di FRANCO BARTUCCI – Diego Rosa vince a Guardia Marina dei punti per il secondo traguardo volante della tappa del Giro D’Italia Palmi- Scalea di 192 Km, percorsa in solitudine fino a pochi chilometri dell’arrivo, che ha visto invece vincitore della tappa sul traguardo di Scalea il ciclista francese Arnaud Démar.
Ma per i lavoratori delle Terme Luigiane l’eroe della giornata è stato Diego Rosa, che tagliando il traguardo volante, collocato al termine del primo rettilineo di Guardia Piemontese Marina, subito dopo, nei pressi del bivio stradale che porta alle Terme Luigiane, ha dato lustro allo striscione di protesta collocato lungo il marciapiede con su scritto “Terme Luigiane – Vergogna Terme Chiuse”; mentre altri striscioni venivano collocati sui famosi tornanti di Acquappesa, più volte percorsi in edizioni precedenti dai corridori del Giro.
Al di là del fatto di cronaca “rosa”, come le testate giornalistiche in riferimento ai colori del Giro spesso evidenziano, resta la drammaticità di una vicenda che coinvolge in prima persona tanti lavoratori che hanno perduto il lavoro, come pure la rabbia e la delusione dei tantissimi curanti calabresi e non solo che per il secondo anno consecutivo viene loro negato il diritto a curarsi per il proprio benessere fisico, peraltro ammesso dal sistema sanitario nazionale.
Una vicenda vergognosa simbolo del malgoverno da parte delle istituzioni della Regione Calabria, che nemmeno una sentenza favorevole del Tar Calabria di riapertura delle Terme Luigiane riesce a dare seguito alle tante attese di riapertura, guastando la buona volontà espressa alla fine dello scorso anno dall’attuale presidente della Giunta regionale calabrese, on. Roberto Occhiuto, di una ripresa dei servizi termali in quel compendio delle Terme Luigiane fin dalla fine dello scorso anno; mettendo così in dubbio in questo caso quel motto, caro al già Ministro della Funzione Pubblica Brunetta, della “Efficienza, efficacia e trasparenza”, comportamento corretto obbligato per gli apparati della Pubblica Amministrazione.
Ci si trova, ormai, alla metà del mese di maggio e la stagione termale 2022 può essere considerata persa a tutti gli effetti e di questo ne sono coscienti anche i lavoratori, che dopo l’esperienza vissuta nella giornata di ieri con il Giro d’Italia, sono ritornati oggi a dire la loro attraverso un nuovo documento di protesta, a firma “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, con un titolo che dice tutto:”Le Terme Luigiane abbandonate dalle istituzioni e dalla politica”, che nel rispetto della loro dignità si riporta integralmente a seguire:
«A 6 anni di distanza dall’inizio dell’incubo lavorativo per i 250 dipendenti delle Terme Luigiane – si legge – dopo l’avvicendamento di ben 4 Presidenti di Regione con relativi assessori e consiglieri, dopo la sottoscrizione di accordi presso la Regione e in Prefettura in seguito rinnegati, ci si ritrova ancora una volta chiusi ma con una stagione che, se solo si volesse, potrebbe ripartire domani mattina. Centinaia di interrogazioni, denunce e istanze promosse da lavoratori, cittadini e da ogni parte politica non sono servite a risolvere concretamente una problematica che sta diventando lo specchio di una Calabria che non funziona e che costringe i padri di famiglia, con immensa rassegnazione, a fare le valigie pensando a quanto il buon Dio abbia dato a questa terra e a come noi Calabresi siamo incapaci di mettere a frutto tali doni».
«Questo – si legge – è esattamente quanto sta accadendo alle Terme Luigiane: una realtà perfettamente funzionante da una parte e, dall’altra, qualcuno dotato delle giuste coperture, che ha scelto in maniera arbitraria di distruggere tutto nel tentativo di portare a compimento disegni a noi ignoti, sversando nel mare le preziose acque termali e la nostra dignità di lavoratori».
