È quasi certo, per le Associazioni in rosa calabresi, che la legge sulla parità di genere verrà approvata nell’ultima seduta del Consiglio regionale della Calabria e, se ciò avverrà, «sarà solo merito delle donne, delle Associazioni e della società civile».
What Women Want_la Calabria vista dalle Donne, Consigliera di Parità di Regione Calabria, Fidapa Bpw Italy – Distretto Sud Ovest, Fimmina Tv e Casa delle Donne, Fondazione “Marisa Bellisario”, Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, Associazione Sinapsi Reggio Calabria, Associazione 5 D, e Associazione di Volontariato Mammachemamme, hanno una certezza: «se approvata, non sarà per merito di questa o delle precedenti deputazioni regionali. Tutte e tutti ricordano, infatti, quanto abbiamo lottato, discusso, coinvolto, condiviso; quanto siamo state osteggiate, derise. 10 anni, tre legislature – Loiero, Scopelliti, Oliverio – tanto consenso, tante importanti adesioni alla nostra lotta hanno trovato, fin qui, un miro granitico nel fronte della politica maschile e maschilista egemone nell’assise regionale».
«Mentre nel resto del mondo – si legge in una nota delle Associazioni – le donne vivaddio governano da tempo le più importanti organizzazioni, alle nostre latitudini la politica regionale, con il peggiore degli atteggiamenti di doppiezza e ambiguità ha, fin qui, resistito e impedito l’applicazione di una norma di profonda equità e giustizia».
«Bene – prosegue la nota – questo tempo è finito. Anche la Calabria ha, finalmente, l’occasione per uscire dall’arretratezza istituzionale e predisporre le condizioni per una rappresentanza politica piena attraverso una legge che dovrà essere inattaccabile sul piano della conformità alla L. 20 del 2016, perché, non essendo state interpellate finora sul testo, non vorremmo ritrovarci di nuovo nella necessità di rivolgerci al Tar e al Governo per avere ragione».
«E se finalmente anche la Calabria – continua la nota – avrà la doppia preferenza di genere, sarà solo merito delle donne, delle Associazioni e della società civile, di quante non hanno mai abbandonato il campo, sopratutto quello dell’affermazione in ogni ambito della vita pubblica, della necessità del pensiero differente, del sapere e dell’esperienza di genere; di quante non hanno mai indietreggiato di fronte all’arroganza dell’esclusione, per un obiettivo più importante di ogni altro: affrancare questo territorio dall’arretratezza e disegnare un paesaggio regionale-culturale-economico-sociale-plurale, innovativo, contemporaneo». (rrm)