COMUNALI, IL “RISVEGLIO” SOCIALISTA
E L’INSUSSISTENZA DI TUTTI I PARTITI

di MASSIMO CLAUSI – Il Pd riesce a perdere anche quando vince il centrosinistra. Può sembrare un paradosso ma, come diceva qualcuno, il paradosso è una mezza verità o una verità e mezza. Soprattutto in provincia di Cosenza il Pd esce con le ossa rotta da questa competizione elettorale in cui ha completamente sbagliato strategia. Soprattutto a Rende che non è un paesino sperduto della Calabria ma uno dei suoi principali motori economici, ha adottato una tecnica kamikaze.

Si è opposto alla candidatura di Sandro Principe, che come prevedibile ha stravinto, per poi nemmeno presentare la lista col simbolo. Le ragioni sono imperscrutabili ai più. Balbettate in nome di un giacobinismo che non regge visto che sono finiti per allearsi con un candidato diretta espressione dell’ex giunta Manna. Il risultato? Arrivare terzi.

Tecnica kamikaze del Pd

Una responsabilità che pesa tutte sulle spalle del capogruppo regionale Mimmo Bevacqua e dell’altro consigliere regionale Franco Iacucci, ma anche di altri dirigenti di lungo corso come Nicola Adamo e Carlo Guccione che in una riunione del circolo “Zuccarelli” di Cosenza hanno sparato ad alzo zero contro i Socialisti che hanno sostenuto Principe, arrivando a ventilare una crisi a Cosenza. In tutto questo l’ormai uscente segretario di Federazione, Vittorio Pecoraro, era bellamente in vacanza in Brasile.

Allora a questo errore ne sono seguiti altri come il mancato sostegno a Roberto Perrotta a Paola, a Giuseppe Aieta a Cetraro. Adesso le cose per il Pd cosentino si complicano perché in marzo si voterà per la Provincia e i Socialisti hanno tutto il diritto di alzare la voce governando anche Cosenza.

E che dire di Isola Capo Rizzuto? Mariagrazia Vittemberga è sindaco uscente che aveva ben operato. Da civica aveva deciso di iscriversi al Pd, ma al momento del voto i dem hanno deciso di non sostenerla. Lei non si è persa d’animo ed ha rispolverato il suo civismo che l’ha portata alla mancata vittoria per un soffio al primo turno. Il candidato del Pd, Pino Filici, invece non è riuscito ad arrivare al 10%.

Lamezia, Bevilacqua preso sottogamba

Anche a Lamezia Terme solo la determinazione di Doris Lo Moro è riuscita a tenere unito il campo del centrosinistra, ma anche sull’ex magistrato si erano registrati i soliti veti incrociati. Adesso si aprirà la lotteria del ballottaggio in cui l’ex parlamentare sembra avvantaggiata sul competitor Mario Murone, ma solo per la lotta fratricida del centrodestra che ha affrontato con troppa leggerezza il “caso” Gianpaolo Bevilacqua, che da solo, in nome del popolo, è riuscito ad arrivare al 24%.

Sui territori il centrodestra non esiste

A proposito del centrodestra, si conferma quanto intuito sin dalle battute iniziali di questa campagna elettorale. Sui territori semplicemente non esiste. SI può consolare solo con la performance di Gianpaolo Iacobini a Cassano all’Ionio che ha vinto al primo turno, determinando la fine dell’era Papasso. Qui i Socialisti non hanno attecchito, ma il merito è dell’assessore regionale Gianluca Gallo, recordman di preferenze alle regionali è già sindaco della città delle Terme. Gallo può ritenersi soddisfatto di questo successo personale, non così per l’altro ruolo che ricopre ovvero quello di coordinatore provinciale di Forza Italia.

A Rende già sono partite le accuse reciproche di poco impegno, ma il dato è che il centrodestra non sfonda da nessuna parte. Un brutto segnale per le regionali che si terranno fra poco più di un anno e mezzo. In fondo sono i sindaci i grandi portatori di voti e la chiave per vincere le regionali. (mc)

[Courtesy LaCNews24]

Parte da Siderno la battaglia per un Sud protagonista

È partita da Siderno la battaglia del Partito Democratico per un Sud protagonista in Italia e in Europa per battere le destre. Una battaglia iniziata dalla due giorni organizzata a Siderno dall’europarlamentare del PD, Sandro Ruotolo insieme al gruppo “Socialisti e Democratici” al Parlamento Europeo e che ha visto partecipare un folto pubblico composto da militanti, simpatizzanti e cittadini desiderosi di dare il proprio contributo d’idee per costruire insieme un’alternativa al governo regionale e nazionale

Per l’europarlamentare Ruotolo, infatti, «dobbiamo portare al Parlamento Europeo lo scandalo della sanità calabrese perché c’è una questione di diritti negati ai cittadini e c’è un puzzo insopportabile di mafia, di compiacenza. Serve una strategia europea per i territori fragili e abbandonati e la risposta non è il ponte sullo Stretto, ma riprendere la filosofia del PNRR, quella dell’Europa che investe dove c’è bisogno».

A fare gli onori di casa la sindaca di Siderno (e dirigente nazionale Pd) Mariateresa Fragomeni, fondatrice del circolo cittadino democrat che ha supportato l’iniziativa accogliendo positivamente l’approccio pratico e operativo voluto da Ruotolo «che – ha spiegato Mariateresa Fragomeni – mantiene le proprie promesse, vista l’attenzione costante ai territori, alla Calabria e a Siderno che ha sempre manifestato e continua a dimostrare».