«Alla Sateca, che ha da sempre gestito le Terme Luigiane – continua il documento – garantendoci occupazione stabile e correttamente remunerata, è stata tolta l’acqua termale contro ogni legge e contro ogni sentenza giudiziaria, preferendo il nulla a un qualcosa che funzionava e che ha dato la possibilità ad intere famiglie per intere generazioni di mantenere un livello di vita più che dignitoso e soddisfacente. Oggi ci ritroviamo costretti a spezzare i sogni dei nostri figli che, con grandi sacrifici, riuscivamo a mantenere all’Università e, spesso, siamo nella condizione di non sapere cosa portare in tavola. Tra le istituzioni che ci sono state sempre vicine (di fatto le uniche) la CISL con Gerardo Calabria, che ha dall’inizio combattuto con noi questa battaglia e, nelle persone di Monsignor Leonardo Bonanno e di don Massimo Aloia, la Chiesa che ha provveduto a pagarci le bollette, a farci la spesa alimentare e, soprattutto, a manifestarci costantemente vicinanza e condivisione quotidiana delle nostre angosce».
«Il Presidente Occhiuto il 15 dicembre 2021 – viene spiegato – ha ricevuto il sindacato CISL e una nostra delegazione di lavoratori, garantendo discontinuità con la precedente linea politica e assicurando che entro la fine dell’anno avrebbe risolto la situazione affinché si potesse iniziare a programmare la prossima stagione termale. In data 26 marzo 2022 lo stesso Presidente Occhiuto in un video messaggio ha comunicato l’intenzione della Regione di acquisire tramite Fincalabra le Terme Luigiane al fine di superare l’attuale stallo e consentire la ripartenza dell’attività. Cosa sia successo nel frattempo noi lavoratori non lo sappiamo e, tutto sommato, ci interessa poco. Quello che rileviamo con sconforto è che alla data di oggi nulla di fatto è cambiato e le prospettive di ripartire per la prossima stagione sono ormai estremamente ridotte».
«Da quello che la Cisl ci comunica e dalle informazioni che riusciamo ad avere – continua – sembra che continuino le interlocuzioni e le riunioni tecniche ma le soluzioni sembrano ancora lontane. Ciò di cui né noi 250 lavoratori, né i 22.000 curandi, né le migliaia di assidui frequentatori delle Terme Luigiane riescono a capacitarsi, è il motivo per cui le Terme Luigiane siano chiuse. Secondo la sentenza del TAR dell’8 novembre 2021, l’attività della Sateca sarebbe dovuta continuare senza soluzione di continuità e questo è stato impedito con la forza da parte delle due amministrazioni comunali di Guardia Piemontese e di Acquappesa e con la complicità della Regione Calabria che, in quanto proprietaria delle acque, avrebbe avuto l’obbligo, sia morale che istituzionale, di impedire un simile scempio e di assicurare il diritto a tutti i cittadini di curarsi».
«Non è accettabile che in una terra assetata di lavoro come la nostra ci troviamo ancora una volta davanti a chi il lavoro potrebbe garantircelo immediatamente e questo viene impedito da una politica cieca ed egoista, incurante del bene comune e, soprattutto,indifferente a quanto sancito dalla magistratura. Il nostro ennesimo appello al Presidente Occhiuto è che ripristini immediatamente una situazione di legalità, nella quale si dia immediata esecuzione alla sentenza del TAR, nella quale chi ha distrutto le Terme Luigiane venga punito e chi ci ha garantito da sempre giusti diritti abbia la possibilità di continuare a farlo. Presidente, faccia riaprire l’acqua, come è giusto che sia, e ci ridia la dignità e il futuro che meritiamo. La Sua sensibilità, la Sua cultura e formazione politica e il Suo ruolo Le consentono di trovare una “soluzione ponte” immediata che dia finalmente respiro a noi lavoratori e alle migliaia di curandi che aspettano con ansia una data di riapertura. In questo modo avrà tutto il tempo di elaborare e concludere il percorso che lei immagina e che riguarda tutte le terme calabresi, lasciando a noi la prospettiva concreta di poter continuare a vivere nella nostra meravigliosa Calabria ed impedendo che ciò che il buon Dio ci ha dato e che rappresenta il nostro futuro, continui ad essere impunemente riversato in mare».
Cosa dire di fronte a questa loro analisi? Se non rinnovare l’invito al Presidente Occhiuto. Si ricordi il detto: “efficienza, efficacia, trasparenza” con l’aggiunta della legalità, bandiera vincente di una Calabria diversa, moderna e migliore. (fb)