L’Osservatorio regionale sulla violenza di genere incontra Mancuso: Sostenere donne in difficoltà

La coordinatrice dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, Giusy Pino, ha incontrato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, per esporre le iniziative su cui l’Osservatorio sta intensamente lavorando.

Insieme alla coordinatrice Pino, presenti  le altre componenti e gli esperti dell’Osservatorio: la dott.ssa Isolina Mantelli, l’avv. Lucia Lipari, il dott. Luca Lanzino, il dott. Pasquale Ciurleo, la dott.ssa Francesca Mallamaci, la dott.ssa Anna De Gaio, il dott. Antonio Gioiello, l’avv. Annamaria Curia.

In particolare, l’Osservatorio sta lavorando agli Stati Generali contro la violenza di genere, che si terranno per la prima volta a Reggio Calabria, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, e che sarà illustrato alla stampa dopo l’estate.

Oggetto del confronto anche l’esigenza di garantire un’adeguata autonomia abitativa ed economica alle donne vittime di violenza. Dal costante confronto con le donne e con i centri e reti antiviolenza emerge, infatti, che la questione alloggiativa rientri tra i nodi da sciogliere per consentire la fuoriuscita delle donne, e delle madri con figli minori, dal nucleo familiare viziato e dalla spirale del partner maltrattante. Fondamentale, in tal senso, appaiono gli strumenti di welfare che le accompagnino nei percorsi di libertà e autonomia.

«Avere un sostegno immediato e concreto, è essenziale – ha sottolineato l’avv. Pino – per le vittime di violenza domestica prive di risorse economiche, poiché le aiuta a maturare la decisione di allontanarsi dal contesto familiare abusante e di intraprendere un percorso di emancipazione e ricostruzione di una vita libera dalla violenza».

«Dunque – ha continuato – l’affrancamento delle donne dall’esperienza di violenza va sostenuto con forza e deve prevedere soluzioni abitative adeguate. Fondamentale è pertanto la sinergia e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’assistenza alle donne vittime di violenza, soggetti istituzionali e sociali, e di cui l’Osservatorio si propone di essere anello di congiunzione, con l’obbiettivo di ottenere tutele crescenti per le donne, partendo dall’esigenza alloggiativa». 

A tal proposito, il presidente Mancuso ha immediatamente fissato a una delegazione dell’Osservatorio un appuntamento col commissario dell’Aterp Paolo Petrolo, per mercoledì prossimo, «al fine di discutere delle modalità operative attraverso cui potere offrire interventi logistici sicuri che prevedano la programmatica sistematizzazione delle donne e dei minori e il recupero di una quotidianità scevra da abusi».

«Va apprezzato il metodo di lavoro dell’Osservatorio contro la violenza di genere, – ha evidenziato – teso a fronteggiare la gravità della problematica con un approccio concreto e propositivo, in stretta sinergia con le linee programmatiche della Regione».

«In Calabria, dove i numeri sulla violenza alle donne sono allarmanti – ha concluso – è necessario adoperarsi concretamente per sostenere la cultura della legalità, realizzando un sistema di protezione radicato nei territori. Dal potenziamento della rete dei centri antiviolenza, all’aumento delle case rifugio, all’attivazione in tutti gli ospedali dei percorsi rosa per le donne vittime di violenza». (rrc)

Si è insediato l’Osservatorio regionale sulla Violenza di Genere

Si è insediato, in Consiglio regionale, l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. L’importante organismo è stato istituito con la Legge regionale n. 38 del 2016, ed è composto oltre che da tre membri di diritto (dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute, presidente della Commissione regionale pari opportunità, consigliera regionale di parità), da esperti e rappresentanti di enti attivi nella materia del contrasto alla violenza di genere, che sono stati individuati per competenze professionali e attraverso un avviso pubblico.

La seduta è stata introdotta dai saluti istituzionali da Giacomo Crinò, che ha espresso la valenza dell’organismo, che si impegnerà nella promozione di una cultura di genere e per l’individuazione di misure di superamento della violenza. I lavori sono proseguiti con l’intervento della Coordinatrice, l’avv. Giuseppina Pino, la quale ha affermato l’importanza di un’attività alacre di supporto alle donne e ai minori e di contrasto alla violenza di genere.

