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L’OPINIONE / Santo Gioffrè: In Calabria facciamo finta che vada tutto bene

Si presenta "Evasioni d'amore" di Santo Gioffrè

di SANTO GIOFFRÈ – Insomma, ieri sera (lunedì ndr), nel TG Rai Calabria, abbiamo ascoltato, e visto, un bollettino di guerra simile a quelli che giungono da Gaza: 1) La Calabria è la Regione più povera d’Europa; 2) Un giorno sì e l’altro ieri pure, ormai, non esistono aree che non protestino perché prive di assistenza sanitaria, persino quella di bassa qualità perché la Calabria è la prima Regione d’Europa priva di sanità pubblica.

Ma il paradosso è che, invece di trovare medici, ora e subito, e non giocare con i conti delle Asp a favore di farma-factoring, si assiste a continue inaugurazioni di Facoltà di Medicina e Chirurgia. Attenti, però, perchè se ciò si dovesse trasformare solo in uno strumento per dare sfogo a qualche baronia di III livello, sponsorizzata dal potere regionale di turno con l’ansia di allargare il manierismo del consenso sterile, col tempo, il tutto, si ritorcerà contro la Calabria stessa.

Il rischio è che, in epoche tristi di spopolamento e di de-strutturazione della Calabria, se non si realizzeranno le relative infrastrutture medico-didattiche di altissimo livello, con imponenti finanziamenti, come fu per Catanzaro, il tutto rimarrà una mera operazione di clientelismo elettoralistico, pericoloso però, perché la parcellarizzazione e la svalutazione di una facoltà medica, che dovrebbe formare medici del III millennio e che dovrebbe misurarsi con le super finanziate e specializzate facoltà mediche d’Europa, ci porterà alla condizione di scarto di società, più di quanto ora siamo.

Insomma, in epoche di autonomia differenziata, se non si faranno, ripeto, impiegando ingenti finanziamenti, le infrastrutture scientifico-didattiche degne delle migliori facoltà, non si otterrà altro che l’accettazione della ghettizzazione dei medici che si laureeranno in Calabria.

E, mentre la Calabria, entro 10 anni, perderà il 50% della sua popolazione, si sazieranno solo gli appetiti politici e di becero populismo al ribasso che, a lungo andare, non porterà, o resterà, nulla alla poca Calabria che rimarrà. Ricordo i miei colloqui con Gino Strada, quando doveva venire a fare il Commissario alla sanità in Calabria e i pusillanimi al governo non ebbero il coraggio di nominarlo. Strada aveva l’ambizione, con Emercency, di creare in Calabria, ormai terra di frontiera, un Centro Medico-Chirurgico di primissimo livello che, oltre l’assistenza di altissima qualità, avrebbe formato medici tali da sfidare persino gli americani, con gli incentivi morali giusti per farli rimanere in Calabria. Qualcuno, persino, arrivò a dirgli di starsene dov’era con qualche strana telefonata.

3) La Calabria, visto lo sdarrupato sistema infrastrutturale, occupa il primo posto per mortalità sulle strade. A fronte di tutto ciò, il calabrese ride, ride sempre e fa finta che tutto va bene. Tra poco, la Calabria e la Guayana Francese, oltre che essere affratellati nell’infinitesima ultima postazione nelle classifiche, alleveranno scimmie, che saranno parte evoluta di ciò che adesso c’è. Non so se, da medico, ho reso bene il pensiero. (sg)

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