La due giorni, che ha portato Siderno al centro del dibattito politico regionale e nazionale, si è aperta con un dibattito sul tema dell’immigrazione, intesa come fenomeno da governare con umanità e responsabilità, moderato dall’editore de “La Riviera” Rosario Condarcuri. Dopo l’introduzione di Mariateresa Fragomeni, sono intervenuti il segretario cittadino del Pd di Crotone, Annagiulia Caiazza che, ricordando il rapporto di collaborazione instaurato con le Ong, ha detto che «le politiche migratorie vanno regolate, non scansate. Così l’immigrazione è ricchezza culturale ma anche economica», mentre il capogruppo dem in consiglio regionale Domenico Bevacqua ha aggiunto che «nelle politiche migratorie i sindaci non possono essere lasciati soli». Particolarmente toccante l’intervento del parroco Padre Francesco Carlino, missionario in Africa e che per anni ha preso parte alle fasi successive agli sbarchi di migranti al Porto di Roccella Jonica. Dopo aver ricordato le responsabilità dell’Europa per le politiche colonialiste nel continente nero, ha aggiunto che «chi alimenta nazionalismi va a incentivare logiche patologiche di odio. Gesù, alla fine della vita, ci interrogherà sull’amore. Nessun razzista potrà mai eludere la verità ultima del vangelo».

Ha concluso Sandro Ruotolo, dicendo, tra l’altro, che «la prima cosa che dovremo fare, quando arriveremo al governo, è abolire la legge Bossi-Fini e ripristinare quella solidarietà fissata nei principi costituzionali».

Quindi, guardando alla prossima sfida elettorale delle elezioni regionali in Calabria, la dirigente del gruppo Donne Democratiche della provincia di Reggio Calabria Barbara Panetta ha moderato l’incontro sul tema “Per una Calabria libera, giusta e protagonista”, introdotto dalla presidente dell’assemblea regionale del Pd Calabria Giusy Iemma.

E il ruolo trainante del Partito Democratico nella costruzione dell’alternativa al centrodestra di Occhiuto è stato ribadito dalla presidente dell’assemblea provinciale reggina Tania Bruzzese, dal senatore (e segretario regionale del Pd) Nicola Irto e dal dirigente regionale Carlo Guccione, da sempre attento alle tematiche riguardanti la sanità. Quest’ultimo, si è concentrato particolarmente sugli effetti della legislazione speciale «che – ha detto – consegna a un presidente di Regione e Commissario della Sanità calabrese come Occhiuto anche il ruolo di commissario alla costruzione della nuova rete ospedaliera, dandogli in mano una dotazione di un miliardo e mezzo che può essere fonte di consenso e interlocuzioni a un anno e mezzo dalle elezioni, mentre l’emigrazione sanitaria aumenta e quasi il 5% dei calabresi rinuncia a curarsi», aggiungendo che «in Calabria ci sono troppi centri di spesa. La centralizzazione degli acquisti ci farebbe risparmiare almeno 300 milioni di euro, togliendoli agli appetiti torbidi e ‘ndranghetistici».

Il deputato ed ex ministro Andrea Orlando ha rivolto una stoccata al Governo Meloni quando ha detto che «Essere europei al 100% e guardare al Mediterraneo è una cosa; volere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti è un’altra perchè per il Sud cambia completamente la prospettiva. L’Africa può essere, invece, una grande risorsa», bocciando la Zes unica che reputa «un modo di rinunciare a individuare delle priorità: trovare indifferenza nelle differenze. Lo stesso ponte sullo Stretto è una Zes unica dal punto di vista metodologico», allargando così il campo sulla costruzione di un’alterativa al governo nazionale tale da assegnare un ruolo prioritario al Mezzogiorno d’Italia.

Questo è stato il tema del dibattito conclusivo della prima giornata, moderato dal segretario del circolo cittadino di Bianco Giusy Falzea e che ha registrato gli interventi della coordinatrice regionale delle Donne Democratiche Teresa Esposito, della consigliera regionale Amalia Bruni, dello stesso Nicola Irto e del capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, mentre il protagonismo del Sud Italia è stato approfondito dall’incontro di apertura della seconda giornata, moderato da Mariateresa Fragomeni e nel quale sono intervenuto il segretario della federazione di Reggio Calabria Antonio Morabito, il presidente del consiglio comunale di Cosenza Giuseppe Mazzuca, l’ex consigliere regionale Luigi Tassone e il deputato e responsabile nazionale del Pd per il Mezzogiorno Marco Sarracino, che oltre a ribadire l’impegno del Pd e della segreteria guidata da Elly Schlein a tenere nella massima considerazione il Sud Italia come assoluta priorità programmatica, ha raccolto le proposte di molti militanti che sono intervenuti.

E la soddisfazione per l’ottima riuscita della due giorni è stata espressa a chiare lettere da Sandro Ruotolo all’inizio dell’incontro conclusivo, moderato dall’editore di Telemia, Giuseppe Mazzaferro. Ha ricordato l’impegno del 40% dei fondi Pnrr per il Mezzogiorno e ha dato notizia dell’appello che il suo gruppo al Parlamento Ue ha condiviso con quello dei Popolari e della Sinistra in cui viene ritenuta intollerabile la crisi di Gaza, accogliendo la proposta della sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi di far partire da lì una grande  manifestazione pro Gaza.

Ha difeso la scelta di votare per il no al riarmo e sì a una difesa comune europea, ribadendo l’importanza del voto ai cinque referendum di giugno e chiudendo con un concetto cardine del Pd: «dobbiamo essere il partito degli elettori e non degli eletti».

