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L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il bene e il male a Reggio Calabria

Reggio Calabria

di EMILIO ERRIGO – Qualche giorno addietro ho espresso, in sintesi, una delle mie tante opinioni sulla bellissima e cara Città di Reggio Calabria.

Invitavo i cari lettori di Calabria.Live, se ritenuto possibile di evitare nel rappresentare solo il male o i mali che da tempo immemore affliggono la nostra Reggio e i suoi abitanti. Anzi aggiungevo, che se proprio intendevano sparlare giustamente, di Reggio e dei Reggini, di farlo con “voce afona”, per non farsi ascoltare da alcuno dei tanti denigratori di professione e ciarlatani seriali, che amano divertirsi alle nostre spalle, ridendo di noi e dicendo peste e corna dei Calabresi di Reggio Calabria.

Il mio dire non voleva e non vuole assolutamente, condizionare il pensiero di coloro i quali, almeno dedicano qualche ora del proprio tempo libero, nel rappresentare ciò che non va proprio bene a Reggio Calabria. Di contro intendevo consigliare ai reggini, contenti e scontenti, del modo in cui viene amministrata la Città, (in verità molto cautamente), che forse occorreva cambiare tecniche e metodi di rappresentazione delle quotidiane realtà, chiamiamole negative, che ledono dalle fondamenta abbruttendo, l’immagine e il buon nome di Reggio Calabria e dei Reggini, facendo apparire a fin di bene, (forse esageratamente e provocatoriamente), la nostra Città e aree periferiche contermini e vicine, come un ammasso di sporcizia, incuria, carenze igienico-sanitarie, disordine pubblico, comportamenti omissivi e commissivi biasimabili sotto ogni angolo di visuale, illegalità diffuse, negligenze, imperizie e imprudenze giovanili incontrollate.

In particolare, tra i miei migliaia di attenti lettori di ogni nazionalità, sempre Calabresi o figli di Calabresi, che gli attribuisco in barba alla lingua italiana, la C maiuscola, per il solo fatto di avere la costanza e chiamiamolo col vero nome, “amore per la loro terra madre”, continuando a leggere pure da oltre oceano, a migliaia e migliaia di chilometri e miglia di distanza, ciò che accade e si dice della Calabria e dei Calabresi nel mondo.

Mi sono convinto che così come sono in tanti ad aver scritto milioni di pagine e pronunciate diverse milioni di parole, contro Reggio Calabria, i Reggini, la Calabria intera e contro i Calabresi, per equità e pari condizioni di trattamento, di limitare il loro scrivere e parlare male della nostra amata , maltratta, ignorata, dimenticata, denigrata, umiliata ed tanto altro ancora, al solo fine di non consentire ai motori di ricerca messi a disposizione del popolo del web, di far apparire al mondo, la Calabria e Reggio Calabria in particolare, la cloaca a cielo aperto d’Italia.

La mia tecnica di comunicazione pubblica piaccia o meno, condivisibile o meno, ha come plurimo scopo, in primis, di contribuire alla valorizzazione del vastissimo patrimonio umano, ambientale, storico, artistico, architettonico, archeologico, compresi i beni incomparabili paesaggistici costieri e montani della nostra Calabria, poi a seguire, quello di non fornire legna da ardere, occorrenti alle taglienti male lingue, peggiori dei più affilati coltelli e rasoiate accette, di bruciare tutto quanto c’è di buono e recidere senza alcuna pietà cristiana, ogni cosa pure la più bella esistente, di cui dovrebbero farsi vanto, tutti Calabresi e i borbottoni Reggini.

Non mi convince affatto l’idea che per raggiungere i risultati sperati si debba solo criticare sempre. Occorre altro a mia convinzione, parlando del bene e del bello esistente, dove il bene e il bello sono presenti, così come si parla e si scrive del male e dei mali della Calabria.

Come si può pensare di poter attrarre i potenziali investitori nelle aree Zes della Calabria, continuando a dire ogni verità e riverberare al mondo, tutto quanto si ritiene che non vada bene in Calabria e a Reggio Calabria? Non è credo che sia bello da ascoltare, un figlio o una figlia, raccontare in giro, tutto l’ordinario che giornalmente accade all’interno della propria famiglia.

Dovete sapere carissimi miei concittadini, che nel momento in cui un investitore nazionale o estero, decidesse di investire parte del proprio capitale nella Regione Calabria, con particolare riferimento al settore industriale, del turismo crocieristico, religioso, nautico, portuale, retroportuale, marittimo, balneare e ambientale, si rivolge alle numerose agenzie di analisi dei mercati, chiedendo loro informazioni generali sulle dinamiche di mercato del territorio più consigliabile dove investire i propri capitali.

