L’Amministrazione comunale di Catanzaro, guidata dal sindaco Nicola Fiorita, ha reso noto che «ci sono tutte le condizioni affinché il Comune possa esercitare il diritto di prelazione ed acquisire il Cinema Orso».
«Il Cinema Orso non è un “rudere” – viene ribadito in una nota – come qualcuno ha incautamente scritto, ma un bene culturale di particolare interesse, riconosciuto e tutelato da un Decreto del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura, adottato in base al decreto Legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), che ne vincola nei fatti la destinazione. Non è un “rudere”, bensì “una importante testimonianza sociale e una componente forte della memoria urbana della prima metà del Novecento, oltre ad essere espressione di stratificazioni di lavoro e di sapienza architettonica, oltre una identità autentica radicata con il luogo e lo spazio fisico, con la comunità e con la storia”, come si legge nel Decreto del Ministero della Cultura-Segretariato Regionale della Calabria».
E, ancora, si legge nello stesso decreto, “si tratta in definitiva di una importante testimonianza sociale e nello stesso tempo di una struttura che va assolutamente salvaguardata e tutelata in quanto espressione fisica delle vicende che hanno caratterizzato per oltre mezzo secolo la storia umana e sociale del borgo e che, pertanto, riveste interesse particolarmente importante ai sensi del D. Lgs. del 22 gennaio 2004, n. 42 per i motivi più dettagliatamente illustrati nell’allegata relazione storico-morfologica”.
«È da sottolineare – si legge nella nota – che il procedimento di apposizione del vincolo sull’immobile è stato avviato dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Catanzaro e Crotone fin dall’agosto del 2022, ben prima del verificarsi dell’acquisto da parte del privato. Per tali motivi, rappresentando la larga volontà popolare del quartiere e della Città, il Comune di Catanzaro andrà avanti, senza tentennamenti, nella sua azione volta ad esercitare su questo bene un diritto di prelazione che appare lampante».
«Nessuna intenzione di intromettersi illegittimamente nella procedura di vendita – si legge ancora – né di minare gli interessi del privato che si è aggiudicato l’asta, ma appare evidente dagli atti che questa alienazione, compiuta contro i divieti o senza l’osservanza delle condizioni e modalità stabiliti dal Decreto legislativo n. 42 del 2004, è da ritenersi nulla. Quanto alla risibile accusa di ritardi del Comune nella procedura, occorre solo ricordare che la legge vieta espressamente al Concessionario (in questo caso la Soget) di chiedere l’assegnazione dei beni pignorati, né rendersi acquirente dei medesimi negli incanti neppure per interposta persona».
«Ci sono tutte le condizioni, dunque, affinché il Comune possa esercitare il diritto di prelazione ad acquisire il bene non appena la Soprintendenza avvierà formalmente tale fase e – dopo avere individuato le opportune fonti di finanziamento – realizzare una struttura pubblica con una destinazione compatibile con il Decreto emanato dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura», viene evidenziato nella nota.
«Porteremo avanti questa linea con rigore e fermezza – conclude la nota del Comune – certi delle buone ragioni della collettività, non senza ricordare che gli oppositori di oggi, stranamente al fianco di chi considera l’ex Orso un “rudere”, hanno avuto venti anni a disposizione per acquisire il bene e farne una struttura al servizio della promozione culturale». (rcz)