Le conclusioni sono state affidate al capodelegazione Pd al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti, che ha scaldato i cuori dei numerosi presenti quando ha esordito dicendo: «sono qui per lanciare un messaggio: c’è bisogno di noi»

. Una vera e propria adunata, la sua, per combattere insieme fino a sconfiggere quella che ha definito la peggiore destra di sempre. «Dobbiamo essere forti e organizzati – ha spiegato – per ricostruire un sentire comune, perché ritorna originale il motivo per il quale facciamo politica: la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono la dignità della persona».

Dopo aver richiamato più volte i principi fondanti della Costituzione e del Manifesto di Ventotene, ha lanciato l’ennesimo richiamo all’unità delle forze alternative alla destra, puntando «sulla speranza che fa la differenza, che – ha detto – è il motore della partecipazione in un tempo in cui il mondo è precipitato verso l’angoscia senza speranza, il terreno in cui prospera la destra». Sulla sanità ha detto che «la differenza tra noi e chi sostiene la Meloni è che noi pretendiamo che il diritto alle cure si eserciti con la tessera sanitaria; loro con la carta di credito», chiudendo sul ruolo del Pd «che è quello di offrire un’alternativa alla rassegnazione, come facciamo a Siderno e in tanti altri comuni» e «costruire alleanze sociali, riaccendere la speranza di una riscossa popolare per la dignità». (rrc)

L’assessore Calabrese: Calabria nella gestione di acque e rifiuti ha intrapreso un nuovo corso

«La Calabria nella gestione dei servizi pubblici di acque e rifiuti ha intrapreso un nuovo corso». È così che l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Calabrese, ha risposto all’attacco di Pd e Movimento 5 Stelle, «che, ancora una volta, mettono in scena il maldestro tentativo di contrapporre l‘ArriCal e Regione accusando entrambe di nascondere la polvere sotto il tappeto».

«Se di polvere si tratta – ha rimarcato Calabrese – sicuramente è quella che questo governo regionale ha sollevato per fare chiarezza nel ciclo di gestione dei rifiuti e mettere ordine in un sistema che si trascinava da anni in disfunzioni e debolezze, condannando la Calabria a vivere una emergenza continua che era diventata ordinarietà, con cumuli di rifiuti lungo le strade cittadine per tutto l’anno e lunghe stagioni estive vissute dai Sindaci dei Comuni calabresi come veri incubi per non sapere dove portare i rifiuti».

«Chi ora accusa la Regione di inefficienze – ha proseguito – dimostra di avere una memoria corta, non volendo ammettere che oggi il sistema è ben organizzato grazie a una riforma complessiva e all’intervento della Regione che ha preso in mano una situazione che era al collasso».

«Coloro che accusano la Regione e l‘Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria di poca trasparenza – ha aggiunto – cadono in una evidente contraddizione e dimostrano ancora una volta di non conoscere le materie di cui si occupa L’ArriCal e sottovalutano un aspetto importante che riguarda proprio l’assetto organizzativo voluto dal presidente della Regione Calabria, che vede una rappresentanza dei sindaci nel Consiglio direttivo».

«Ribadisco – ha proseguito l’esponente della Giunta Occhiuto – che quello che ArriCal ha comunicato ai sindaci sono i costi a consuntivo per gli anni 2023 e 2024, ossia i costi di gestione sostenuti dai Comuni per i contratti sottoscritti dagli Ato provinciali.
L’intervento della Regione, che ha messo in campo 45 milioni di euro, evidenzia la volontà di neutralizzare i costi a consuntivo, così come le ingenti risorse economiche che sono state stanziate per gli interventi strutturali sui fondi nazionali (179 milioni di euro) e comunitari (104 milioni di euro) del ciclo di programmazione 2021-2027 dimostrano che questo governo regionale ha una visione strategica di lungo periodo a favore dei Comuni e dei cittadini calabresi».

«Ringrazio il presidente Arrical, Sergio Ferrari, il commissario straordinario Luciano Vigna, tutto il Dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente con il direttore generale Salvatore Siviglia per il lavoro costante che stanno facendo, con una attenta analisi e lettura del territorio a tutela proprio dei Comuni».

«Chi vede in questo uno scarico di responsabilità – ha concluso – una narrazione distorta o una mancanza di trasparenza non ha strumenti dialettici per dire realmente le cose come stanno». (rcz)

Pd Calabria: Divisioni nel cdx su Centrale del Mercure sintomo di cortocircuito

Il Partito Democratico Calabria ha evidenziato come «sulla centrale del Mercure, è singolare che il ministro leghista, Roberto Calderoli abbia accusato il titolare del ministero dell’Ambiente, il forzista Pichetto Fratin, d’aver chiesto l’impugnazione della legge regionale, sposata dal presidente della Regione Calabria, con cui si vorrebbe chiudere quell’impianto situato nel Parco nazionale del Pollino».

Divisioni e scaricabarile che, per i dem, «sono il sintomo di un cortocircuito interno destinato a diventare incendio», oltre che «una vera e propria faglia nel centrodestra a proposito della centrale a biomasse del Mercure, che il presidente della Regione non vuole affatto, al contrario del governo nazionale che, con quell’impugnazione, l’ha di fatto sconfessato ma non sa ammetterlo e prova a nascondersi».

