di EMILIO ERRIGO – Oggi 27 dicembre 2023, a pochi passi dal nuovo 2024, ho letto , ascoltato, pensieri e parole, sulla storica Notte dei Fuochi di Crotone o meglio dire, quei fatti e atti di reazione e protesta, incontrollata e non più controllabili, che misero ( per quel che leggo) la Città di Pitagora, concretamente a fiamme e fuoco.
La miscela sociale esplosiva, unita da temperatura d’accensione, non disgiunta dai comburenti, disperazione umana e indifferenza politica, fecero il resto mancate alla sommossa popolare degli oramai ex circa 1000 lavoratori che da lì a qualche giorno sarebbero rimasti privi di lavoro, rischioso si, pericoloso anche , faticoso pure, ma sicuramente onesto , sufficiente per vivere e fare vivere con la propria famiglia dignitosamente.
I primi giorni di settembre del 1993, arrivavano via posta al domicilio e residenza dei lavoratori, lettere e telegrammi di licenziamento, per cessata e interrotta attività industriale. Lo sconforto collettivo, apparve nella sua interezza, un vero dramma sociale e famigliare, un atto decisionale unilaterale e antisindacale, forse anche un inatteso atto impreventivo.
Le tensioni della perduta gente, incalzavano e dilagavano a dismisura, in ordine sparso e confusione generale. L’intervento delle Unità Celere Antisommossa delle Forze di polizia, capirono la vera causa , cercando di adoperarsi con tanta buona volontà, per come e quel che potevano, di stemperare le crescenti temperature nel tentativo di alleggerire gli animi incandescenti, con ogni mezzo e riappacificante, calmante, pur di giungere a dissuadere i dimostranti, al fine di assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica compromessi dai lavoratori. Atti di contestazione messi in atto dai legittimi protestanti, per cercare di attirare l’attenzione di chi avrebbe dovuto pensarci prima che le lettere di licenziamento fossero state notificate, con raccomandate pervenute e senza firma di ricevuta di ritorno al mittente.
Quanti pianti, disperazione, sconforto, solitudine, disagi psichici, malattia professionali non curate ed molto altro ancora, che per amor di riservatezza privata non si scrisse.
Alcuni anni dopo a distanza di sole tre anni 1993-1996, una disastrosa alluvione abbattutasi su Crotone e non solo, completò l’opera distruttiva di quel poco di lavoro onesto, imprenditoriale, industriale, agricolo e marittimo, che era sopravvissuto. Ora la Città e i Cittadini di Crotone, sono visibilmente tristi e rassegnati al peggio, assuefatti, come se gli antidoti delle brutte esperienze vissute e rivissute negli ultimi 20/30 anni, avessero creato gli anticorpi sociali e psicofisici, per fronteggiare ogni avversità che la furia degli elementi naturali o imprevedibili possa causare in loro danno.
Io che sono un ottimista geneticamente immodificabile, sono sicuro che la città e il Popolo di Crotone, si rialzeranno, sapranno reagire, contribuiranno alla risurrezione, rigenerazione urbana e sociale della loro Crotone, città che oggi sento anche un po’ anche mia.
Tutti i Crotonesi con la C maiuscola e come ripeto spesso, anche con la lettera minuscola, quelli che amano veramente la loro bella Gente di Crotone, devono sapere che il loro tessuto urbano è posizionato su un terreno fertile, ricco di opportunità e grandi potenzialità di crescita e sviluppo economico.
Il benessere c’è occorre cooperare per farlo emergere, farlo conoscere, divulgarlo, con quella umanità e ospitalità accogliente tipica dei Calabresi, così come si fa per prepararsi per un giorno di festa pubblica, ponendosi al cospetto con l’abito più bello e consono per partecipare con animo benevolo alla festa, quella festa che è un atto di Fede e Amore per la città e la bella gente di Crotone.
(Emilio Errigo è il Commissario Straordinario Delegato per la realizzazione degli interventi di bonifica e recupero ambientale nel Sito contaminato di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone -Cassano e Cerchiara di Calabria)