Se per esemplificare dall’analisi della “Scheda Mercato”, emerge che nei 97, Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, non esistano tutti i presupposti necessari e complessivi per localizzare l’area dove intraprendere e dar inizio l’attività d’impresa, ma risultasse dall’analisi di contesto, più favorevole localizzare l’investimento nelle altre regioni ove sono state costituite le Zone Economiche Speciali (Zes), l’investitore non esiterebbe a concentrare il suo capitale di rischio nei mercati molto lontani dalla Calabria e non certo a Reggio Calabria o in uno dei territori dei Comuni Metropolitani.

Un mio fraterno amico d’infanzia, ha garbatamente osservato come è nel suo stile, non condividendo il mio articolo, nella parte in cui lodavo smisuratamente le bellezze di Reggio Calabria, dimenticando di rappresentare nel mio scritto volutamente e tecnicamente, quanta realtà non onora ne Reggio, nè i Reggini e soprattutto gli Amministratori pubblici.

In parte, ma solo in parte, concordo con il mio amico Pino Diano, al quale dico a scanso di equivoci, voglio tanto bene e stimo moltissimo, cioè in quella parte di squallore e di pubblica indecenza, che non immaginavo che potesse esistere a Reggio Calabria.
Non voglio immaginare che quelle bruttezze infinite, siano patrimonio conoscitivo del Sindaco f.f. della Città Metropolitana, men che meno del sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria.

Ho provveduto a condividere ai due Amministratori pubblici , le inguardabili immagini di un degrado esagerato esistente nelle aree antistanti e adiacenti il lungomare di Reggio e dintorni. È di oggi altro video girato alle ore 09.00, l’ennesimo rogo di rifiuti solidi urbani, speciali, tossici e nocivi, in danno degli abitanti di San Gregorio, San Leo, Ravagnese, Croce Valanidi, Mortara e aree abitate e urbanizzate adiacenti l’Aeroporto di Reggio Calabria.

Il rumore tipico è allarmante delle fiamme alte oltre 10 metri, unito alle colonne di fumo nerissimo e asfissiante, non lascia alcun alibi agli indifferenti Autorità Pubbliche. Si decida allora se continuare a raccontare e far vedere tutta le schifezze e il degrado esistenti nel territorio di Reggio Calabria e provincia ora Città Metropolitana, oppure optare per l’esercizio dei propri diritti coinvolgendo le Forze di Polizia e notiziando per il loro tramite, l’Autorità Giudiziaria, rappresentando dettagliatamente i fatti osservati, allegando rilievi fotografici e i filmati, atti c.d. irripetibili, che si riveleranno molto utili per le investigazioni e indagini di polizia giudiziaria.

Con quanto scritto non voglio lasciare intendere che non bisogna utilizzare i social per veicolare e partecipare agli amministratori Comunali e Regionali, ai politici e consiglieri regionali, i propri disagi e insoddisfazioni ambientali, urbanistiche e sociali, anzi è un vostro diritto quali cittadini votanti dissentire con forza quando il male arrecato al prossimo supera il bene atteso dalla cittadinanza.
Concludendo la mia allungata opinione, va bene rappresentare il male e il degrado esistente in ogni angolo esplorato con cura dei dettagli , a patto che per par condicio, si evidenzi con pari attenzione e meticolosità, tutto il bene, il bello, il buono, il giusto e il gradevole, che sicuramente è presente Reggio Calabria e in Calabria.

Noi Calabresi disponiamo della forza e del potere del bello, della forza e del potere dell’acqua e aria pura, della forza e del potere del mare e dei monti, vi prego di non affievolire queste forze e poteri naturali che ci appartengono, forze e poteri, che madre natura ci ha donato per noi e le future generazioni e che nessuno può toglierci.

Come si può pensare di clonare la perfezione scultorea dei Bronzi di Riace? Come si fa a clonare, le bellezze universali delle Donne e Uomini di Calabria?

Come si possono clonare il mare dello Jonio e del Tirreno? Come si possono clonare i monti e i boschi sempre verdi della Sila, delle Serre, del Pollino e dell’Aspromonte? Come si possono clonare, Scilla, Bagnara, la Marina di Palmi, la Costa Viola, Cittanova, Gambarie, Mammola, Grotteria, Caulonia, Riace, Gerace, Pentidattilo, la Cattolica di Stilo, Pazzano, Bivongi, Tropea, Soriano Calabro, Capo Vaticano, Scalea, Crotone, i Borghi Grecanici millenari, Reggio Calabria e dintorni?

Come si fa a clonare il chilometro del lungomare più bello d’Italia, dal quale è possibile estasiarsi guardando le bellezze del Mare e Coste della bellissima sorella Sicilia?

E dai, smettiamola di dire che a Reggio Calabria e in Calabria, non ci siano bellezze uniche al mondo! Basti avere la buona volontà di esplorare e catalogare le bellezze infinite di Reggio Calabria e farle conoscere al mondo con gioia e senza limitarsi nella rappresentazione del vero. (ee)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, e di Management delle Attività Portuali]

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