L’eliminazione della sottocultura violenta, espressione di disuguaglianze strutturali, di stereotipi di ruoli, di un flop redistributivo economico nei tempi lavoro e di cura tra uomini e donne, di un’organizzazione patriarcale della società, impone un sistema di tutele crescenti per le donne, abbinato ad un welfare efficace, e a strumenti per l’autonomia finanziaria ed abitativa delle donne, che permettano l’emancipazione di queste ultime e la fuoriuscita delle stesse dalla spirale violenta in cui sono cadute.

«L’obiettivo è quello di lavorare per la collettività – ha detto la coordinatrice – sia per monitorare i fenomeni legati alla violenza di genere attraverso gruppi di lavoro specifici in seno all’Osservatorio, sia per promuovere iniziative concrete e di formazione rivolta ai professionisti, agli studenti e alla società civile».

L’Osservatorio avrà un approccio operativo e si avvarrà delle competenze di esperti designati quali la dott.ssa Laura Amodeo, la dott.ssa Anna Briante, il dott. Pasquale Ciurleo (vice-coordinatore), la prof.ssa Anna De Gaio, l’avvocatessa Stefania Figliuzzi, la dott.ssa Annamaria Curia, la dott.ssa Caterina Ermio, la dott.ssa Carolina Girasole, il dott. Antonio Gioiello, il dott. Luca Lanzino, l’avvocata Lucia Lipari, la dott.ssa Isolina Mantelli, la dott.ssa Francesca Mallamaci, l’avv.ssa Marano Caterina dell’avvocatessa Giuseppina Spinella.

Tutti i componenti dell’Osservatorio, all’interno dei propri interventi, hanno delineato le linee operative del proprio impegno e gli ambiti all’interno dei quali presteranno la propria attività, primo fra tutti la formazione e programmazione di percorsi mirati a generare conoscenza e consapevolezza del fenomeno, e quindi lo sviluppo di modelli culturali e strategie d’intervento che possano garantire pari opportunità e segnare un cambio di passo in una sfida sociale indubbiamente complessa.

La violenza sulle donne non è un fatto privato. Siamo dinanzi a storie cariche di sofferenza, di fatica e di umiliazione, ma anche di grande coraggio e resilienza. Vissuti che ci raccontano la forza di dire basta e la tenacia di riprendere in mano la propria vita e la propria libertà. Le notizie di violenze di genere continuano ad occupare le cronache con dati impressionanti, che ci restituiscono l’immagine, terribile, di una società in cui le donne subiscono violenza in casa, sul lavoro, nei luoghi e nei contesti in cui intendono realizzarsi. Parliamo infatti di un fenomeno strutturale e diffuso, che affonda le sue radici nel tempo.

In questi anni Governo e Parlamento hanno messo in campo misure importanti di prevenzione, protezione e contrasto alla violenza, in applicazione della Convenzione di Istanbul, ma, nonostante ciò, non diminuiscono i reati di violenza contro le donne e in modo particolare i femminicidi: quasi sempre epiloghi drammatici di storie di violenza e abusi che avvengono quando la donna decide sulla sua autonomia e libertà.

È indubbio che l’attività dell’Osservatorio possa inanellarsi all’interno di una rete più ampia di partner istituzionali e sociali, che possano mettere a sistema condizioni positive per le donne, al fine di giungere ad un definitivo cambio di passo e favorire la crescita collettiva. (rrc)

Mario Nasone: Il Consiglio regionale proceda a nomina e insediamento dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere

Mario Nasone ha chiesto al Consiglio regionale della Calabria di procedere alla nomina e all’insediamento dell’Osservatorio regionale sulla Violenza di genere «in tempi brevi, per dargli il tempo per potere produrre risultati, prevedendo la nomina di soggetti esperti nel settore e disponibili ad un servizio gratuito».

Ciò, per Nasone, sarebbe segnale importante per l’Osservatorio che «nell’ultima legislatura, in poco più i due anni di attività ha svolto un lavoro prezioso di monitoraggio del fenomeno con la presentazione del primo rapporto sulla violenza di genere in Calabria curato gratuitamente da Giovanna Vingelli dell’Unical, con la collaborazione dell’Istat, delle Questure e delle Procure della Repubblica».

«Assieme a questo un importante lavoro di sensibilizzazione nelle scuole in collaborazione con l’Ufficio Scolastico – ha proseguito Nasone – con l’attivazione c/o il Consiglio Regionale della stanza che racconta le storie delle vittime di femminicidio in calabria, prima esperienza del genere in Italia che ha avuto risalto dalla rai e dai mass media locali. Assieme a questo le attività formative che hanno coinvolto forze dell’ordine, insegnanti, operatori e volontari».