«Calderoli si prepara – hanno concluso – ad ammansire ancora una volta Occhiuto sull’autonomia differenziata? Queste contraddizioni plateali confermano che sta finendo l’idillio tra il presidente della Regione e la sua maggioranza, tra lui e l’esecutivo Meloni. Sulla vicenda, il centrodestra calabrese resta ancora attonito, spiazzato e purtroppo debole».  (rcz)

L’OPINIONE / Nicola Irto: Il Ponte non è affatto una priorità ed è funzionale agli interessi politici

di NICOLA IRTO – Insieme al partito della Sicilia, come Pd della Calabria abbiamo prodotto argomentate osservazioni sul ponte di Messina nell’ambito della relativa Conferenza dei servizi, sottolineando la mancata effettuazione della Vas, le pesanti criticità della Via, le palesi carenze di progetto, di procedura e analisi di impatto, oltre che i problemi di sismicità, ventosità, tutela ambientale e del paesaggio, di salvaguardia della salute pubblica, di sostenibilità dei cantieri e di consumo delle acque.

Il ponte sullo Stretto non è affatto una priorità, non serve al Sud ed è funzionale agli interessi politici e alla propaganda di Matteo Salvini e dell’intera Lega. La Calabria e la Sicilia hanno invece bisogno di grandi investimenti per superare il loro isolamento dal resto dell’Italia e i pesanti limiti di viabilità e mobilità interna. Inoltre, urgono ingenti risorse per migliorare la sicurezza stradale nelle due regioni, già penalizzate dallo scippo di quote del Fondo per lo sviluppo e la coesione, dolosamente dirottate sul ponte sullo Stretto.

Il governo Meloni e la sua maggioranza non sentono il dovere di colmare i divari territoriali, altrimenti non insisterebbero sulla follia imperdonabile dell’autonomia differenziata, nascosta dalla ricorrente bugia sull’utilità del ponte di Messina. (ni)

[Nicola Irto è senatore del Pd e segretario del Pd calabrese]

Bevacqua (PD): Minasi attacca il Pd mentre l’autonomia calpesterà i diritti dei calabresi

Il consigliere regionale e capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, per capendo «la polemica e il clima elettorale», ritiene che «attaccare il Pd, mentre l’autonomia differenziata del ministro Calderoli rischia di spaccare il Paese è davvero inaccettabile».

«La senatrice Minasi dice che il Pd ha introdotto l’autonomia – ha detto – e vuole soltanto prendere in giro i cittadini. Se fosse già introdotta perché la Lega vorrebbe cambiarla? Ed in ogni caso la posizione del partito è chiara e non è per il no all’autonomia in generale, ma all’autonomia voluta dal ministro Calderoli. Un progetto che non tiene in alcuna considerazione i Lep, come ha sottolineato più volte il governatore Occhiuto, che appartiene al centrodestra e come ha evidenziato, da ultimo, anche la fondazione Gimbe con il suo ultimo report sulla migrazione sanitaria, descrivendo una situazione drammatica che certifica la sperequazione esistente tra il Nord e il Sud del Paese e che l’autonomia differenziata finirà con l’aumentare ancora».

«Lo stesso Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – ha ricordato – ha definito al limite del grottesco la posizione dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal centrodestra, favorevoli all’autonomia differenziata. ‘Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione’ le parole di Cartabellotta».

«La posizione del Pd – ha concluso Bevacqua – dunque non è certo strumentale, ma assai critica nei confronti di un provvedimento che, nel merito, finisce con l’affossare ogni speranza di sviluppo per il Sud. Ma, evidentemente, la senatrice Minasi non avendo argomenti per rispondere nel merito si attacca alla sterile polemica». (rcz)

 

Porto di Gioia Tauro, la Lega calabrese sfida il Pd: «Solleciti Gentiloni»

«E’ emblematico che nelle stesse ore in cui a Roma il vicepremier Matteo Salvini zittiva per sempre la propaganda contro il Ponte sullo Stretto, al porto di Gioia Tauro il nostro europarlamentare Valentino Grant dava una lezione di coerenza a quei partiti che con una mano hanno votato a favore di scelte scellerate contro lo sviluppo della Calabria e con l’altra erano là, nella stessa piazza, per stracciarsi le vesti illudendosi di prendere in giro il popolo».

E’ quanto dichiara Roy Biasi, responsabile regionale Enti Locali della Lega, all’indomani della manifestazione di protesta contro la norma con cui Bruxelles tassa i vettori navali per le emissioni nocive prodotte.

«Si è trattato – prosegue il dirigente della Lega che è anche sindaco di Taurianova – di una grande mobilitazione che, al fianco delle istituzioni che l’hanno organizzata e delle forze sociali che l’hanno sostenuta, ci ha visto partecipare a testa alta e senza doppiezze assieme al nostro rappresentante a Strasburgo, inneggiando sì alla necessaria unità che ora occorre trovare per cancellare le scelte ideologiche che penalizzano il primo porto italiano per traffico di container, senza però tacere sull’ecofollia di cui ancora una volta le sinistre hanno dato prova».

Biasi ricorda inoltre che «il gruppo parlamentare Identità e Democrazia, a cui aderisce la Lega, non ha votato la direttiva che dal gennaio prossimo obbligherà le compagnie di navigazione ad aderire al sistema di tassazione per compensare gli effetti nocivi della produzione di Co2, coerentemente con la visione pragmatica che sul tema della transizione ecologica il segretario Matteo Salvini sta impostando pure nel suo ruolo di governo, ma ciò evidentemente non è bastato visto che ieri in piazza non hanno rinunciato a sfilare anche i rappresentanti regionali della sinistra a cui, a questo punto, ha fatto bene il governatore Roberto Occhiuto a ricordare che, dopo la svolta ottenuta dal governo Meloni nella riunione dei ministri europei dell’Ambiente, la speranza di ottenere una moratoria che salvi il porto di Gioia Tauro dalla crisi passa dalle scelte che farà il commissario Paolo Gentiloni, espressione della maggioranza che ha voluto questa tassazione nemica dell’economia europea».

