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La metamorfosi di Jole Santelli, “ape regina”.
E il futuro presidente della Regione sarà donna

Jole Santelli

di SANTO STRATI – A meno di un improbabile miracolo dell’ultimo minuto, il futuro presidente della Regione Calabria sarà una donna: Jole Santelli, candidata del centro-destra, già deputata da cinque legislature al Parlamento, ex vicesindaco di Cosenza, avvocato, sente di avere la vittoria in tasca. A suo favore giocano le sei liste che supportano la candidatura, dove figurano grandi portatori di voti, e a Pippo Callipo, pur se in rimonta, manca il tempo necessario di colmare il divario di dieci punti che – secondo le ultime stime – lo danno dietro alla Santelli. Neanche gli appelli dell’imprenditore agli elettori di Carlo Tansi e Francesco Aiello (da quest’ultimo sdegnosamente rinviati al mittente) di non “sprecare” il voto a favore di Salvini crediamo sortiranno effetti. È comunque pensabile che entrambi gli “indipendenti” di questa consultazione avranno difficoltà a raggiungere la percentuale richiesta per entrare in Consiglio: è evidente, a questo punto, che i voti “dispersi” destinati ai 5 Stelle e a Tansi aumentino il distacco tra Callipo e la Santelli. C’è, però, l’incognita degli astenuti e qui potrebbe avvenire il “miracolo” che Antonino De Masi, imprenditore antimafia, mentore e primo sostenitore di Callipo, non si rassegna ad invocare, sperando che «i calabresi che ragionano – ha detto a Calabria.Live – capiscano la posta che c’è in gioco. Come fanno i calabresi a votare per Salvini?».

«Cu pensi ca vinci, Joli o Callipo?»: in un caffè sulla statale 18, poco prima di Lamezia, gli avventori, con la Gazzetta del Sud in mano parlano di elezioni. Colpisce che usino il nome (Jole) per la candidata cosentina e il cognome per l’imprenditore di Pizzo: è un segnale che anche il “genere” giocherà a favore della Santelli. È naturale chiamarla per nome, come fosse la vicina di casa, una conoscente, mentre per il capitano d’impresa regge il “rispetto” che si deve a chi è a capo di un’azienda. La Santelli, in passato, non ha, probabilmente, considerato quanto sia importante il discorso della parità di genere: oggi se ne rende conto. Da una donna tutti si aspettano molto di più che da un uomo, alla donna addebitano fragilità e insicurezza per poi ricredersi di fronte a determinazione e successo. La Santelli si trova, quindi, anche in questo vantaggio/svantaggio a giocarsi un ruolo inedito per la politica regionale: la prima donna Presidente, una governatrice che dovrà mostrare di essere più capace di altri. E gli esempi non mancano, a partire proprio dal sindaco della città che ospita l’evento bagno-di-folla della Santelli, Maria Lìmardo, una donna che sta mostrando carattere e determinazione per “rigenerare” il tessuto urbano e culturale di Vibo, e che ha introdotto la candidata con un entusiasmo coinvolgente quanto sincero. È in gioco non solo l’elezione del Governatore, ma il futuro di Forza Italia: una grande affermazione che ridimensioni la spinta leghista darebbe ossigeno a livello nazionale ad un partito quasi agonizzante (tranne che in Calabria). E questo Berlusconi lo deve aver capito bene.

