Si chiama Momena il panettone realizzato dagli studenti dell’Istituto Majorana di Corigliano Rossano. Per la sua preparazione sono stati utilizzati solo ed esclusivamente ingredienti a km0, prodotti coltivati sulla propria terra o comunque trasformati nelle cucine della Scuola. Farina biologica, burro della Casearia Silana, zucchero; uova da galline allevate a terra, clementine biologiche del territorio, lievito madre.
«Restano, questi – ha dichiarato dirigente scolastico, Saverio Madera – la filosofia, il metodo e la visione di questa grande comunità scolastica che non rinuncia ma che anzi rilancia e potenzia la sua missione possibile: consentire ai giovani di questa terra di poter decidere autonomamente e con consapevolezza, con i piedi per terra, se restare o meno in Calabria per investire su se stessi, per crescere professionalmente, inserirsi nel mondo del lavoro, avviare eventualmente una propria attività di impresa, in ogni caso produrre reddito e contribuire alla qualità della vita di tutti».
Ringraziando docenti e collaboratori per la fiducia e la convinzione che continuano a dimostrare rispetto a tutti gli obiettivi ambiziosi programmati, il dirigente si complimenta quindi con i protagonisti di questo ulteriore e bel risultato, frutto anch’esso del percorso di sperimentazione che si continua a preferire, mani e piedi sul campo, tra i banchi, i tavoli da lavoro ed i fornelli di scuola.
Questa nuova esperienza del panettone artigianale segue a quella della produzione nel 2022 del primo extravergine di oliva (EVO) nella storia pur ultra-trentennale dell’Istituto, alla recente certificazione Igp per le clementine, alla produzione stagionale e costante di ortofrutta nelle serre recuperate e trasformate in idroponiche, alla semina e raccolta del grano e dopo aver sperimentato ed acquisito le tecniche per preparare un’ottima pizza, il gelato e persino lo yogurt.
«Ecco come è cambiata – continua il dirigente – la didattica, la formazione e soprattutto l’orientamento al mercato territoriale e regionale degli aspiranti professionisti e manager della terra, del cibo, della ricettività, dell’accoglienza, della trasformazione e della commercializzazione dello straordinario patrimonio agroalimentare identitario calabrese».
Soffice, perfettamente lievitato e buonissimo. Dopo la prova generale dei giorni scorsi, effettuata soprattutto per testare la resa della farina semi-integrale bio, la seconda giornata di produzione, eseguita sotto la supervisione del docente Pietro Bloise, ha dato i risultati sperati.
«E non finisce qui. Nella pentola del nuovo Majorana bollono altre mille progetti. A partire –ha anticipato Madera – dalla vinificazione al birrificio agricolo, con l’impianto, anch’esso finanziato (con risorse del PNRR) come per le nuove cucine, i 2 nuovi bari ed il parco macchine agricole dell’Azienda, già installato in Scuola e col quale a breve partiranno i corsi di specializzazione». (rcs)