di SANTO STRATI – È stato un parto rapido, com’è nello stile dell’”uomo del fare”, qual è Roberto Occhiuto, ma non indolore, visti gli inevitabili malumori provocati soprattutto negli alleati di Noi Moderati che saltano un giro, in attesa della Giunta a nove. Ma è un governo regionale che ha le carte in regola per affrontare con piglio deciso le sfide che attendono la Calabria già nei prossimi mesi e negli anni a venire. Competenza e capacità sono i criteri che hanno guidato le scelte, ma parliamo di politica e, si sa, l’arte del compromesso fa parte delle regole del gioco. La scelta di sei consiglieri come assessori equivale a creare altrettanti consiglieri “supplenti” (e sappiamo che in molti scalpitavano in attesa dei nomi…), ma è da mettere in evidenza la scelta di un tecnico (Minnenna) al Bilancio, dove servono esperienza e capacità operative. Libero da “ingiustificate” indagini che avevano legittimato inevitabilmente ingenerosi sospetti sulla sua persona, Minnenna avrà modo di mostrare quanto sa lavorare con i numeri, soprattutto con la scadenza ormai prossima (a fine 2026) del PNRR.
Il Presidente Occhiuto ha tenuto per sé le delghe più pesanti e cruciali per alimentare la visione e l’idea di sviluppo che ha in mente: gli asset strategici (cultura, turismo, infrastrutture – ovvero Ponte, Ue, etc) saranno la leva per svegliare questa terra da un torpore non più tollerabile.
I calabresi le hanno ridato fiducia con grandi numeri: Presidente persegua la sua visione e non li deluda.
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Le deleghe del Presidente
Il Presidente Occhiuto ha tenuto per sé le deleghe più pesanti, quelle strategiche, in attesa di riassegnarne qualcuna quando sarà varato il provvedimento che porta a nove il numero degli assessori, allineando lo Statuto regionale alle nuove norme vigenti in materia di Regioni.
Sono dleghe cruciali, soprattutto quella Alle Infrastrutture e sistemi infrastrutturali complessi: il pensiero corre subito al Ponte sullo Stretto e alla sua valenza strategica per lo sviluppo non solo delle due regioni interessate da di tutto il Mezzogiorno e dell’intero Paese. A questo proposito, c’è da mettere in evidenza che mentre in Sicilia hanno predisposto una valanga di richieste di opere compensative con relativi progetti, in Calabria tutto ancora tace, forse anche per l’indisponente atteggiamento negativo e contrario del sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà (oggi diventato consigloiere regionale del PD, della sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti e del sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci. Si deve guardare oltre il Ponte e immaginare uno sviluppo del territorio che può “usufruire” delle opportunità offerte dalla grande Opera che il Parlamento italiano ha varato. Lo stop temporaneo della Corte dei Conti non ferma il progetto, ma ne ritarda l’avvio, però sulle proposte per le opere compensative sul territorio calabrese non si può aspettare ancora oltre.
Inoltre, Occhiuto trattiene per sé la Cultura e gli asset strategici: marketing territoriale, promozione, protezione civile e, soprattutto, salute. Fino a quando ci sarà il commissariamento non è possibile nominare un Assessore alla Sanità, ma farebbe bene Occhiuto a cominciare a pensarci su. Con una botta di “coraggio” politico potrebbe fare una scelta trasversale (Rubens Curia, di sinistra, medico e con ampia competenza di conti nella sanità) e raggiungere due risultati eccellenti: l’uomo giusto al posto giusto e l’opposizione che avrebbe poco da ridire sulle scelte del Governo regionale per la sanità.
Poi c’è la Cultura, che richiede competenza e capacità: Occhiuto ce l’ha entrambe, ma gli manca il tempo, quindi sarebbe un assessore dimezzato. Deve trovare l’uomo o la donna giusti.
Ultima annotazione: non c’è una delega specifica per l’Ambiente che richiederebbe la massima attenzione. Ma questa è una Giunta in fieri: vedremo come finirà la schermaglia con Noi Moderati che pur avendo portato voti (4%) è stata “rimandata” nonostante le aspettative del partito di Lupi, che pensava di poter partecipare al Governo. È stato uno schiaffo a Lupi e si attendono reazioni. Intanto si cominci a lavorare, a litigare c’è sempre tempo. (s)
