Nei giorni scorsi, a Lamezia Terme, si è riunito il Servizio regionale tutela minori, sotto la guida sapiente e preparata di monsignor Oliva, vescovo referente della Cec in materia di tutela dei minori.
All’incontro hanno partecipato la coordinatrice regionale e i referenti dei Servizi diocesani tutela minori (Sdtm). L’ordine del giorno della riunione era molto ricco ed è iniziato con un collegamento online da Roma con Emanuela Vinai, coordinatrice del Servizio nazionale tutela minori (Sntm) – Cei. Dopo il suo intervento, interessante e stimolante, i referenti le hanno sottoposto molte domande al fine di poter comprendere dettagliatamente le direttive, le indicazioni del Sntm-Cei e svolgere al meglio il loro servizio, con competenza e professionalità.
L’incontro, costruttivo e proficuo, si è svolto in un clima molto cordiale, collaborativo, fraterno, che ha consentito un libero confronto ed un pullulare di idee e proposte volte a promuovere la cultura della cura dei minori e adulti vulnerabili, a sviluppare una rete di collaborazione tra i diversi professionisti coinvolti, a supporto delle Diocesi. Molto importante anche la condivisione delle buone prassi tra le Diocesi che ha mostrato come i referenti dei Sdtm svolgano con profonda passione e dedizione il servizio loro affidato, e abbiano desiderio di coinvolgere, promuovere, riconoscere le priorità e criticità in questo ambito così delicato.
L’entusiasmo, l’amicizia, la collaborazione, la condivisione di idee, proposte, buone prassi, per individuare percorsi a sostegno e cura delle persone più fragili e potenzialmente esposte ad abusi, che c’è tra i membri del Srtm, incoraggia a sperare nell’avvio di processi di cambiamento, che se pur lenti, sono necessari per una società migliore, più a misura di uomo, ricordando che questo è a immagine e somiglianza di Dio. Come afferma il Papa nell’esortazione apostolica Laudate Deum (n. 70) «non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali e, non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti di persone». (rcz)