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FONDO DI COESIONE, OBIETTIVO LONTANO
IN QUATTRO ANNI SPESI SOLO 2,8 MILIARDI

FONDO DI COESIONE, OBIETTIVO LONTANO IN QUATTRO ANNI SPESI SOLO 2,8 MILIARDI

di ERCOLE INCALZA –

In realtà il Servizio Studi della Camera dei Deputati ha effettuato una capillare analisi sulle reali disponibilità residue del Fondo fi Sviluppo e Coesione ed ha scoperto che dei 78,1 miliardi di euro previsti per il periodo dal 2021 al 2027 sono disponibili ancora 3,8 miliardi di euro (lo scrivo per esteso perché sembra incredibile: tre miliardi e ottocento milioni di euro). E questo dato è motivato in modo dettagliato attraverso questi passaggi che ritengo opportuno riportare di seguito: con specifiche disposizioni di Legge è stata finora disposta l’assegnazione di risorse per un totale di circa 28,8 miliardi di euro (tutto documentato in modo dettagliato attraverso l’elenco dei singoli provvedimenti); con Delibere del Cipess, invece, sono stati assegnati 45,5 miliardi (in particolare per le Amministrazione Regionali 30,6 miliardi di euro (vedi Tabella A), per i vari Ministeri 13,8 miliardi di euro ed ulteriori 1,1 miliardi di euro per ulteriori accordi) (tutto dettagliato con le singole Delibere del Cipess).

Ma in questa analisi emerge un ulteriore allarme: dei 78,1 miliardi di euro previsti sempre dal Fondo, allo stato è stato speso solo il 4% e gli impegni di spesa non hanno superato il 12,4%. In realtà ci preoccupiamo del Pnrr dove è ormai conclamato il raggiungimento di una spesa non superiore al 46% entro il 30 giugno del 2026 e non ci allarmiamo in modo adeguato sul fatto che dei 78,1 miliardi di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione ne abbiamo appena spesi, ripeto, 2,8 miliardi e, entro il 2027 dovremmo spenderne circa 76 miliardi di euro.

È vero che nel caso del Fondo di Sviluppo e Coesione è possibile utilizzare un ulteriore periodo di circa due anni, ma anche in presenza di questo ulteriore periodo siamo sempre di fronte ad un obiettivo impossibile da raggiungere.

Mi chiedo d’altra parte come potremo spendere 76 miliardi di euro nei prossimi quattro anni se nei passati quattro anni (il Fondo è partito nel 2021) ne abbiamo spesi solo 2,8 miliardi di euro (anche in questo caso trattandosi di un dato indifendibile scrivo per intero l’importo: 2 miliardi e ottocento milioni di euro).

Di fronte a questo quadro informativo davvero preoccupante se ne aggiunge, a mio avviso, un altro: mi riferisco alla decisione presa sulla rivisitazione del programma delle opere del Pnrr, cioè alla scelta ormai acclarata che le opere del Pnrr non realizzabili entro il 30 giugno del 2026 potranno trovare adeguata copertura proprio attraverso il ricorso alle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione. Anche in questo caso nasce spontaneo un ulteriore interrogativo: come possa essere possibile che un volano di opere pari a circa 130 miliardi di euro possa trovare copertura in un Fondo ormai ampiamente definito programmaticamente e con specifiche assegnazioni di spesa avvenute per Legge o attraverso Delibere del Cipess?

Nella commedia di Eduardo Scarpetta “Miseria e Nobiltà” il protagonista Felice Sciosciammocca interpretato da Totò impegna un suo vecchio ed ormai inutilizzabile cappotto chiedendo prodotti alimentari e non di altissimo valore; la commedia di Scarpetta aveva la finalità di distrarre e forse far capire dove era arrivata la soglia della fame, la soglia della povertà; oggi questo assurdo elenco di coperture non spese e di impegni futuri impossibili fanno pensare solo al fatto che siamo incapaci di programmare a lungo e medio periodo, siamo incapaci di spendere e ci inventiamo possibili coperture ormai già impegnate.

Indipendentemente da questi confronti come si fa a togliere alla Regione Calabria i 3.059,7 miliardi di euro già assegnati, come si fa a togliere alla Regione Sicilia i 7.374,6 miliardi di euro già assegnati, ecc.; cioè come si fa a dare vita ad una simile rivisitazione sapendo che una simile scelta sarà immediatamente impugnata sia dalle singole Regioni che dalla stessa Unione Europea.

Concludo questo mio articolo ricordando che su questo tema gli schieramenti oggi alla opposizione come il Movimento 5 Stelle o il Partito Democratico non hanno detto nulla e questo silenzio testimonia la loro completa assenza su tematiche chiave della Legislatura. (ei)

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