Mario Nasone, chiede un’attenzione politica verso un fenomeno che rappresenta dopo la ‘ndrangheta, il fattore criminale più allarmante nella nostra regione che con la pandemia si è ulteriormente aggravato. Un fenomeno che deve essere affrontato attraverso interventi non emergenziali ma strutturali, ed in particolare con l’approvazione di una legge regionale in grado di costruire un sistema di protezione delle donne vittime di violenza  più organico, efficiente e capillare, attraverso adeguati  stanziamenti nel bilancio regionale e con l’utilizzo di fondi comunitari, il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza attivandoli in tutti gli ambiti territoriali inter-comunali attraverso la garanzia dell’accreditamento e di finanziamenti stabili, l’aumento della case rifugio secondo un criterio di densità di popolazione e di competenza dimostrabile con esperienza, l’attivazione in tutti i presidi ospedalieri dei percorsi rosa per le donne vittime di violenza  con la formazione degli operatori congiunta in accordo con il dipartimento salute per l’attuazione delle linee guida aziendali come da  decreto legge n° 24 pubblicato in G.U. il 30/01/2018.

E ancora, la raccolta dati con i codici previsti per l’Istat, previsioni di progetti d’intervento sui maltrattanti in particolare all’interno delle carceri e apertura in tutta la regione di Cam Centri di assistenza maltrattanti, il potenziamento delle misure per garantire con tempestività il sostegno alloggiativo ed economico alle donne che denunciano e a quelle che escono dalla case di accoglienza per dare loro autonomia. (rrc)

REGGIO – Il video delle attività dell’Osservatorio regionale

È in corso, nella Sala “Giuditta Levato” del Consiglio regionale di Reggio Calabria, la presentazione del video che documenta l’attività, svolta dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere nei suoi sedici mesi di funzionamento.

Il video, che sarà presentato dal giornalista Sergio Conti dell’Agenzia Iamu, che lo ha curato, descrive le azioni svolte, riporta le interviste di familiari vittime di violenza, contributi di rappresentanti Istituzionali e operatori dei centri e delle Associazioni impegnati nel contrasto alla violenza di genere in Calabria che hanno collaborato con l’Osservatorio.

Saranno presenti Mario Nasone, coordinatore dell’Osservatorio e Giovanna Cusumano, vice coordinatore dell’Osservatorio, rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni che hanno sostenuto e collaborato alla realizzazione delle attività. (rrc)

In copertina, Mario Nasone e Giovanna Cusumano

La lettera dell’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere a Oliverio e al ministro Bonetti

Sbloccare i fondi per i centri antiviolenza. È questo quello che chiede l’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere in una lettera aperta al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio e al ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti.

«L’Osservatorio regionale sulla violenza di genere – comincia la lettera – nella sua ultima seduta, ha raccolto il grido di allarme lanciato dai Centri anti violenza, che hanno denunciato i ritardi della regione Calabria nell’assegnazione dei fondi erogati dal Ministero».

«Affinché venga scongiurato il rischio concreto che la Regione debba restituire detti fondi ministeriali – prosegue la lettera – Mario Nasone e Giovanna Cusumano, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore dell’Osservatorio, chiedono al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio ed all’Assessore Angela Robbe, di attivarsi tempestivamente al fine di garantire l’assegnazione dei fondi ,che sono necessari per la “sopravvivenza” dei centri».

«È notorio, infatti – prosegue la lettera di Nasone e Cusumano – che i Centri anti violenza soffrono di una cronica inadeguatezza delle risorse loro assegnate e, pertanto, la perdita dei fondi ministeriali metterebbe a rischio chiusura molti di essi, che non sarebbero più nelle condizioni finanziarie di garantire né la copertura delle spese di gestione, né tantomeno gli adeguamenti strutturali pretesi dall’ente regionale. Segnalano, inoltre, il coordinatore ed il vice coordinatore dell’Osservatorio, la mancata previsione nella programmazione regionale dell’accreditamento di centri anti violenza nella provincia di Reggio Calabria e, precisamente, nella Locride e nella Piana di Gioia Tauro, territori particolarmente complessi, che sono completamente privi di punti di riferimento e di ascolto accreditati per le donne che vivono il dramma della violenza, come è stato puntualmente segnalato anche dalle Forze dell’Ordine».

