Il gruppo Pd in Consiglio regionale ha reso noto di aver votato contro la manovra finanziaria, «fatta arrivare in fretta e furia dal centrodestra» per evitare l’esercizio provvisorio.
«Dopo la discussione sulle linee programmatiche non cambia il quadro di insieme all’interno del quale sta annaspando il governo di centrodestra – affermano i consiglieri del Pd Nicola Irto, Raffaele Mammoliti, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Ernesto Alecci –, ci siamo trovati davanti ad un documento contabile approntato in fretta e furia e saltando i passaggi nelle Commissioni ancora non costituite, senza audizioni delle parti sociali e senza nessun confronto politico».
«Praticamente – hanno proseguito –senza neanche dare la possibilità ai consiglieri regionali di poter approntare significative proposte emendative. Si tratta di un bilancio di tipo emergenziale dettato solo da necessità burocratiche ed economiche. Senza uno sguardo di insieme sulle esigenze della Calabria e dei calabresi e senza una visione del futuro della Calabria che già mancava nelle linee programmatiche che il presidente Roberto Occhiuto ha illustrato all’Assemblea in occasione della seduta precedente e sulle quali abbiamo già espresso il nostro voto contrario».
«Nella relazione illustrativa al bilancio di previsione, praticamente – hanno illustrato – la giunta stessa ammette di brancolare nel buio. Si continua, dunque, lungo la linea tracciata con il programma. Incertezza totale sul presente e sul futuro e ricorso a strumenti di natura emergenziale senza nessun confronto nelle sedi preposte soltanto per provare a mettere qualche toppa a qualche falla e dare all’opinione pubblica una sensazione di efficienza e velocità. Per dare l’immagine, evidentemente soltanto ai fini di un ritorno mediatico, di un cambio di passo rispetto alle gestioni precedenti.
«Eppure –hanno detto ancora i consiglieri del Pd – questo bilancio di previsione somiglia in maniera inquietante a quelli precedenti. In parte è inevitabile perché sappiamo tutti come oltre il 60% delle risorse della manovra siano assorbite dalla sanità e che le risorse disponibili siano limitatissime, appena 767,3 milioni di euro a fronte dei 6,5 miliardi che movimenta complessivamente il documento contabile».
«Ma è la stessa identica situazione in cui la Regione si muove da anni – hanno detto ancora – e che sapevamo di incontrare già dalla scorsa campagna elettorale. È chiaro, dunque, che fare l’elenco delle criticità esistenti, riferirsi ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti e produrre un documento idoneo soltanto ad evitare l’esercizio provvisorio, vuol dire esattamente fare in modo che tutto continui come è sempre stato».
«Inseguire le emergenze non servirà a nulla – hanno spiegato Irto, Mammoliti, Bevacqua, Iacucci e Alecci –. E sarebbe il momento, considerando i buoni uffici con il Governo nazionale di cui il governatore Occhiuto ha parlato durante la scorsa seduta di Consiglio regionale, di avviare, fin da subito, un’interlocuzione di tipo diverso che metta sul piatto le reali esigenze della Regione. A partire dal debito nella sanità, accumulato durante la gestione dei commissari inviati da Roma e che non può ricadere sulle spalle dei calabresi. Passando, poi, per tutte le altre emergenze che la Calabria da sola non può risolvere. La nostra Regione deve diventare una questione di interesse nazionale».
«Per arrivare alle riforme strutturali che servono alla Regione serve un atteggiamento diverso – hanno concluso –. Come gruppo Pd lo abbiamo detto anche in occasione dell’approvazione della legge che ha istituito l’Azienda Zero per la governance della sanità calabrese. Non servono nuovi organismi alla Calabria, come l’annunciata Agenzia che insieme al Ministero per la Coesione dovrebbe aiutare la Regione nella programmazione della spesa comunitaria. Alla Calabria serve coraggio nelle scelte e una visione chiara di ciò che si vuole realizzare nei prossimi anni. E questo coraggio, purtroppo, non lo abbiamo ritrovato né all’interno delle linee programmatiche, né all’interno del bilancio di previsione».
Iconsiglieri regionale di De Magistris presidente, Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo, si hanno evidenziato che «è inammissibile ricevere soltanto pochi giorni prima della seduta, come purtroppo è accaduto, la documentazione relativa alla legge di Bilancio. Si tratta di una vera presa in giro, con il pretesto dell’urgenza di evitare l’esercizio provvisorio».
«Non è possibile – hanno spiegato – esaminare a fondo l’allocazione delle risorse pubbliche in un tempo così breve, tra l’altro con una mole di questioni differenti inserite nello stesso Ordine del giorno. Abbiamo un mandato popolare con precise responsabilità».
«Pertanto – hanno proseguito – ci deve essere consentito di svolgerlo in maniera seria e approfondita, nell’interesse di tutti i cittadini calabresi. Il Consiglio regionale deve essere messo in condizione di poter svolgere adeguatamente il suo ruolo». «Altro teatro politico dell’ultimo Consiglio ha avuto luogo in merito all’elezione del presidente della commissione speciale di Vigilanza».
«Il vecchio vizio dei giochi di palazzo – hanno accusato i consiglieri di De Magistris Presidente – ha prevalso sulla necessità di un confronto aperto e trasparente tra i Gruppi, che invece doveva esserci per rispetto della rappresentanza democratica e della dignità istituzionale».
«Contestiamo – hanno concluso Laghi e Lo Schiavo – il pericoloso metodo illiberale che si sta imponendo nella nuova legislatura, già visto con la sbrigativa, meccanica approvazione della proposta di legge sull’ Azienda Zero». (rrc)