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L’OPINIONE / Igor Colombo: Che fine ha fatto il piano per ridurre le liste d’attesa in Calabria?

di IGOR COLOMBO – L’ultimo rapporto diffuso dall’Istituto superiore della sanità registra una diminuzione della mortalità per il cancro, dati però in controtendenza al Sud dove, purtroppo, si continua a morire per tumore alla mammella ed al colon. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale la qualità della nostra sanità, che include oltre alle strutture anche e soprattutto la prevenzione, non sempre garantita come ultimamente sta avvenendo all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme dove tale pratica è sospesa da alcuni mesi per mancanza di personale, e le visite specialistiche con ancora liste di attesa che vanno alle calende greche. Essendo malato oncologico sono direttamente interessato a tutto ciò che ruota intorno al circuito sanitario e ai Lea (Livelli essenziali di assistenza) ancora troppo bassi in Calabria.

Recentemente in Parlamento sono stati presentati tre emendamenti al Decreto liste di attesa al fine di superare le criticità connesse all’accessibilità e alla fruibilità delle prestazioni e garantire l’erogazione dei servizi entro tempi appropriati, in particolare nelle regioni sottoposte al Piano di rientro. Restando nell’attesa di ciò da noi per prenotare una visita specialistica, spesso urgente per pazienti oncologici, anche quelli interni e che si curano nel reparto, come il sottoscritto, ci sta attendere tempi lunghissimi ed anche quando l’impegnativa è segnata con codice di urgenza, la richiesta non viene soddisfatta in tempi celeri. Questo porta al malato la scelta obbligata, qualora ci sia la disponibilità economica del soggetto, a rivolgersi al privato che eroga il servizio con onorari salatissimi.

La salute è un diritto e non ha prezzo. Partendo dada questo assunto, da malato oncologico non posso fare altro che constatare una grave inadempienza della Regione Calabria in merito alla Legge 124 del 1998 che sancisce il diritto di accesso equo e tempestivo ai servizi sanitari. Non è accettabile quanto ancora succede in Calabria da che ne dica il governo Meloni ed il governatore Occhiuto, nessuna lista di attesa viene abbattuta. Oramai nel 2024 un paziente ha diritto a ricevere la prestazione sanitaria richiesta oltre che in tempi brevissimi e compatibili con la richiesta di urgenza, anche nella struttura sanitaria più vicina. Oggi tutto ciò non avviene e questo dato inoppugnabile rappresenta una grave ingiustizia per i malati oltre a comportare dei seri rischi per la salute degli stessi.

Che fine ha fatto il piano del ministro della Salute Orazio Schillaci, lanciato in pompa magna per ridurre le liste di attesa in Calabria? Lo stesso proprio due giorni fa ha richiesto nuovi fondi per far fronte a questa che ormai è diventata una emergenza, quindi significa che siamo ancora bel lontani dalla risoluzione di questa annosa problematica.

Da cittadino ma soprattutto da malato oncologico calabrese, esigo che la Regione Calabria si faccia carico attraverso il commissario ad acta nei tavoli di discussione e presso il ministero di avere il prima possibile tutte quelle misure necessarie per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Chiedo altresì che la stessa Regione garantisca l’applicazione della legge 124/98.

Se nei prossimi mesi persisterà tale situazione, mi riserverò di presentare apposite denunce agli organi competenti ed arriverò ad attuare nella mia città di Lamezia Terme forme eclatanti di protesta. Il diritto alla salute va garantito e rispettato, e che questo mio appello arrivo chiaro e forte al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro Schillaci ed al Governatore Roberto Occhiuto. (ic)

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