di ARISTIDE BAVA – La Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana in questi giorni è particolarmente attenzionata dal grande pubblico. Due le novità positive che hanno caratterizzato questo periodo estivo, e quindi, la grande attenzione dei cittadini della Locride e dei forestieri. Intanto la eliminazione del manufatto che, ubicato, all’ingresso del sito non costituiva certamente un buon biglietto da visita per i visitatori.
E, poi, fatto ancora più importante la possibilità di poter ammirare, dopo anni dal suo ritrovamento, il pregevole mosaico del “trionfo indiano di Dioniso” adesso opportunamente restaurato. L’ intervento, come è noto, è stato effettuato dalle studentesse del IV anno del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni Culturali del Dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra dell’ Università della Calabria, sotto la supervisione della prof.ssa Marianna Musella. Ed è veramente un bel vedere.
Il restauro, già oggetto di grande attenzioni con pregressi interventi è arrivato al punto più atteso e, secondo gli esperti, sicuramente più pregevole artisticamente. La raffigurazione seppur degradata e lacunosa è chiaramente di un alto livello qualitativo e mostra come la parte recuperata attraverso i restauri precedenti risulta essere un’anteprima eccelsa a quello che finalmente oggi può essere fruito. La piacevole e pregevole presenza di piani pavimentali mosaicati, riccamente decorati, della villa romana di Casignana, oggi offre anche la visione del Dioniso, con le splendide tigri e l’armonia dei colori sapientemente scelti per un manufatto che è una vera e propria opera d’arte.
Particolarmente significativa la ricchezza di colori che si susseguono con particolari sfumature e soprattutto un grande bilanciamento estetico tra le figure, gli animali e le cornici anche se il punto focale del lungo corridoio si ferma bruscamente per la presenza della strada statale e in molti sperano che con una successiva campagna di restauro si potrà portare alla luce anche l’ultima parte decorativa del mosaico. La villa Romana di Casignana è certamente uno dei “tesori” più importanti dell’immenso patrimonio archeologico e culturale del territorio della Locride.
È ubicata, su una vasta striscia di territorio, di proprietà del Comune di Casignana, a cavallo tra il litorale marino e la ss. 106 tra i centri abitati di Bovalino e Bianco. E’ forte di molti ettari di terreno tanti dei quali ancora da “indagare”. Ricca di una serie di mosaici d grande pregio ha proprio in quello denominato il “Trionfo indiano di Dioniso”, che, da sempre, si prevedeva, a giusta ragione, essere molto esteso, la punta di diamante di questa Villa accomunata, peraltro, alla ben nota Villa di Piazza Armerina che, come molti sanno, è inserita nel Patrimonio dell’ umanità dell’ Unesco proprio per i suoi splendidi mosaici. Una analogia, con la Villa Romana di Casignana che, dopo la sua scoperta, avvenuta in tempi molto più recenti rispetto al sito ubicato alle porte di Enna, ha subito richiamato la bellezza e lo splendore di quei mosaici. A parte ogni paragone c’è anche da dire che a Casignana, c’è ancora molto da portare alla luce.
Una necessità d’altra parte, supportata proprio dalla ulteriore scoperta di nuovi mosaici veramente di grande bellezza emersi negli ultimi tempi. E, c’è da augurarsi che il programma in parte già predisposto per dare ulteriore lustro a questo sito di straordinaria bellezza si possa concretizzare in tempi, se non immediati, non eccessivamente lunghi. Il sito si è già conquistato un meritato posto al sole nel vasto panorama nazionale ed internazionale ed è, ormai, diventato una punta di diamante del richiamo turistico del territorio. Il complesso è tagliato in due parti dalla strada Statale 106 cosa che in qualche modo impedisce che si possa apprezzare al meglio tutta la sua complessità ma bisogna fare di tutto per superare le eventuali pastoie burocratiche che ne impediscono l’intera fruizione. Doveroso ricordare che la sua scoperta è abbastanza recente.
La Villa Romana è stata scoperta negli anni 60, durante i lavori per la realizzazione di un acquedotto. Le indagini successive, e lo scavo sistematico dell’area, portarono alla luce due complessi termali ben conservati, alcuni ambienti di servizio e un’area residenziale. A colpire gli studiosi furono fin da subito i pavimenti mosaicati di altissima qualità tecnica ed estetica, le pareti rivestite in marmo e i resti di volte ricoperti da pasta vitrea azzurra.
La ricchezza dei resti portati alla luce fece subito intuire che si trattava di un ritrovamento di eccezionale valore, anche se ci vollero molti anni perché questa meraviglia cominciasse ad essere valorizzata. L’importante è che, adesso, i riflettori continuino a rimanere accesi. In molti esperti sono convinti che il sito continuerà a dare ulteriori piacevoli sorprese. (ab)