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MILETO (VV) – Sabato il convegno su “L’olivo della madonna”

Sabato il convegno su "L'olivo della madonna"

Si intitola  L’olivo della Madonna: percorso di valorizzazione e speranza della varietà Leucocarpa il convegno in programma sabato 23 novembre, a Mileto, nella Sala Conferenze del Palazzo San Giuseppe e organizzato dalla sede di Vibo Valentia di Archeoclub d’Italia con il fattivo sostegno di Mons. Attilio Nostro, Vescovo di Mileto e Delegato Cec per il Servizio di Pastorale Giovanile.

All’iniziativa hanno dato il patrocinio l’Arsac – Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese; il Comune di Mileto; le diocesi di Cefalù e di Oppido Mamertina-Palmi, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia e la Regione Calabria.
«Il convegno nasce dalla necessità di fare il punto sulle iniziative interregionali per la valorizzazione e la tutela del cosiddetto Olivo della Madonna, ovvero di quella varietà che al momento dell’invaiatura trasforma le sue olive da verdi in bianche (Leucocarpa) per come tracciato dall’archeologa Anna Rotella, vicepresidente di Archeoclub sede di Vibo Valentia, ideatrice del progetto, e di approfondire gli aspetti storici, antropologici, scientifici e culturali che in futuro potranno guidare in maniera ancora più efficace le iniziative da intraprendere per sostenere la valorizzazione di questo sorprendente olivo favorendone la diffusione e quindi la conoscenza così da poterne scongiurandone l’estinzione», ha detto Rosario Santanastasio, presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia.
«E – ha aggiunto – preparare i post informativi che vedremo esposti alla Conferenza, sono stati proprio i detenuti degli Istituti Penitenziari. Noi crediamo nel reinserimento sociale attraverso la conoscenza!».
«L’Olivo Bianco della Madonna – ha spiegato Santanastasio – veniva utilizzato per la produzione dell’olio che serviva ad alimentare le lampade soprattutto nelle chiese. Con l’avvento dell’energia elettriva, questa pianta è stata coltivata sempre di meno e rischiava l’estinzione a danno della biodiversità. L’archeologa Anna Rotella, dopo anni di ricerca, con documentazione e attività sul campo, è riuscita a ritrovare la pianta. Grazie al supporto delle Diocesi siamo riusciti a metterla a dimora in tante parrocchie e conventi, favorendo la riproduzione. Ora il progetto è esteso agli Istituti Carcerari».
I lavori, moderati da Fortunata Flora Rizzo, vicepresidente nazionale Archeoclub d’Italia e Francesca Romano, aegretaria Archeoclub sede di Vibo Valentia, si svilupperanno in tre sessioni precedute dai saluti di Mons. Attilio Nostro e Rosario Santanastasio, presidente nazionale Archeoclub d’Italia oltre che di Salvatore Fortunato Giordano, sindaco di Mileto, di Maria Mallemace, Sabap per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia; di Enzo Perri, direttore Crea Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura e di Stefania Randazzo, presidente Archeoclub d’Italia di Cefalù.
Oltre alle relazioni nel corso dei lavori del convegno, verranno rese note le tante iniziative di condivisione e promozione del percorso intrapreso a sostegno della varietà di olivo dalle bianche drupe tra le quali segnaliamo la presentazione del promo del documentario White Olives of the Madonna di Claire Marie Vogel e di Elena Valeriote e la proiezione dello showreel a cura de LaC TV su La messa a dimora dei giovani Olivi della Madonna, donati dalla sede Archeoclub di Vibo Valentia e accolti presso sette degli Istituti penitenziari della Calabria Cosenza, Crotone, Laureana di Borrello, Locri, Palmi, Rossano e Vibo Valentia.
Le stesse case circondariali i cui ospiti hanno lavorato sulla storia della varietà dalle bianche drupe per produrre dei pannelli che saranno in mostra nella sessione poster del convegno.