Per Biasi «coerenza vorrebbe che il Pd, adesso, in nome della unità vera che la Calabria ha manifestato sul tema, si rivolgesse direttamente a lui essendo responsabile degli Affari economici dell’Ue, ribadendogli il ruolo straordinario che nello shipping europeo ha il porto calabrese e la crisi mortale che rischia nel caso in cui la tassazione rimanesse nell’attuale configurazione che favorisce i porti di scalo concorrenti sulla costa africana del Mediterraneo». (rrc)

VIBO – Il Pd presenta iniziative per la sanità Vibonese

Mercoledì, a Vibo Valentia,  davanti all’Ospedale Jazzolino, si terrà l’iniziativa pubblica del Partito Democratico in merito alla gestione della sanità nel Vibonese.

Intervengono Raffaele Mammoliti, consigliere regionale del Pd, Giovanni Di Bartolo, segretario Federazione PD Vibo, Amalia Bruni, consigliera regionale, Mimmo Bevacqua, consigliere regiona e capogruppo del Pd, Marina Sereni, segretaria nazionale Pd – responsabile sanità.

«Una gestione inappropriata della sanità, purtroppo – si legge nella nota – si ripercuote prima di tutto su operatori e cittadini ma rappresenta anche la misura del livello di civiltà di un territorio, oltre naturalmente a influire sulla crescita sociale e anche economica».

«Sono molteplici gli aspetti e le concause organizzative strutturali che, purtroppo – si legge – caratterizzano la criticità sanitaria del nostro territorio e il rischio di un effettivo indebolimento è sotto gli occhi di tutti, sia per quanto riguarda la rete ospedaliera, sia per quanto riguarda la rete territoriale».

«Ci preme, però – continua la nota – evidenziare la disponibilità di cospicue risorse per mettere in sicurezza presidi e strutture, per migliorare la rete di prossimità attraverso strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria, per ammodernare il parco tecnologico e digitale ospedaliero».

«Si tratta di milioni di euro – viene evidenziato – che, se utilizzati proficuamente, contribuiranno a migliorare la qualità dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sanitarie.

La nostra battaglia continuerà sia sul versante delle iniziative, che delle proposte, soprattutto sollecitando chi è chiamato a governare la sanità vibonese a voler garantire l’affermazione dei livelli essenziali di assistenza».

«Infatti, la costruzione del nuovo ospedale – continua la nota – non rappresenta solo un’infrastruttura strategica per il miglioramento della sanità vibonese, che tra l’altro avrebbe dovuto realizzarsi con l’ordinanza di protezione civile, ma rappresenta un’occasione fondamentale per affermare la legalità in questo settore».

«Continueremo a vigilare come gruppo – conclude la nota – e attiveremo un confronto positivo, sollecitando l’attenzione necessaria a tutte le forze sane e democratiche di questo territorio». (rvv)

Quale futuro per il Corap? Il Pd propone sia trasformato in una nuova Agenzia regionale

Porta la firma del consigliere regionale Raffaele Mammoliti, ed è condivisa dal tutto il gruppo del Partito democratico, la proposta di legge che ha come oggetto il rilancio delle politiche industriali e delle attività economiche e produttive in Calabria attraverso la trasformazione del Corap in una nuova Agenzia regionale. La proposta dal titolo “Riordino delle norme in materia di politica industriale, attività produttive, sviluppo economico e istituzione Agenzia regionale sviluppo industriale”, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede regionale del Pd a Lamezia Terme alla presenza del capogruppo democrat, Mimmo Bevacqua.

Secondo Mammoliti «questa proposta non arriva a freddo, nei mesi scorsi avevo già presentato una interrogazione alla Giunta in merito alla vicenda del Corap, che è in liquidazione coatta. Mi è stato risposto che si stavano interessando non solo dal punto di vista del personale ma anche per dare una nuova funzione a una nuova Agenzia. Io nel frattempo ho esercitato il mio ruolo di azione legislativa presentando questa proposta che prevede tre aspetti importantissimi. Il primo è quello dell’effettiva valorizzazione del know how, delle esperienze e delle competenze maturate in questi anni e che possono dare un notevolissimo contributo alle politiche di sviluppo della regione, il secondo è la trasformazione del Corap in questa nuova Agenzia che dovrebbe consentire alla Regione di riassorbire le funzioni delle politiche industriali con una capacità di programmazione sulle attività produttive e sullo sviluppo economico della regione. Il terzo – sottolinea ancora Mammoliti – è il coinvolgimento dei Comuni, perché finora i Comuni nei quali ricadono aree industriali non sono mai stati coinvolti mentre invece nella nostra proposta hanno un ruolo fattivo. Quindi, interagire insieme per politiche industriali che possano aiutare a rendere le nostre aree industriali più attrattive e competitive anche alla luce dell’orientamento del governo nazionale sulla Zes unica del Mezzogiorno».

«Da un po’ di tempo il Partito democratico sta cercando di mettere in campo proposte serie e credibili discutendo con tutti gli attori competenti e svolgendo una opposizione propositiva e non strumentale dando a chi governa la regione una interlocuzione che possa portare alla migliore sintesi nell’interesse dei calabresi: è questa – ha affermato il capogruppo democrat, Bevacqua – la sfida che vogliamo lanciare anche con questa proposta. Una proposta che punta a colmare i limiti e i ritardi attuali del presidente della Giunta regionale, che soffre della malattia dell’annuncite, producendo provvedimenti in tono roboante ma non calati nella realtà calabrese. Pensiamo alla depurazione: già da ottobre la depurazione Corap doveva passare a Sorical ma ancora, a quanto ci risulta, non c’è nessun atto che va in questa direzione».

