e soprattutto non piace alla Calabria. I sindaci della regione sono molto arrabbiati e hanno fatto arrivare in Parlamento il proprio disappunto e l’indignazione per l’inezia fin dimostrata dalle forze politiche.

Magorno, in un acceso intervento in Senato, ha ribadito che la Calabria deve essere centrale nel Recovery Plan: «La Calabria – ha detto – ancora una volta viene dimenticata e il Recovery Plan, che avrebbe dovuto rappresentare un’importante svolta per questa Regione, di fatto la ignora, allontanandola sempre di più dal resto del Paese. Molti sindaci calabresi, in questi giorni, dalle loro trincee, hanno fatto sentire la propria voce di protesta, evidenziando il rischio reale che, anche in questa occasione, unica e irripetibile ,vengano mortificati i diritti e le aspettative dei cittadini».

«Il Comitato Direttivo dell’Anci Calabria, all’unanimità – ha ricordato Magorno – ha ribadito le problematiche, le omissioni, le incongruenze, le disattenzioni del Recovery Plan verso la Calabria e i Calabresi. Con il loro documento, i sindaci vogliono sensibilizzare deputati e senatori di ogni schieramento a prendere una posizione netta e determinata a favore della Calabria per modificare un testo che, se pure migliorato rispetto alla prima stesura, non scalfisce minimamente i ritardi storici che umiliano questa martoriata terra».

«Come senatore e, ancora prima, come sindaco di Calabria – ha evidenziato – io sarò in prima linea a lottare affinché le rivendicazioni dei primi cittadini vengano accolte per intero. In questo momento storico, non sono possibili mediazioni di nessun tipo, non sono ammissibili indugi, non sono sopportabili diserzioni, non sono accettabili tentennamenti, non sono tollerabili furbizie, non sono concepibili interessi personali o politici».

«La Calabria – ha detto con forza – deve essere rappresentata, tutelata e difesa oltre ogni limite. È inutile scandalizzarsi di fronte alle affermazioni di Corrado Augias su una Calabria condannata all’emarginazione, se poi alle parole non seguono azioni concrete e mirate a colmare gli atavici deficit di questa Regione. Nelle scorse settimane, ho votato contro il decreto Calabria e da senatore della maggioranza che fu; ho, quindi, votato contro la fiducia al Governo. E sempre per il bene della Calabria, voterò anche contro il Recovery Plan, qualsiasi Governo verrà alla luce nei prossimi giorni, se verrà alla luce, e lo farò per dare un futuro e nuove prospettive di crescita alla mia terra!.

«La Calabria – ha proseguito – non è una terra perduta, è una terra abbandonata, isolata, dimenticata, utilizzata, una terra che con grande dignità e grande forza chiede di avere le stesse opportunità avute da altri territori. È vero, la Calabria è piena di contraddizioni e criticità ma, da tempo, ha iniziato un cammino per superare insidie e ostacoli , primi fra tutti ’ndrangheta e malaffare».

«La Calabria – ha concluso il senatore di Italia Viva – è una terra di uomini e donne che hanno capacità, competenza, intelligenza e tenacia per operare fattivamente per il riscatto delle proprie comunità. Bisogna, però, mettere a loro disposizione le risorse e gli strumenti necessari. Il Recovery Plan deve fare anche questo e io lavorerò e mi batterò affinché tutto non resti un sogno ma diventi realtà». (rrm)

Il video dell’intervento in Senato

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