La Regione Calabria ha chiesto lo stato di calamità naturale per la diffusione sull’intero territorio calabrese, tra la primavera e l’estate, della Plasmopara viticola (detta anche Peronospora della vite) e della Peronospora destructor (nota come Peronospora della cipolla).
La richiesta è stata fatta su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, a seguito del gran caldo, le forti piogge, poi di nuovo le temperature roventi. In mezzo, agevolata da condizioni climatiche estreme e mutevoli, la diffusione di agenti patogeni di origine fungina, causa della perdita di almeno il 30% della produzione lorda vendibile di uva e cipolla rossa.
«Il ripetersi, negli ultimi mesi, di fenomeni meteo caratterizzati da periodi di siccità e copiose precipitazioni – ha osservato l’assessore Gallo – da un lato ha reso vani i trattamenti fitosanitari a difesa di vigneti e coltivazioni di cipolla rossa, mentre dall’altro ha favorito l’espansione di agenti patogeni aggressivi, determinando una notevole riduzione del raccolto, con gravi ripercussioni per agricoltori e aziende».
Una situazione già lo scorso giugno portata a conoscenza del Ministero dell’Agricoltura, al quale ora – a seguito di più puntuali verifiche – è stata indirizzata la richiesta formale di declaratoria dello stato di calamità, al fine di ottenere risorse finanziarie da destinare alle imprese ed ai coltivatori colpiti da un fenomeno che non ha risparmiato altre zone d’Italia, al punto da indurre il Governo all’emanazione di uno specifico decreto con misure d’intervento e sollievo.
«Da parte nostra – ha sottolineato Gallo – un atto dovuto a sostegno di due settori fondamentali dell’agroalimentare calabrese: adotteremo ogni iniziativa utile a consentire il superamento dell’emergenza, al fianco di agricoltori e produttori». (rcz)