Mario Nasone ha chiesto al Consiglio regionale della Calabria di procedere alla nomina e all’insediamento dell’Osservatorio regionale sulla Violenza di genere «in tempi brevi, per dargli il tempo per potere produrre risultati, prevedendo la nomina di soggetti esperti nel settore e disponibili ad un servizio gratuito».
Ciò, per Nasone, sarebbe segnale importante per l’Osservatorio che «nell’ultima legislatura, in poco più i due anni di attività ha svolto un lavoro prezioso di monitoraggio del fenomeno con la presentazione del primo rapporto sulla violenza di genere in Calabria curato gratuitamente da Giovanna Vingelli dell’Unical, con la collaborazione dell’Istat, delle Questure e delle Procure della Repubblica».
«Assieme a questo un importante lavoro di sensibilizzazione nelle scuole in collaborazione con l’Ufficio Scolastico – ha proseguito Nasone – con l’attivazione c/o il Consiglio Regionale della stanza che racconta le storie delle vittime di femminicidio in calabria, prima esperienza del genere in Italia che ha avuto risalto dalla rai e dai mass media locali. Assieme a questo le attività formative che hanno coinvolto forze dell’ordine, insegnanti, operatori e volontari».
Mario Nasone, chiede un’attenzione politica verso un fenomeno che rappresenta dopo la ‘ndrangheta, il fattore criminale più allarmante nella nostra regione che con la pandemia si è ulteriormente aggravato. Un fenomeno che deve essere affrontato attraverso interventi non emergenziali ma strutturali, ed in particolare con l’approvazione di una legge regionale in grado di costruire un sistema di protezione delle donne vittime di violenza più organico, efficiente e capillare, attraverso adeguati stanziamenti nel bilancio regionale e con l’utilizzo di fondi comunitari, il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza attivandoli in tutti gli ambiti territoriali inter-comunali attraverso la garanzia dell’accreditamento e di finanziamenti stabili, l’aumento della case rifugio secondo un criterio di densità di popolazione e di competenza dimostrabile con esperienza, l’attivazione in tutti i presidi ospedalieri dei percorsi rosa per le donne vittime di violenza con la formazione degli operatori congiunta in accordo con il dipartimento salute per l’attuazione delle linee guida aziendali come da decreto legge n° 24 pubblicato in G.U. il 30/01/2018.
E ancora, la raccolta dati con i codici previsti per l’Istat, previsioni di progetti d’intervento sui maltrattanti in particolare all’interno delle carceri e apertura in tutta la regione di Cam Centri di assistenza maltrattanti, il potenziamento delle misure per garantire con tempestività il sostegno alloggiativo ed economico alle donne che denunciano e a quelle che escono dalla case di accoglienza per dare loro autonomia. (rrc)