- Dopo gli appelli della comunità scientifica all’Aifa per dare il via libera alla sperimentazione ufficiale della plasmaterapia, abbiamo chiesto al prof. Pino Nisticò, ex presidente della Regione Calabria e insigne farmacologo, un commento. L’Aifa, peraltro, raccogliendo l’appello di ieri mattina del sen. Marco Siclari, ha incluso nella sperimentazione anche il prof. Giuseppe Di Donno di Mantova. È un buon segnale, in attesa dei provvedimenti del ministro Speranza. È stato lo stesso Siclari a comunicarlo al prof. De Donno che si è messo subito a disposizione del direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini.
«Dopo i ripetuti gridi d’allarme – scrive il prof. Nisticò – da noi lanciati al nostro Governo e persino ad altri Paesi, tramite le comunità dei Consultori della Regione Calabria e delle associazioni dei calabresi nel mondo, finalmente la nostra Agenzia nazionale del Farmaco (Aifa) si è risvegliata dal torpore primaverile concedendo l’autorizzazione ad uno studio sperimentale nazionale per valutare l’efficacia e la sicurezza del plasma iperimmune da pazienti già guariti da Covid-19.
Sia in Inghilterra che negli Stati Uniti il Governo e la Food Drug Administration (FDA) avevano già dato il via libera alla sperimentazione del plasma iperimmune.
È noto da anni ed è stato confermato anche in questo periodo di emergenza da autorevoli ricercatori su riviste prestigiose come Nature, Pnas, Jama, come pure da studi sperimentali in corso e dall’uso compassionevole che il trattamento con plasma iperimmune è quello di scelta per le gravi forme di Covid.
Sorprende, pertanto, che l’Alfa abbia ritardato nel decidere di lanciare uno studio controllato su scala nazionale pur disponendo in seno alle sue Commissioni di farmacologi molto qualificati che sono ben consapevoli del ruolo terapeutico dell’infusione di plasma iperimmune.
Ad ogni modo oggi non possiamo fare altro che dare il benvenuto al nuovo studio dell’Aifa. La delibera, in particolare, prevede l’autorizzazione di uno studio denominato Tsunami di cui è capofila l’Università di Pisa. Con quali criteri sono stati scelti i centri universitari e ospedalieri che partecipano allo studio? Sembrava naturale includere in primis i centri con maggiore esperienza. Infatti, ottimi risultati terapeutici sono stati riportati nei mesi scorsi in circa 80 pazienti trattati con siero iperimmune dalla rete coordinata del prof. Cesare Perotti del San Matteo di Pavia e dal prof. Giuseppe De Donno dell’Ospedale di Mantova, rete che comprende anche le aziende ospedaliere di Crema, Lodi, Padova e Novara. Sembra, invece, che questi centri siano stati esclusi dallo studio Tsunami autorizzato dall’AIfa. Un vero e proprio “tsunami”? Speriamo di tratta di una tempesta di breve durata.
Il ministero della Salute avrebbe dovuto, nel suo indirizzo politico, chiedere all’AIfa e all’Istituto Superiore di Sanità di organizzare uno studio il più ampio possibile, coinvolgendo i centri più qualificati delle singole regioni, specie di quelle dove c’è ancora la più elevata incidenza di decessi. Anche perché è evidente, sulla base dell’esperienza finora maturata, che tanto più centri saranno autorizzati per la plasmaterapia, tanto più saranno i pazienti salvati da morte.
Pertanto, in Italia lo studio dovrebbe essere un’occasione da cogliere e cioè accanto allo specifico significato scientifico volto alla valutazione rigorosa dell’efficacia e della tollerabilità, da un punto di vista pragmatico bisognerebbe usarlo anche come strumento efficace per salvare il maggior numero possibile di pazienti gravi che rischiano la morte.
Ecco perché a mio avviso – dice il prof. Nisticò – il ministro dovrebbe integrare lo studio Aifa ed estendere quanto più possibile questa sperimentazione, coinvolgendo tutte le città più importanti con policlinici universitari o ospedali di grande prestigio, come, per esempio, lo Spallanzani di Roma e il Cotugno di Napoli, ecc. Sono sicuro che il ministro Speranza saprà con la sua sensibilità e intelligenza politica assicurare un’integrazione dello studio Tsunami, facendo organizzare centri qualificati per l’infusione di plasma sull’intero territorio, nell’interesse dei pazienti affetti da grave forme di Covid.
Questo il ministro lo potrebbe decidere molto rapidamente, anche chiedendo il parere ad suoi consulenti di altissimo prestigio scientifico come il prof. Walter Ricciardi, già presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e professore stimatissimo dell’Università Cattolica di Roma oltre che rappresentante del nostro Paese in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità, e il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, infettivologo clinico che è considerato un vero colosso in tutto il mondo avendo per primo sconfitto l’Ebola oltre che far guarire i primi pazienti affetti da Coronavirus.
Prima di chiudere, vorrei fare una breve considerazione. Tutta questa vicenda che stiamo vivendo, tipicamente “italiana” sta a dimostrare che ancora non abbiamo imparato la lezione che ci viene dal coronavirus. Quando finalmente avremo un mondo in cui domina l’umiltà, la fratellanza, il rispetto reciproco senza personalismi e prime-donne? Questa è la vera lezione che dovremmo apprendere dalla pandemia da coronavirus». [Pino Nisticò]