di GIUSEPPE NUCERA – L’invito di governare in Calabria fatto da Roberto Occhiuto a Giuseppe Sala, anche se provocatorio, non sarebbe strano o incredibile vederlo tramutato in realtà. Da diversi anni infatti, numerosi ruoli chiave e incarichi di spessore, dove si determina lo sviluppo della Calabria, vengono assegnati a persone che vengono da altre regioni.
È una moda tristemente in aumento, del tutto incomprensibile e offensiva per la Calabria. Nelle regioni del centro-nord e all’estero, i professionisti calabresi sono stimati e riconosciuti per le loro capacità, tanto da rivestire ruoli di prestigio in tutti i settori della politica e dell’economia. Soltanto in Calabria, proprio nella loro terra madre, stranamente le possibilità di emergere per i calabresi si riducono al lumicino.
Evidentemente a pesare sono più le amicizie influenti nei salotti romani, piuttosto che le competenze e l’attaccamento verso il territorio. Il caso della Zes è emblematico: nulla da eccepire sulle competenze del Commissario Romano, il quale però riveste lo stesso ruolo anche per la Regione Campania, con un evidente conflitto di interessi che rischia di danneggiare lo sviluppo della Zes calabrese.
In merito ai tanto discussi fondi del Pnrr, la mia domanda è la seguente: come mai sono stati destinati miliardi di euro per infrastrutture strategiche del nord come il Porto di Trieste, il Porto di Genova o la metropolitana di Torino e nemmeno un euro per il Porto di Gioia Tauro, la S.S. 106 o la strada Bovalino-Bagnara?
Il compito non credo spettasse al sindaco di Milano o ai governatori del nord, bensì alla classe politica calabrese o (nella fattispecie del Porto di Gioia Tauro) al Presidente dell’Autorità Portuale, tra i tanti soggetti provenienti da altre regioni e che ricoprono ruoli chiave.
Il destino della Calabria sia dato in mano ai calabresi. Siamo capaci di difenderci da soli e affrontare nel migliore dei modi le sfide attuali, fondamentali per superare il complesso momento storico che viviamo e costruire prospettive migliori per le generazioni future. (gn)
[Giuseppe Nucera è presidente del movimento La Calabria che vogliamo]