In conclusione, Mammoliti ha sottolineato che il gruppo del Pd punta a un confronto costruttivo con la maggioranza di centrodestra. «Rispetto ai provvedimenti sui quali il governo regionale ha chiesto una interlocuzione c’è stata una interlocuzione positiva, tanto è vero che a esempio per la legge sulle politiche attive del lavoro abbiamo presentato emendamenti sia in commissione, e sono stati approvati, sia in Consiglio regionale, e sono stati approvati, e abbiamo approvato quella legge all’unanimità. Invece – rimarca Mammoliti – spesso l’opposizione è stata trattata in maniera ingenerosa: sui Consorzi di bonifica, ad esempio, per i quali abbiamo presentato apposita proposta, non solo non c’è stato il nostro coinvolgimento ma non c’è stato nemmeno l’esame abbinato, che era obbligatorio. Quindi non è vero che il Pd si chiude in un’opposizione sterile, il Pd si apre a una opposizione e a una interlocuzione positiva. Auspichiamo che su questa proposta si possa aprire una interlocuzione con le Rsu, i sindacati, con tutti gli attori che interagiscono sulle attività produttive e naturalmente anche con il governo regionale».

Al termine della conferenza stampa, Mammoliti e Bevacqua hanno incontrato una delegazione di Rsu e organizzazioni sindacali di categoria. (rcz)

Festa Unità a Vibo, Elly Schlein: Non ci può essere riscatto dell’Italia senza il riscatto del Sud

«Crediamo che non ci può essere riscatto dell’Italia senza il riscatto del Sud». È quanto ha dichiarato la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel corso della Festa dell’Unità di Vibo Valentia.

«Siamo qui per l’attenzione che dobbiamo dare a questa regione, a partire dalla battaglia che il Pd sta facendo in tutto il Paese sulla manovra per chiedere più finanziamenti per la sanità pubblica e universalistica, perché non è giusto che vediamo tagli ai servizi alle persone e liste di attesa infinite», ha detto Schlein, accompagnata dal senatore del Pd e segretario regionale Nicola Irto, sottolineando che «non è questa l’Italia che disegna la nostra Costituzione e noi ci batteremo quindi per chiedere maggiore finanziamenti per la sanità pubblica perché anche le calabresi e i calabresi hanno diritto a una sanità di qualità».

La segretaria, poi, ha parlato dell’autonomia differenziata, «un progetto che vuole dividere ulteriormente un paese che invece deve essere ricucito, perché abbiamo visto dai dati Invalsi  che non è la stessa cosa avere una istruzione di qualità in una terra come la Calabria e in altre regioni con altri servizi».

Da qui il bisogno del riscatto del Sud, che «passa dalla capacità di creare le condizioni ai ragazzi e alle ragazze che studiamo qui di restare qui, opportunità di lavoro di qualità, stiamo facendo una battaglia per il salario minimo».

La segretaria, poi, ha parlato dei tagli al Pnrr, una «scelta scellerata scelta di far passare 10 mesi di incertezza sugli investimenti del Pnrr. A esempio rischiano di saltare alcuni progetti di rigenerazione urbana, uno per 15 milioni a Catanzaro. Ecco, questa è l’attenzione che questo governo riserva al Sud. E’ un errore madornale. Il governo fa il gioco delle tre carte: sta cancellando da Pnrr dopo 10 mesi di attesa 16 miliardi di progetti soprattutto destinati ai Comuni, che stanno spendendo bene e in fretta le risorse, e questo è sbagliato».

«Noi non lo accettiamo – ha ribadito – e ci stupisce che i governatori di centrodestra facciano prevalere l’interesse di partito e di appartenenza politica all’interesse della comunità, in questo caso calabrese».

Per  la leader del Pd, poi, «Salvini  dovrebbe accorgersi, dopo i roghi di questi mesi che hanno segnalato la grave carenza infrastrutturale, che prima di investire in un progetto anacronistico e che ci metterà moltissimo tempo a essere realizzato, c’è bisogno subito di risposte infrastrutturali per migliorare la viabilità e la mobilità in regioni come la Sicilia e la Calabria».

«Ci aspettiamo questo e non certo i tagli che stanno facendo anche sulle infrastrutture in questa regione», ha detto, ribadendo che «la priorità è non indebolire i presidi di legalità, anzi alzandoli, è sbagliato il segnale della riforma del codice degli appalti o del contante».

«Dobbiamo alzare i presidi di legalità alle altre forze del centrosinistra dico che dobbiamo metterci insieme su alcuni temi interrogandosi anzitutto sul perché tanti cittadini, anche in Calabria, non votano».

«La sanità deve essere pubblica e per tutti», ha detto dal palco Irto, dicendo «basta con le diseguaglianze tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud».

«C’è tanto ancora da fare – ha detto ancora il senatore – ma c’è un grande senso di appartenenza a una comunità politica che si riconosce nei valori della solidarietà, dell’impegno civile, della democrazia; che considera la diversità una ricchezza, il confronto un elemento irrinunciabile e il partito lo strumento per costruire una società migliore e la Calabria del futuro».
«Sono contento ed orgoglioso – ha concluso –. Dobbiamo proseguire con questa stessa energia, allargando il centrosinistra e lavorando sul terreno delle proposte e dell’esempio per essere alternativi al centrodestra, che vuole dividere l’Italia, distruggere il Servizio sanitario nazionale, deprimere il Sud e reprimere il dissenso, le differenze individuali e le libertà sancite dalla Costituzione».

