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Fragomeni: Inaccettabile decisione del Governo di concedere solo il 34% al Sud dei fondi del Recovery Fund

Mariateresa Fragomeni

Mariateresa Fragomeni, candidata a sindaco di Siderno, in merito alla ripartizione dei fondi del Recovery Fund, ha dichiarato che «quella che si prospetta è «l’ennesima mortificazione per il Sud: contrariamente a quanto stabilito dalla Commissione Europea, che aveva stabilito per il Mezzogiorno l’assegnazione del 70% delle risorse del Recovery Fund, il governo ha infatti deciso di dirottare diversamente i fondi, concedendo al Sud solo il 34% dei 209 miliardi destinati al nostro Paese».

«Sottovalutando, o ancor meglio non valutando affatto – ha aggiunto – che la decisione di attribuire all’Italia la parte più importante del Recovery Fund è legata proprio al Sud, e alle condizioni economiche in cui versa la sua popolazione».

La Fragomeni, infatti, ha detto di condividere pienamente «il giudizio negativo di tutti i presidenti delle regioni del Sud, al di là degli schieramenti politici. E condivido anche il monito della stessa Svimez, che con il suo presidente Adriano Giannola, ha parlato dei danni storici subiti dal nostro territorio con la sottrazione di circa 60 miliardi ogni anno, da dieci anni, nonché dello stesso ministro Francesco Boccia, che ha sollecitato la necessità di riequilibrare le risorse Nord-Sud», aggiungendo che «se il criterio di valutazione della Commissione Europea avesse, infatti, tenuto conto esclusivamente della popolazione, il nostro Paese avrebbe ricevuto solo 97 miliardi e mezzo di euro, e non 209 miliardi come è stato, grazie proprio al Sud».

«La decisione del Governo – ha proseguito la Fragomeni – risulta, quindi, inaccettabile, e ingiusta non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale, perché rinforza ulteriormente il gap esistente da sempre tra Nord e Sud. Ma adesso è in gioco il futuro di tutto il Mezzogiorno, e della Calabria stessa: non possiamo perdere questa straordinaria occasione di rilancio che, altrimenti, potrebbe svanire. Dobbiamo pretendere che si rispetti la quota del 70%, come stabilito dalla Commissione Europea in sede decisionale. Solo così potremo garantire infrastrutture, una nuova organizzazione della sanità, un sistema educativo che accompagni in maniera idonea verso il mondo del lavoro, una svolta digitale ed ecosostenibile del tessuto produttivo, e di tutte le piccole e medie imprese di cui è costituito».

«Ricordando, e sottolineando, che – ha concluso – come è stato stimato,  anche un euro investito al Sud produce un ritorno di 1,3 euro in termini di valore aggiunto, il 25% del quale destinato alle regioni del Centro-Nord. E che, quindi, l’auspicata ripresa economica del Sud potrà essere volano per quella di tutto il territorio nazionale». (rrc)

 

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