Passione Calabria: la Santelli non nasconde il suo grande amore per la politica, ma soprattutto verso la propria terra: su questo leitmotiv si è tenuta questa pre-incoronazione della candidata cosentina. A Vibo Marina, in un Hotel 501 tornato splendidamente a nuova vita, con un affollamento che ha fatto ricordare le adunate oceaniche dei tempi della DC. Una massa incredibile di sostenitori, curiosi e attempati forzisti, quest’ultimi a ritrovare l’orgoglio perduto in questi anni, ha riempito tutto l’albergo, non solo la grande sala predisposta per l’incontro. La regia dell’evento, a cura del sen. Peppe Mangialavori, è stata impeccabile, con un parterre di ospiti a sottolineare quanto conti la Calabria per Berlusconi e Forza Italia. Mentre tutti gli occhi sono puntati sul risultato dell’Emilia, la Calabria gioca il ruolo di attrice non protagonista in quest’oscar della politica regionale che potrebbe dare l’avviso di sfratto al Governo. C’erano la sen. Licia Ronzulli, fedelissima dell’ex-Cavaliere, e l’eurodeputato Fulvio Martusciello, i deputata Wanda Ferro (FdI), Francesco Cannizzaro (FI) e Domenico Furgiuele (Lega) e tanti ex ma ancora importanti personaggi del mondo politico calabrese (Franco Talarico, Mario Tassone) a dare man forte alla celebrazione anticipata della “vittoria” al femminile.

Jole Santelli, senza voce («colpa dei comizi all’aperto») si concede senza tregua ai giornalisti e alle troupes televisive. Con Calabria.Live parla volentieri, ma non si possono fare interviste “ragionate” a dieci giorni dalle elezioni e a pochi minuti dall’evento che deve proclamarla, in un  anticipo beneaugurante, prossima governatrice. Non vuol dire di programmi né di squadra e conferma che si muoverà in piena autonomia: «Salvini vuole l’assessorato all’Agricoltura? Lo dice nei comizi, con me non ne ha parlato». «Quanto di rosa ci sarà nella prossima giunta: lo vedremo». «Gli obiettivi dei primi 100 giorni?: non ci saranno i 100 giorni, ci metteremo al lavoro su un progetto di lungo respiro, fuori della logica dei provvedimenti “civetta”». Lavoro, lavoro, lavoro, ma anche sanità, turismo, agricoltura e soprattutto reputazione. Su quest’ultimo punto, per correttezza occorre segnalare che l’ex candidato del Movimento La Calabria che vogliamo Giuseppe Nucera aveva in progetto proprio un assessorato alla Reputazione: la Santelli farà tesoro di questo suggerimento? «Racconteremo – dice l’on. Santelli – di una Calabria che non è solo cronaca nera, ma è bellissima, con tre Parchi, da Gambarie si scia guardando il mare, le sue meravigliose spiagge, le chiese, i monumenti, i tesori inestimabili della Magna Grecia». Una Calabria da amare, come recita il claim del video promozionale che introduce i  suoi incontri con gli elettori.

Ricordiamo Jole Santelli in Parlamento con i suoi agguerriti interventi, dove ha sempre mostrato determinazione e carattere. In questa campagna elettorale, che la vede “ape regina”, appare invece pacata, tranquilla, generosamente disponibile a dispensare – com’è ovvio in casi del genere – baci e abbracci: a suo favore, per la verità, bisogna osservare che è senza spocchia, non mostra spavalderia, pur sicura della vittoria, tenendo nascosti i suoi lati migliori di un carattere deciso e marcato da forte determinazione. Una donna con le palle, riconoscono gli avversari, che però dovrà mostrare di avere davvero gli attributi nel momento in cui, il 27 gennaio, i giochi saranno conclusi, e – se vincitrice – dovrà formare una squadra di tutto rispetto in grado di rivoltare la Regione come un calzino.

La candidata Santelli usa sempre il “noi”, ma non è un plurale maiestatis, ma un autentico sentire della necessità di fare squadra. Sarà difficile mettere insieme le tante anime della destra che, per evitare il suicidio, ha intelligentemente deciso di unire le forze in una coalizione dove c’è, di fatto, un braccio di ferro tra i moderati e i sovranisti e gli ultraleghisti nel segno di Salvini. Come già detto in altre occasioni, la vera sfida sarà tra le formazioni: capire il peso specifico che ciascuna lista saprà esprimere. Quale caratterizzazione avrà la nuova squadra di governo regionale? Moderata o sovranista? Le avvisaglie delle schermaglie in arrivo nel centro-destra già la notte del 26 si cominciano ad avvertire e minacciano tempesta. Sempre che non succeda il miracolo che Callipo e i suoi contano, fino all’ultimo minuto, di vedere realizzato. (s)

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