«Serve una battaglia nazionale per avere maggiori risorse e arrivare alla ricontrattazione del debito». È l’appello lanciato dall’ex candidata a governatore della Calabria e responsabile per la sanità in Consiglio regionale, Amalia Bruni, nel corso della seconda giornata di dibattito e confronto alla Festa regionale dell’Unità del Pd a Vibo Valentia.

Tema dell’incontro, Sanità in Calabria. Proposte oltre la crisi, a cui hanno preso parte anche Franco Mammì, Antonio Billari, Francesca Dorato, Giovanni Oliverio, Giusy IemmaNico Stumpo.

«Noi siamo l’estrema punta della sofferenza della sanità italiana che  sta soffrendo nel suo complesso – ha detto Bruni –. La battaglia da fare è di natura nazionale ed è stato costituito per questo un tavolo nazionale che messo insieme tutti gli esponenti che si occupano della materia nei Consigli regionali per fronteggiare l’emergenza. Serve una scelta politica di allocazione delle risorse che questo governo non sta facendo, tanto che continuano a mancare i quattro miliardi che il ministro Schillaci chiede da tempo».

«Servono risorse per eliminare il tetto alle assunzioni – ha evidenziato – perché abbiamo bisogno di medici e di personale sanitario in generale, così come va fatta la ricontrattazione del debito della sanità calabrese. Invece la prima legge che ha approvato la maggioranza di centrodestra in Consiglio è quella che ha istituito Azienda zero, una legge pessima nella quale non c’è scritto nulla di come questa struttura debba funzionare e nonostante cinque modifiche legislative ancora non lo sappiamo».

Il deputato dem Nico Stumpo, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la necessità per il partito di «impegnarsi a formulare una proposta che porti gli elettori a votarci alla prossima tornata sapendo come gestiremo la sanità negli anni futuri. Serve un progetto serio e articolato per potenziare la sanità territoriale in modo da avere tanti punti di assistenza in modo che diventi efficace in tutta la Regione. Un servizio fondamentale da affiancare agli hub nei centri più grandi e facilmente raggiungibili. Fondamentale è poi abbattere gli ingressi inutili in ospedale».

Altro tema toccato nel corso della manifestazione è la Legalità e libertà d’informazione. a Questo panel sono intervenuti Maria C. Chiodo, Maria Locanto, Lucio Musolino, Emiliano Morrone, Alberto Cisterna, Michele Albanese e Sandro Ruotolo.

Il giornalista Michele Albanese, nel corso del suo intervento, ha lanciato una sfida al Pd incrociando legalità e informazione.

«Molti temi di attualità – ha detto Albanese – come il traffico di droga e il business che rappresenta per la malavita sono argomenti che non interessano giornalisti e politica. Perché? Eppure muovono risorse maggiori a quelle di una manovra finanziaria. Lancio una sfida al Pd: serve un partito che si occupi di informazione nelle terre di confine con il coraggio di spostare il dibattito anche nelle sedi centrali. Si tratta di un elemento fondamentale per il futuro della Calabria».

Il magistrato Alberto Cisterna ha indicato come fondamentale anche un risveglio dei cittadini che troppo spesso decidono di non informarsi scegliendo una sorta di “cecità colpevole”. «Esiste un problema strutturale dell’antimafia che è quello di non riuscire ad agganciare il nemico. Pochi hanno la capacità di individuare i settori in cui svolgere davvero le indagini».

«E la stessa miopia – ha proseguito – riguarda anche il diritto all’informazione e il diritto ad essere informato e ad essere bene informato. Un diritto che il cittadino deve esercitare e pretendere, anche perché un cittadino che non si informa è un cittadino che non vuole partecipare e poi non va a votare. Temo che grandi fette della nostra popolazione vogliano abbracciare questa “cecità colpevole”, questa cultura del non volere vedere e sapere, ritagliandosi il proprio angolo di correlazioni e amicizie. Questo consente il consolidarsi di poteri opachi e delle infiltrazioni».

Legalità e informazione vanno di pari passo e il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni sembra averlo completamente dimenticato. Nelle sue conclusioni il responsabile di Informazione e Cultura della segreteria nazionale dem Sandro Ruotolo ha rivendicato lo sforzo intrapreso dal partito e ha ringraziato il segretario regionale Nicola Irto per il lavoro fin qui svolto e per avere scelto di occuparsi di un tema così importante.

«Questo è l’unico partito che ha posto nel suo programma e nel suo agire quotidiano la lotta alle mafie. Avvertiamo, con preoccupazione, questo calo di tensione sul principio di legalità come si può vedere anche dalla recente riforma del codice degli appalti. Stesso ragionamento vale per l’informazione che deve servire ai governati e non ai governanti».

«A Ravenna alla festa dell’Unità nazionale e poi con i gruppi parlamentari presenteremo la nostra proposta di riforma della governance della Rai – ha annunciato – per invertire il trend. Gli assetti proprietari dell’informazione stanno in mano a proprietari che fanno tutt’altro nella vita e non possono rendere un servizio ottimale e, per questo motivo,  insieme alla riforma della governance occorre anche una legge che regoli il conflitto di interesse».

Il segretario regionale del Pd Nicola Irto ha espresso la propria solidarietà e vicinanza, insieme a quella di tutto il partito, al giornalista di Rtv Cesare Minniti dopo la vile aggressione subita. «Episodi come quello registrato nelle scorse ore che hanno visto l’aggressione al giornalista Cesare Minniti, colpevole solo di svolgere il proprio lavoro con attenzione e serietà, non sono degni di una città moderna e civile. Ferma la condanna del Pd e la solidarietà al cronista e a tutta la redazione, con la certezza che la magistratura farà piena luce sull’accaduto e che il giornalista proseguirà, insieme ai colleghi, la sua preziosa attività di informazione con la consueta professionalità».

