Grande entusiasmo, da parte degli studenti dell’Istituto Alberghiero “Dea Persefone” di Locri, per la partecipazione al progetto educativo Ciak: un processo simulato … per evitare un vero processo, organizzato dall’Associazione “Ciak…Formazione e Legalità”, in collaborazione con le Autorità Giudiziarie della Regione Calabria.
Dopo i saluti del Presidente del Tribunale di Locri, dott. Fulvio Accurso, che ha lodato l’iniziativa, giunta con successo alla settima edizione, utile per la crescita e la formazione degli studenti, ha preso la parola il Dirigente Scolastico, prof.ssa Anna Maria Cama, che ha precisato l’importanza della sinergia tra Scuola e Giustizia ai fini della prevenzione dei fenomeni negativi che dilagano attraverso l’uso improprio della rete.
Il copione scelto dalla referente del progetto extracurriculare, prof.ssa Cinzia Lascala, è quello relativo ai fenomeni negativi di recente attualità, la prevaricazione socio–culturale sfociante in episodi di discriminazione razziale ed il cyberbullismo, in continua diffusione tra i giovani, dal titolo La Maschera, che ha visto impegnati 24 allievi nelle varie vesti dei protagonisti del processo (giudici, avvocati, imputati, persona offesa, testimoni…) in un laboratorio didattico d’eccezione com’è l’aula della Corte d’Assise del Tribunale penale di Locri.
Le d.sse Roberta Mallamaci e Sabina d’Alessandro, Giudici Onorari Minorili presso il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro hanno collaborato alle finalità della simulazione del processo che era proprio quella di sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura della legalità e dell’educazione civica o meglio far comprendere il fenomeno del cyberbullismo, il disvalore di determinati comportamenti e le conseguenze derivanti dagli stessi.
Le conclusioni alla prof.ssa Lascala che ha espresso i ringraziamenti al Dirigente Scolastico per avere fortemente voluto rinnovare anche quest’anno la partecipazione scolastica all’evento, alle docenti Anna Maria Cappuccio e Santa Spinelli per la preziosa collaborazione svolta in seno allo svolgimento del progetto extracurriculare di messa in scena di un vero e proprio processo penale minorile, nonché agli studenti della Scuola alberghiera che hanno dimostrato di saper apprendere non solo nei laboratori di enogastronomia ma anche in questa esperienza laboratoriale di “imparare facendo”. (rrc)