di FRANCO BARTUCCI – Lo hanno deciso oggi dopo quasi dieci giorni di protesta attuati presso lo stabilimento “ThermeNovae”, con la manifestazione Riprendiamoci il lavoro, in cui oltre alla visita del presidente f.f., Nino Spirlì, nel pomeriggio del 4 maggio, della visita del consigliere regionale, Pietro Molinaro, che si è espresso in termini chiari e precisi nel chiedere interventi mirati a ripristinare con immediatezza la funzionalità delle Terme, per la nuova stagione, non è accaduto nulla di serio, quantomeno la riapertura dell’adduzione dell’acqua termale alla condotta Sateca.
«Quindi – dicono i lavoratori – continua l’occupazione dello stabilimento termale “ThermeNovae”, mentre parte dei lavoratori della Sateca, inizieranno da venerdì il presidio permanente per chiedere al presidente Spirlì di accelerare i tempi per la convocazione del tavolo finalizzato alla risoluzione definitiva della vertenza. La prima metà del mese di maggio – dicono ancora – è trascorsa senza risvolti concreti per la vicenda che ha lasciato 250 lavoratori senza occupazione. La disperazione dovuta ai problemi economici di tutte queste centinaia di famiglie inizia a diventare seriamente preoccupante».
Pur promuovendo tale iniziativa affermano i lavoratori: «Continua ad essere forte la fiducia nell’impegno che ci ha assicurato per risolvere il serio problema, non solo legato alla perdita di lavoro per tutte queste famiglie, ma anche per la mancata erogazione delle cure sanitarie».
Sul presidente Spirlì sono intervenuti pure nella giornata di sabato scorso e di ieri, lunedì 10 maggio, con una nuova lettera, sia la dirigenza della Sateca che il Presidente dell’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, Giuseppe Tucci, con le quali hanno espresso entrambi forte preoccupazione per il futuro delle Terme Luigiane, per l’azienda e gli stessi lavoratori.
«La mancata programmazione – ha scritto la dirigenza della Sateca nella sua lettera –, i danni dovuti alla chiusura della condotta, il danneggiamento dei fanghi a causa della suddetta chiusura, gli investimenti e i tempi necessari per allestire nuove strutture di accettazione, uffici amministrativi, direzione sanitaria, studi medici, oggetto dell’apprensione coatta da parte dei due comuni rendono sempre più difficile ipotizzare l’apertura per questa prossima stagione termale».
La lettera prosegue dicendo che «i prossimi giorni saranno decisivi» invitando il presidente Spirlì a mettere in campo un autorevole intervento in merito.
«Desideriamo evidenziare che I’avviso esplorativo pubblicato dai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese – si afferma nella lettera – prevede I’affidamento ad un gestore solo del 40% dell’acqua disponibile e riteniamo che, per la salvaguardia dell’esistente, sia necessario destinare alle nostre strutture una quantità dell’acqua residua sufficiente a poter operare. Pensiamo che questo sia un elemento da prendere in considerazione nel valutare le azioni da intraprendere. Siamo certi che Lei sia consapevole dell’importanza del mantenimento in vita di un’attività produttiva come la nostra, che ha sempre operato con serietà ed onestà, garantendo il benessere del personale e dei curandi che sono in attesa di decisioni chiare ed immediate per la predisposizione del loro percorso curativo».
Un tema anche questo ripreso dal presidente dell’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, che comprende l’adesione di oltre 1.500 soci, nella stragrande maggioranza appartenenti proprio alla famiglia dei curanti.
«Le amministrazioni comunali di Guardia Piemontese e Acquappesa – dice il Presidente Tucci nella sua lettera – con il loro operato toglieranno il diritto al lavoro a tutti coloro che prestano servizio presso le Terme Luigiane, come il diritto alla salute e alle cure sanitarie ai tantissimi clienti provenienti da ogni parte d’Italia, cosa che solo la Sateca è in grado di assicurare. Ci saremmo augurati, da parte delle due amministrazioni comunali, quantomeno la riapertura dell’adduzione dell’acqua termale alla condotta Sateca per dare un segnale di buona volontà, diretto alla risoluzione della questione; invece continua non solo l’azione di sabotaggio, ma anche le passerelle politiche prive di concretezza».
La stagione termale va salvata, conclude la lettera del presidente Giuseppe Tucci, e resta pochissimo tempo. «Se non ci sarà una soluzione immediata il nostro lavoro è finito, e sarà finito per sempre». (fb)