Di Salari e occupazione. I benefici del salario minimo per i calabresi ne hanno discusso Marwa El Afia, Gino Murgi, Anna Pittelli, Raffaele Mammoliti, e Jasmine Cristallo, gli esponenti delle altre forze della coalizione di centrosinistra Antonio Lo Schiavo (Forza Civica di centrosinistra), Ferdinando Pignataro (Sinistra Italiana), oltre ai segretari regionali di Cgil e  Uil Angelo Sposato e Santo Biondo.

Assente per motivi di salute Riccardo Tucci, che avrebbe dovuto rappresentare i Cinque Stelle che, tuttavia, ha pienamente condiviso l’iniziativa voluta dal segretario regionale Nicola Irto.

Il consigliere regionale Raffale Mammoliti ha rivendicato il ruolo e il merito del Pd nell’avere riportato l’attenzione sui temi del lavoro. «Siamo davanti a un progressivo indebolimento delle tutele dei diritti dei lavoratori che va avanti da anni – ha detto Mammoliti – Ad oggi dobbiamo così confrontarci con un problema salariale, un problema relativo ai lavoratori poveri e con quello relativo all’occupazione, dati difficili in Italia, ma che in Calabria diventano disastrosi. Il merito del Pd è stato quello di rimettere al centro del dibattito la questione ricompattando l’opposizione. In Calabria dobbiamo proseguire sulla strada intrapresa arrivando ad avanzare una proposta concreta per chiedere al governo regionale un piano straordinario per il lavoro».

Antonio Lo Schiavo ha evidenziato la necessità per le forze politiche alternative alla destra di «unirsi su temi fondamentali per evitare di essere autoreferenziali, ma in grado di costruire un’alternativa di governo alle destre». 

E sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche Pignataro di Sinistra Italiana: «guardiamo con attenzione al Conferenza programmatica annunciata dal segretario del Pd Nicola Irto per compiere ulteriori passi in questa direzione per evitare le divisioni che in passato ci hanno fatto perdere le elezioni. Serve rafforzare il percorso avviato sul salario minimo magari avviando una sorta di coordinamento delle forze che si ritrovano in un programma comune».

Le conclusioni affidate ai sindacalisti Sposato e Biondo. 

Per Sposato bisogna «mettere al centro la lotta alla povertà, introdurre un salario minimo, aumentare subito salari e pensioni, reintrodurre le conquiste sociali smantellate, abrogando le leggi che hanno prodotto la precarietà con l’alibi della flessibilità, può essere la via maestra per una nuova stagione dei diritti. La mobilitazione è necessaria per fare cambiare le politiche sbagliate di questo governo».

«Ed anche sulla legge Fornero – ha aggiunto – andrebbe fatta una riflessione per un referendum abrogativo. L’emergenza climatica, demografica, la pandemia salariale sono temi che vanno affrontati con il consenso delle parti sociali. Il 7 ottobre saremo a Roma per una nuova lotta sociale. Siamo pronti a portare la vertenza Calabria in piazza e ad aprire una nuova vertenza Mezzogiorno».

Santo Biondo si è detto sicuro: «questa serata rappresenta un momento fondamentale non solo per il Pd, ma per l’intero centrosinistra. Il tema del lavoro è centrale per costruire una vera alternativa al governo e oltre al salario minimo si dovrà eliminare la precarietà dal mondo del lavoro italiano e calabrese».

A chiudere la Festa dell’Unità, il dibattito dedicato al ruolo delle donne, dal titolo Il presente delle donne. Politica, libertà e welfare.

Hanno partecipato al confronto voluto dalla Conferenza delle donne democratiche: Vladimira Pugliese, Lidia Vescio, Barbara Panetta, Rosy Caligiuri, Annagiulia Caiazza, Teresa Esposito e Cecilia D’Elia

Barbara Panetta, nel ringraziare militanti e iscritti al partito che hanno organizzato la festa, ha sottolineato l’importanza della scelta del segretario Nicola Irto di inserire il dibattito sulla condizione e sul ruolo della donna per concludere la tre giorni di Vibo prima dell’intervento della segretaria nazionale. Panetta ha chiesto maggiore attenzione del partito sul tema delle violenze e in particolare delle violenze sulle donne con disabilità.

Teresa Esposito, coordinatrice regionale delle Donne Democratiche, ha riferito del lavoro svolto insieme ai referenti nazionali per fare in modo che la Calabria diventi una regione “a misura di donna”.

Le conclusioni sono state affidate alla senatrice dem Cecilia D’Elia che è anche portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche: «Sappiamo che muore una donna ogni tre giorni, ma questa estate ci ha messo davanti ad una situazione ancora più drammatica, un estate della disumanità per i femminicidi, per le violenze e per il dramma dei migranti. La rivoluzione passa dal restituire dignità alla donna e metterla al riparo non solo dalla violenza fisica, ma anche da quella psicologica e in grado di essere autonoma, realizzando effettive opportunità di lavoro che la rendano libera e non sottomessa. Una rivolta culturale di questo tipo non si fa solo con le leggi, ma ha bisogno della politica, quella che evidentemente non è in grado di mettere in campo la destra attualmente al governo». 

A chiudere la tre giorni, la presentazione del libro di Pino Soriero Andata in porto. Gioia Tauro una sfida vincente, alla presenza del presidente dell’autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli(rvv)