«Entrando più nel particolare i lavori della prima sessione saranno introdotti da un breve intervento dell’archeologa Anna Rotella, ideatrice del progetto sull’olivo bianco – ha spiegato Anna Murmura, presidente Archeoclub d’Italia, sede di Vibo Valentia – a seguire la relazione di Mario Panarello, dell’Accademia Fra i legni della vergine: gli alberi nella simbologia mariana e ancora Paola Puma, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, condurrà i presenti in un “Museo senza muri” per il patrimonio culturale vivente dell’olivo bianco in Calabria».
«Dopo la pausa caffè, offerta dalla diocesi di Mileto – ha proseguito – i lavori continueranno con una relazione a più mani ad opera di Enzo Perri, Samanta Zelasco, Luca Lombardo, Santina Rizzo, Gianluca Godino, ricercatori del Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Rende che aggiorneranno i convegnisti sull’aspetto più strettamente tecnico scientifico della Caratterizzazione morfo-bio-agronomica e molecolare della CV Leucocarpa».
«Gli interventi della prima sessione – ha proseguito ancora – saranno completati dalla relazione di respiro più generale di Maurizio Angotti, responsabile del centro di sviluppo agricolo Arsac Vibo Valentia, dal titolo “Il ruolo ecologico della biodiversità in agricoltura”, tema tanto caro a tutti i partecipanti. Chiuderà i lavori della prima sessione S.E.R. Mons. Giuseppe Alberti, Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi nonché Delegato Cec per i Problemi Sociali, del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato.
«Al termine della pausa buffet – ha detto ancora Murmura – a cura sempre dalla diocesi di Mileto, i lavori riprenderanno con un focus specifico su un aspetto tanto caro all’Archeoclub Vibo Valentia ovvero quello più strettamente legato al messaggio portato dalla messa a dimora dell’olivo presso gli Istituti carcerari ovvero …di riconciliazione e speranza un simbolo di rinascita che può illuminare il percorso di chiunque vi abbia partecipato… per usare le parole di una delle responsabili dell’area educativa del carcere di Palmi».
«A seguire – ha aggiunto – per sarà il turno di Gerardo Guerriero Liberato, Provveditore per l’Amministrazione Penitenziaria della Regione Calabria che affronterà il più che mai attuale tema Giustizia e lavoro; Marcello Sestito, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Reggio Calabria proporrà una proposta di Un museo per gli olivi del Mediterraneo nel recupero dell’ex carcere circondariale di Cittanova».
«Punto nodale della sessione – ha evidenziato – saranno i sette lavori eseguiti dagli ospiti delle Case Circondariali che hanno aderito al progetto con dedizione Cosenza Leucocarpa, Foglie d’argento e frutti di perla; Crotone L’Olivo: un segno per far crescere PACE; Laureana di Borrello L’Olivo della Madonna e le drupe bianche: terreno fertile per il cambiamento e la rinascita; Locri Il chiarore della luce profusa dall’olio amico illumini e accenda i nostri occhi e i nostri cuori nella verità e nella giustizia; Palmi Leucolea nella dimora e nella speranza del recluso; Rossano L’olivo della Speranza e Vibo Valentia, L’albero della vita».
«Completeranno la sessione – ha concluso – i poster realizzati dal Coro Santa Maria Assunta di Gimigliano (CZ), che ha operato per la messa a dimora L’Olivo bianco di Papa Francesco al Santuario della Madonna di Porto; i lupetti del Gruppo scout RC3-Tabor Asci Esploratori e Guide d’Italia Costruiamo la Pace, Per diffondere l’amore per la natura Piantiamo un albero; la classe VB dell’Istituto Tecnico Agrario di Caulonia che negli anni scorsi si è impegnata su un progetto di conoscenza della Leucolea pianta dalle olive bianche; e la sezione crotonese di Italia Nostra che da anni sta operando per La messa a dimora dell’Olivo della Madonna tra sacro e sociale e la Parrocchia di Dinami (VV) che ha proceduto a Al convento di San Francesco di Soreto 150 esemplari di olivo bianco sono una realtà». (rvv)
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