di DANIELA PALAIA E VINCENZO CAPELLUPO – Il ministro Salvini si rassegni: la sua sgangherata campagna elettorale europea, tutta giocata sull’ormai famigerato ponte sullo Stretto, continuando di questo passo è destinata a fallire. Lo dimostra l’incidente di percorso in cui è incappato in queste ore il capo della Lega con il presidente della regione Sicilia, che lo ha sconfessato clamorosamente, negando di avere dato il suo assenso all’emendamento alla legge di bilancio sulla rimodulazione delle risorse del fondo di sviluppo e coesione, che Salvini vorrebbe in parte utilizzare per un’opera il cui destino è tutt’altro che certo.
E se i toni ufficiali sono stati fermi ma garbati, i retroscenisti raccontano di uno Renato Schifani imbufalito con il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per gli atteggiamenti ricattatori del leader del Carroccio, tanto che il presidente siciliano avrebbe addirittura minacciato le dimissioni.
Da questo lato dello Stretto, al contrario, tutto tace. Tranne qualche presa di posizione, a cominciare da quella assunta dal sindaco Nicola Fiorita, che ha invitato Salvini a trovarsi altrove i soldi per il suo ponte e lanciato la proposta di attivare il referendum per verificare il reale consenso dei calabresi verso l’opera, ai piani alti della Cittadella regionale la questione sembra non interessare. Eppure Salvini è stato perentorio: sull’emendamento alla legge di bilancio che rimodula il fondo di sviluppo e coesione, Calabria e Sicilia sono d’accordo, ha affermato. Schifani ha smentito, il presidente Occhiuto cosa farà? Per il momento, appunto, tace. Dobbiamo dedurne che Salvini abbia detto il vero?
Rimodulare un fondo che è di importanza cruciale per lo sviluppo della Calabria, ipotecarne oggi una grossa fetta per qualcosa di futuribile, incerto e molto controverso, non è decisione che possa essere assunta a quattr’occhi o riservatamente nel segreto di una stanza. Il presidente Occhiuto è un politico di lungo corso, governa con piglio ma senza assumere, almeno in apparenza, atteggiamenti padronali. Ha esperienza sufficiente per sapere che certe decisioni che riguardano il destino di tutti i cittadini e non di una sola parte vanno condivise. Non vogliamo credere, quindi, che abbia dato il via libera della Calabria e dei calabresi a uno scippo che sarebbe intollerabile. Noi non lo vogliamo credere, ma solo Occhiuto può dire se siamo nel giusto o no. (dp e vc)
[Daniela Palaia e Vincenzo Capellupo sono consiglieri comunali di Catanzaro]