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I lavoratori delle Terme Luigiane a Reggio come ultima spiaggia per ripartire

Terme

di FRANCO BARTUCCI – Ultima spiaggia per i lavoratori delle Terme Luigiane e per l’apertura della stagione termale ormai sull’uscio di casa. Lo sostengono i lavoratori che stamani si sono presentati sul piazzale antistante l’ingresso del palazzo del Consiglio regionale di Reggio Calabria per illustrare al Presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo, accompagnati dal segretario di settore del sindacato provinciale Cisl di Cosenza, Gerardo Calabria, lo stato della vicenda delle Terme Luigiane, il cui  loro stato occupazionale è messo in crisi dal conflitto sorto tra le Amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese  con la Società Sateca che ha gestito finora le acque termali.

Grazie alla mediazione del consigliere regionale, Domenico Bevacqua, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio regionale, una delegazione dei lavoratori, con il sindacalista della Cisl, Gerardo Calabria,  è stata ricevuta dal presidente Arruzzolo, al quale è stata illustrata la situazione maturata sulle Terme Luigiane.  Il presidente ha preso atto della necessità di un intervento urgente da parte della Regione, a tutela e garanzia dei posti di lavoro, impegnandosi a riferire  il tutto al Consiglio, la cui seduta è in corso.

L’attesa dei lavoratori è quella che il Consiglio prenda atto della situazione ed approvi una mozione con la quale solleciti il presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì a intervenire con decisione sulla materia, a partire dall’incontro che avrà luogo  domani, martedì 20 aprile, nella sede della cittadella regionale di Catanzaro.

Infatti, nelle ultime ore è giunta la notizia che il preside facente funzioni della Giunta regionale, Spirlì, ha convocato un incontro per le ore 10 di domani, presso la cittadella regionale di Catanzaro, per discutere della questione termale. All’incontro sarà presente l’assessore regionale Fausto Orsomarso. Sono stati invitati a partecipare a tale incontro: i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti; Dante Ferrari, consigliere delegato di Sateca S.p.a; Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl Cosenza; Massimo Caputi, presidente  nazionale di Federterme; Doriana Avolio e Lino Salerno, del Comitato lavoratori della Sateca; Ennio Tripicchio e Vincenzo Zingaro, rappresentanti degli imprenditori locali.

Intanto, la Società Sateca ha risposto con una propria lettera inviata al Vicario del Vescovo della diocesi di San Marco Argentano/Scalea, don Massimo Aloi, nella quale si esprime parere favorevole alla proposta di mediazione avanzata per la tutela dello stato occupazionale dei lavoratori e, contestualmente, all’apertura della nuova stagione termale.

«Non possiamo che essere disponibili – si afferma nella lettera – a valutare favorevolmente la sintesi che Lei, in accordo con il Vescovo,  ha individuato come ragionevole e transitorio compromesso che non pregiudica nessun diritto o interesse delle parti. Diritti ed interessi che potranno trovare composizione in via amministrativa con un accordo, magari sostenuto da un decisivo intervento regionale, ovvero giustizia nei Tribunali aditi».

«Dobbiamo però osservare – prosegue ancora la Sateca nella sua lettera – come l’ipotesi di accollarci in via anticipata ben due annualità di canoni non esigui e superiori al prezzo di mercato per la fornitura della sola acqua termale, ci sembra particolarmente penalizzante ed onerosa in un momento di così intensa crisi che incide con massima virulenza proprio nel nostro settore. Detto questo, non intendiamo però negoziare su una proposta proveniente da un soggetto così autorevole e disinteressato come la Curia vescovile. Diciamo che sì, siamo pronti ad attivarci sin da domani in sintonia con le Amministrazioni comunali, ove anche esse dovessero convenire sulla opportunità di un accordo quale quello da Lei avanzato, che non lede alcuna prerogativa, che lascia liberi tutti di perseguire le legittime istanze in tutte le sedi, ivi comprese quelle giudiziarie, che non è impedito da alcuna legge (almeno da quelle da noi conosciute) e che mette in sicurezza il bene più prezioso ovvero il lavoro e la serenità di tante famiglie». (rrc)

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