Domani sera, al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, andrà in scena La danse du pied – Apriti alla gioia del drammaturgo e regista Davide Rausa, con Monsieur David e Federica Gumina, per un’esperienza artistica multidisciplinare, un’esibizione internazionale realizzata con piedi, gambe e mani.
Lo spettacolo arricchisce la ricca rassegna del 𝐹𝑒𝑠𝑡𝑖𝑣𝑎𝑙 𝐴rteca, 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑅𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑃𝐴𝐶 2014/2020 – 𝐴𝑠𝑠𝑒 𝑉𝐼 𝐴𝑧. 6.8.3. 𝐴𝑚𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑜 2022 e realizzato dall’Associazione Teatrale I Vacantusi.
Monsieur David trasporta il pubblico in un mondo incantato, iniziando da un’antica cantina dei nonni, dove una scatola con su scritto “Il Mondo Capovolto” e una bobina impolverata svelano immagini di un mondo sconosciuto popolato da pupazzi, danzatori e illusionisti che prendono vita davanti agli occhi del pubblico.
Lo spettacolo si concentra sull’esaltazione dei piedi come fonte di movimento scenico e come ispirazione per una visione onirica delle potenzialità umane. Richiama elementi della poetica di Fellini, delle fantasie circensi, degli scenari di Renoir e del surrealismo di Salvador Dalì. Una ballerina da carillon rappresenta il femminile fondamentale per affrontare l’ignoto e immaginare una visione particolare dell’umanità, con la testa per terra e i piedi per aria.
Si tratta di uno spettacolo musicale raffinato che evoca l’atmosfera degli antichi varietà degli anni ’20, in grado di stupire anche il pubblico adulto, che avrà l’opportunità di riscoprire il proprio fanciullo interiore.
L’Artista capovolto rappresenta la condizione di un uomo che fino in fondo, tenta in ogni modo una via di salvezza dello spirito, per rivelare in tutta la sua forza ciò che una cultura Occidentale tenta in ogni modo e strategia di eliminare.
Un uomo che grazie al suo desiderio di ricerca e conoscenza ,nonostante sia nato partendo da una condizione poco privilegiata, capisce che il suo unico scopo sia quello di rivelare e far emergere la migliore condizione interiore, per se stesso, riflettendo la vitalità ‘di questo potere nella società in cui vive e lo fa compiendo una azione simbolica, nonostante l’immobilità creata dal sistema ,che lo tiene fermo, incapace di usare i propri poteri interiori, confusi, allontanati dalla fonte ,e cosi’, come un corso d’acqua trova sempre una via per continuare a scorrere, si ribalta, buttandosi lui stesso all’indietro, nell’ignoto, tornando ad affidarsi a quel sostegno, invisibile solo agli stolti e a coloro che sono morti dentro, rivelando attraverso le gambe e i piedi una nuova umanità che da quel momento lo precede, guidandolo nelle scelte ,esprimendo tutte le qualità che fino a pochi istanti prima sembravano assenti, spente, nascoste, ormai deluse da un procedere che rivelava sempre lo stesso scenario di morte.
Nel finale dello spettacolo, il protagonista diventa testimone di un messaggio fondamentale che ripete come un mantra, vicino alla madre terra, che in quel momento offre chiavi importanti per rendere visibile ciò che è invisibile. (rcz)