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MINOLI, UN “POSTO AL SOLE” IN CALABRIA
SARÀ LUI A CAPO DELLA FILM COMMISSION

Giovanni Minoli

di SANTO STRATI – Se son calabresi, non vanno bene: la battuta concedetecela per la presidente Jole Santelli, che sta caratterizzando la prima fase di attività della sua Giunta con una particolarità che balza subito agli occhi. Per i posti chiave o incarichi di peso (vedi ASL, Presidenza Sacal, cortometraggio “emozionale” di promozione della Calabria, etc) la presidente sceglie preferibilmente fuori della regione. Attenzione, scelte basate su chiara fama e capacità, ci mancherebbe altro, ma indubbiamente è inevitabile l’amaro in bocca per tanti manager e intellettuali calabresi che si sentono sminuiti, o comunque scartati – questa è la sensazione – perché calabresi.

L’ultima nomina, di ieri mattina – ma già era nell’aria da diverse settimane – riguarda il giornalista e produttore televisivo Giovanni Minoli, chiamato a dirigere in qualità di commissario straordinario la Film Commission Calabria. Di Minoli si può dire tutto, incluso che non risulta sempre simpatico a tutti, ma sulla sua professionalità e la sua esperienza nel campo della televisione non c’è che da tessere lodi. È stato l’inventore della formula Mixer e Report, due rotocalchi televisivi fuori dagli schemi, ha ideato e prodotto la soap tutta italiana Un posto al sole (5487 puntate già andate in onda in 14 anni), conosce benissimo la radio, la tv e i suoi dintorni e in quanto a cinema se dovesse avere qualche attimo di esitazione può sempre ricorrere alla moglie Matilde Bernabei che gestisce e dirige la Lux Vide, intuizione eccellente del mitico Ettore Bernabei (padre di Matilde) che ha prodotto decine e decine di fiction televisive di successo e film di carattere religioso. Ma non ne avrà bisogno.

Minoli è un’eccellenza della tv italiana (La Storia siamo noi è un’altra sua invenzione) e quindi è decisamente un’ottima scelta, anche se rimane discutibile il sistema del cosiddetto spoil system, ovvero chi arriva fa “piazza pulita” di funzionari e dirigenti nominati nella passata consiliatura e provvede a scegliere persone di sua fiducia. A questo proposito, non si può non sottolineare l’ottimo lavoro svolto dal presidente uscente della Calabria Film Commission Giuseppe Citrigno e segnalare le tante personalità calabresi che non avrebbero comunque sfigurato (primo tra tutte Paride Leporace, già alla Film Commission e attualmente a capo della Film Commission Basilicata.

A cosa serve la Film Commission? Semplice: ha il compito di attrarre produzioni cinematografiche e televisive sul territorio, promuovendo location suggestive (che aiutano a  veicolare una bella immagine della Calabria in Italia e nel mondo) e di favorire con  incentivi e agevolazioni la produzione cinematografica e audiovisiva nella regione. Un compito apparentemente facile, ma in realtà complesso e ricco di implicazioni sia di natura tecnica che di conoscenza dei luoghi. Il giornalista e autore torinese (1945) è stato scelto dalla presidente Jole per «poter traghettare la Calabria, bella di paesaggi e ricca di competenze, verso i grandi mercati del cinema e dell’audiovisivo internazionale».

A quanto ne sappiamo, Minoli –  uomo di grande cultura e di conclamata capacità –non sa molto della Calabria (di cui si è occupato quando faceva la rubrica di agricoltura in Rai e utilizzava le competenze sul territorio del giornalista-regista reggino Paolo Bolano), ma è una lacuna facilmente colmabile. Questa nuova avventura lavorativa- afferma chi lo conosce bene –  lo intriga e lo entusiasma molto e sicuramente lo vedrà molto attivo sul territorio, alla scoperta di luoghi potenziali location con cui rilanciare le splendide opportunità non solo paesaggistiche di borghi, montagne, marine e campagna sterminate. Poi, cosa non meno rilevante, Minoli conosce tutti quelli che contano nel mondo delle produzioni televisive, quindi ci si può aspettare solo grandi risultati: sotto la sua guida – dicono in Regione – il cinema e l’audiovisivo calabrese potranno raggiungere traguardi importanti, che contribuiranno a comunicare l’immagine positiva della Calabria che si fonderà anche sull’industria creativa. Benvenuto in Calabria, Giovanni. E buon lavoro, pronti a scommettere che resterà affascinato e vorrà condividere quest’emozione con i cinematografari di tutto il mondo: farà un grosso favore a loro ma soprattutto alla Calabria. (s)

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