«Ed ancora – prosegue la lettera – si chiede che si acceleri l’iter per l’approvazione del progetto di legge regionale sulla violenza di genere che ha, tra l’altro, l’obiettivo di adeguare la legislazione regionale, oramai datata, alla normativa nazionale, e che prevede che Centri antiviolenza siano distribuiti in maniera omogenea in tutto il territorio regionale, progetto di legge, a tutt’oggi, incomprensibilmente fermo in terza commissione. Al Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti, infine, l’Osservatorio chiede maggiore attenzione per la Calabria, regione che soffre di ritardi in ogni settore e, pertanto, necessita di particolare attenzione, affinché il Governo preveda l’impiego di risorse aggiuntive finalizzate a colmare le gravi carenze di strutture adeguate all’accoglienza delle donne vittime di violenza in quei territori che ne sono completamente privi». (rrc)

REGGIO – L’iniziativa dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere

Domani mattina, a Reggio, alle 10.00, in un’aula scolastica del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, diretto dalla professoressa Giusy Princi, sarà affissa la prima targa in memoria di una Vittima di Femminicidio.

L’Aula sarà dedicata alla studentessa universitaria fiorentina Rossella Casini, che ha pagato con la vita la storia d’amore con un ragazzo della provincia di Reggio Calabria appartenente ad una famiglia di ‘ndrangheta.

L’iniziativa rientra nel percorso di attuazione del progetto Adotta la storia di una vittima di femminicidio, promosso dall’Osservatorio regionale sulla Violenza di Genere in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale – Ufficio VI – ambito territoriale di Reggio Calabria, al quale hanno prontamente aderito docenti e studenti del ‘Da Vinci’.

Le “Targa ad memoriam”, che saranno affisse in altre aule scolastiche, hanno la finalità precipua di far assumere al femminicidio una dimensione che va oltre il ricordo dei familiari della vittima affinché, attraverso la memoria collettiva, si sviluppi nelle generazioni studentesche la cultura della Non violenza.

Alla cerimonia parteciperanno il Procuratore della Repubblica, dott. Giovanni Bombardieri, il dott. Antonino Foti, delegato dal Presidente del Tribunale, dott.ssa Maria Grazia Arena, il Questore Maurizio Vallone, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, colonnello Giuseppe Battaglia, il prof. Giovanni Carbone in rappresentanza dell’Ufficio scolastico territoriale. (rrc)

In copertina, Mario Nasone, coordinatore dell’Osservatorio e Giovanna Cusumano, vice coordinatore dell’Osservatorio.

REGGIO – L’incontro dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 15.00, nell’Aula Quistelli dell’Università Mediterranea, un evento formativo che vedrà confrontarsi esperti nazionali, referenti di centri specializzati calabresi e della amministrazione penitenziaria.

L’evento è stato organizzato dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Introduce Mario Nasone, coordinatore Osservatorio regionale sulla violenza di genere. A seguire, i saluti di Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale, Massimiliano Ferrara, direttore DiGiEs dell’Università Mediterranea, Rosario Tortorella, provveditore vicario amministrazione penitenziaria.

Intervengono Giuseppina Maria Irrera, dell’amministrazione Penitenziaria della Calabria, di Isolina Mantelli di Mondo Rosa, Giovanni Lopez, della Casa di Nilla. Modera Laura Amodeo, psicologa. Le conclusioni saranno di Giovanna Cusumano, vice coordinatore Osservatorio regionale violenza di genere.

«Per contrastare la violenza sulle donne di bisogna intervenire anche sugli uomini» hanno dichiarato Mario Nasone e Giovanna Cusumano, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere.

Nasone e Cusumano sottolineano l’importanza di centri specializzati che prendano in carico il maltrattante, subito dopo la prima denuncia della vittima, perché «intervenire tempestivamente sulla persona adusa a perpetrare violenza, potrebbe evitare le conseguenze estreme del femminicidio».

«Le statistiche, infatti, ci raccontano – hanno proseguito Nasone e Cusumano – che prima dell’episodio mortale, la vittima aveva sporto varie denunce. Al femminicidio si arriva dopo un certo numero di denunce, ecco perché per prevenirlo è necessario che i violenti intraprendano un percorso di consapevolezza ed assunzione di responsabilità. È, pertanto, auspicabile la presenza sui territori dei cosiddetti CAM, centri specializzati al recupero degli uomini maltrattanti che, anche alla luce della recente normativa, non è infrequente vengono colpiti da misure cautelari».

