di PINO GRECO* – Carissimi, rimango stupito della proposta del PD di spostare il centro decisionale per le questioni calabresi fuori dalla nostra regione, ma addirittura di indicare chi e come deve rappresentare l’intero Centrosinistra della Calabria al tavolo romano come se non bastasse il commissariamento.
Ancora una volta, i vertici del PD preferiscono una via solitaria e tutta in salita. Evidentemente, non è servita la dura lezione delle elezioni del Gennaio 2020. Non ci si rende conto di come alla nostra gente nulla interessa delle grandi manovre di palazzo. Mentre i vari TanDem si sfaldano con accuse che vanno dall’inaffidabilità a quella di avere nelle liste “indagati”, e per di più “comunista” (a tal proposito rivolgo a Mimmo Lucano la nostra solidarietà), diventa chiaro come la Calabria sia diventata terreno di scontro di battaglie che si svolgono fuori dalle mura della nostra Regione.
Eppure, è bastato che si avanzasse una possibile candidatura di un illustre calabrese, autenticamente di sinistra, rigoroso, serio, equilibrato, competente, che ha dedicato la sua vita all’impegno totale per l’affermazione dei valori della legalità e della lotta alla mafia senza per questo essere un giustizialista, affinché ritornasse a battere il cuore di molta gente, di tanti militanti, dirigenti di base e non solo, professionisti, per il ritrovato gusto dell’impegno politico, sociale, civile in poche parole la voglia di andare a votare. Mi permetto di dire che occorre ascoltare tutti, confrontarsi Senza Paura.
Avviare, finalmente, il processo di Pacificazione a partire dai gruppi dirigenti sempre più lontani dai territori : unire e non dividere. La Calabria non può più essere sotto protettorato e sorvegliata speciale. Ascoltare la forze sociali è un dovere non un’elargizione. Proporre la via per uscire dai drammatici problemi che la nostra gente vive quotidianamente deve essere la bussola per chi è dirigente del Centrosinistra, della Sinistra nella nostra bellissima, difficile, complicata terra.
Deve essere chiaro che non si è interessati ad avere uno “strapuntino” in questo o quel Consiglio, e per questo allearsi con chiunque a prescindere, nella logica “dell’accattonaggio” del voto. Il candidato alla Presidenza della Regione Calabria, per il Centrosinistra, deve essere il garante di una ritrovata unità, di una coalizione ampia che coinvolga la Sinistra, il Centrosinistra, il Mondo Cattolico, i Movimenti, l’Associazionismo, quelle soggettività politiche che oggi vengono inspiegabilmente escluse da ogni discussione e contributo. Se si prestasse più orecchio alle questioni calabresi scevri da altre dinamiche, forse la soluzione potrebbe essere già a portata di mano.
Si vuole di nuovo consegnare la Calabria alle destre? Distintamente e con immutata passione. (pg)
*Dirigente ArticoloUno