I segretari della Fenaluil Calabria, Maria Elena Senese, Filca Cisl, Mauro Venejelo, e Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre, hanno ribadito che «il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere tenuto al centro dell’attenzione delle istituzioni competenti», e chiedono alla «politica e agli organi competenti di dare risposte concrete» e alle direzioni territoriali del Lavoto (Itl), di «convocare le organizzazioni sindacali delle costruzioni, che da tempo hanno messo al centro della propria azione il contrasto ad ogni forma di irregolarità o di dumping contrattuale all’interno dei cantieri edili».
«Da parte nostra – si legge in una nota – improntati come siamo alla totale ricerca del dialogo sociale, siamo pronti al confronto franco e di merito sulle questioni. Non si può perdere più tempo, bisogna fermare questa mattanza che, ogni giorno, segna numeri crescenti. Ogni luogo di lavoro deve essere sicuro e legale, con la salute delle lavoratrici e dei lavoratori – già a rischio per l’epidemia da Covid-19 che ancora non è stata debellata – non si può scherzare».
«I dati raccolti dai nostri Rlst ( Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale) – hanno spiegato i segretari – in pochi mesi di azione presso i cantieri distribuiti lungo tutta la dorsale calabrese, sono preoccupanti. Ci dicono che la sicurezza nei cantieri è declinata ad optional, che la ricerca e l’utilizzo di contratti diversi da quello edile è una prassi consolidata, che il lavoro nero è sempre più diffuso. Bisogna avere rispetto per chi lavora e per chi il lavoro lo cerca. La battaglia unitaria sulla sicurezza che stiamo portando avanti da tempo serve a salvare vite umane, serve a dire che questo Paese deve ripartire in modo diverso». (rcz)