«Ricordiamo, peraltro – hanno proseguito Nasone e Cusumano – che anche il periodo della reclusione deve servire al detenuto per riflettere sul comportamento deviante assunto e deve risultare un’occasione per sviluppare il senso di responsabilità dei danni provocati non solo alla vittima degli abusi, ma all’intero nucleo familiare, al fine di conseguire un adeguato reinserimento nella società. Questa esigenza si rende oltremodo necessaria, soprattutto in presenza di reati di pedofilia e violenza di genere. In questi casi, infatti, i dati di cronaca ci dicono che se l’autore di questi reati, non viene adeguatamente seguito e trattato, le probabilità di reiterare i reati sono altissime».

«Ma cosa si fa concretamente – hanno proseguito Nasone e Cusumano – oggi, nel nostro Paese per prendere in carico e curare i soggetti maltrattanti? Quali “rimedi” e strumenti prevede la normativa vigente? La recentissima legge detta ” Codice Rosso” prevede certamente interventi sul piano repressivo, ma siamo sicuri che basta la risposta repressiva? In Calabria allo stato esiste un solo centro per l’assistenza e la cura dei maltrattanti che si trova a Catanzaro. Poi abbiamo alcune carceri in cui si sperimentano programmi per i cosiddetti sex offenders, per i quali sono previste apposite sezioni detentive».

«Purtroppo, però, possiamo affermare – hanno proseguito Nasone e Cusumano – ragionevolmente che ancora mancano interventi organici e continuativi, soprattutto per coloro i quali hanno scontato la pena detentiva. Questi ultimi, infatti, una volta usciti dal carcere senza aver seguito dei corsi di recupero e per i quali non è prevista alcuna presa in carico da parte di servizi specializzati, tornano a rappresentare un vero pericolo per la loro famiglia e per se stessi».

«Per questo motivo – hanno concluso Nasone e Cusumano – per contribuire ad aprire una riflessione su questo tema l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere in collaborazione con l’Università Mediterranea, ha voluto programmare per il prossimo 8 novembre un evento formativo che vedrà confrontarsi esperti nazionali, referenti di centri specializzati calabresi e della amministrazione penitenziaria. Sarà una occasione per tutti gli attori istituzionali e dei servizi coinvolti per affrontare e lavorare anche su questo versante che richiede particolare competenze e sinergie». (rrc)

In copertina Mario Nasone e Giovanna Cusumano.

LOCRI (RC) – L’iniziativa dell’Osservatorio contro la violenza di genere

Martedì 1° ottobre, a Locri, alle 10.00, nell’Aula Magna dell’Istituto “G. Marconi”, l’iniziativa Il contrasto alla violenza di genere. Realtà e prospettive nella Locride.

L’evento è stato promosso dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e dall’Istituto “G. Marconi”  d’intesa con l’Ufficio scolastico territoriale, con la Questura ed il Comando provinciale  dei carabinieri.

Nel corso dell’evento saranno presentati il programma L.i.a.n.a. della Questura di Reggio Calabria, azione di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ed il progetto dell’Osservatorio e dell’Ufficio Scolastico provinciale per le scuole Adotta la storia di una vittima di femminicidio.

«Sarà – ha dichiarato Mario Nasone, coordinatore dell’Osservatorio  – soprattutto un momento di confronto con gli studenti con le realtà istituzionali ed associative che operano nel territorio». 

Per il coordinatore dell’Osservatorio, «è venuto il momento di attivare nella Locride una rete di attori – istituzionale e sociale  in grado di intercettare quella domanda sommersa di aiuto di donne che ancora subiscono in solitudine il problema della violenza e, soprattutto, di avviare programmi di prevenzione partendo dal mondo della scuola, dove le nuove generazioni devono essere educate ai valori del rispetto degli altri». 

Mario Nasone, inoltre, esprime «apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo il Questore Maurizio Vallone, che ha portato moltissime donne in pochi mesi a rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine, a denunciare e ad avere risposte dalla rete sociale di ascolto contro la violenza di genere. Un lavoro che ora si deve estendere maggiormente nella Ionica e nella Tirrenica sprovviste di centri antiviolenza autorizzati dalla Regione, servizi qualificati   indispensabili per dare risposte immediate alle donne che vivono questa condizione di grave sofferenza e che hanno bisogno di supporto e di accompagnamento per trovare il coraggio di reagire alla violenza subita». (rrc)

In copertina, Giovanna Cusumano e Mario Nasone.