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Nicola Leone: Sì alla Città Unica, ma inserendo Montalto Uffugo

Il Rettore dell'Unical Nicola Leone

di FRANCO BARTUCCIPer farla breve e facilitare la comprensione della linea del confine terminale a Nord della città unica si dà come punto di riferimento il ponte di ferro dell’asse ferroviario collocato sulla statale 19 e che porta all’incrocio dei tratti ferroviari Cosenza /Paola e Sibari/Paola, superando il torrente Settimo, che stabilisce la linea di confine tra i comuni di Rende e Montalto Uffugo. 

Dicono che il disegno di legge regionale della città unica ha alla base uno studio di fattibilità redatto da un bravo ed esperto professionista.  Non so se il presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto conosca o meno la zona della quale parliamo, ma è oltremodo visibile che proprio su quel confine si sviluppa l’area abitativa di Settimo con una popolazione di oltre cinquemila abitanti.

La descrizione appena fatta è la dimostrazione che il piano di fattibilità predisposto dalla commissione apposita del Consiglio regionale, oltre che togliere il diritto all’UniCal di svilupparsi in un’unica area urbana (la grande area urbana invocata dal Rettore Andreatta), non ha le fondamenta solide su cui poggiare il grande edificio, né radici solide, né memorie culturali, sociali ed economiche, ma si poggia sulla creta.

Tra l’altro è calda la polemica creatasi con la dichiarazione del Rettore Leone riportata dalla Gazzetta del Sud, creando del forte malumore in quelle associazioni costituitisi all’indomani dell’approvazione del disegno di legge che sono per il no, come anche con dichiarazioni pesanti apparsi attraverso i social. Ma vediamo cosa riporta il quotidiano messinese del Rettore Leone nei suoi servizi quotidiani dedicati al disegno della città unica: «La città unica – è la dichiarazione che si riporta nel giornale – porterà molti vantaggi per gli studenti dell’ateneo in vari settori e Cosenza si avvicinerà ulteriormente all’UniCal. Tra l’altro ritengo ci sia già di fatto una città unica che adesso lo diventerà dal punto di vista amministrativo».

Una dichiarazione  valutata ad ampio raggio che alla luce delle mie conoscenze in materia mi hanno dato sentore della scarsa conoscenza da parte del Rettore della storia stessa dell’Università e sulle quali radici ha cominciato a  nascere e costruirsi, contravvenendo allo spirito auspicato dal Comitato Tecnico Amministrativo nel 1971 di creare attorno alla nascente università un’unica grande area urbana, che il primo Rettore Beniamino Andreatta definiva la “Grande Cosenza”. 

Ciò mi ha portato a fare le mie considerazioni critiche allo stesso Rettore Nicola Leone, tramite messaggi WhatsApp, e la sua risposta è stata: «La invito a verificare la notizia alla fonte, come ogni giornalista dovrebbe sempre fare».

Proseguendo nel suo dire, che la fonte giusta non era la Gazzetta del Sud, ma la trasmissione “Dedalus” di Ten del mercoledì, ha proseguito dicendomi:  «Forse comprenderebbe il mio punto di vista. Potrà verificare che ho auspicato una rapida realizzazione della fusione, ed un immediato allargamento a Montalto Uffugo, per andare oltre, verso la costituzione di una grande città metropolitana. Se il processo viene bloccato oggi, mandando in fumo anni di lavoro, quando il primo passo è ormai a portata di mano, non si farà mai più. Chi rema contro fa, nei fatti, il gioco di chi preferisce che tutto resti così com’è».

Più che giusta la dichiarazione ultima riportata del Rettore Leone (che ha tutto il suo diritto di esprimersi in merito a tutela o meno dell’UniCal) in quanto si avvicina di molto all’idea della “Grande Cosenza” di Beniamino Andreatta; ma ci sono delle forti perplessità anche per il fatto che la Gazzetta del Sud non ha riportato per intero la sua dichiarazione.

Quell’immediato allargamento auspicato ed il fatto che il disegno di legge per il quale il 1° dicembre si andrà ad un referendum consultivo (per l’UniCal la data del 1° dicembre corrisponde al 53° anniversario del primo Statuto dell’Università della Calabria approvato appunto con il Dpr 1° dicembre 1971 n° 1329 a firma del Ministro della Pubblica Istruzione, Riccardo Misasi)  non ne prevede affatto l’inserimento e costituisce dei forti dubbi circa il rispetto di questa affermazione indirizzata ad avere anche nel progetto il quarto comune di Montalto Uffugo e questo dà ragione a chi dice no alla fusione in quanto la considera una operazione politica e strumentale con reconditi fini. 

Non vedo in questo progetto, predisposto dalla commissione del Consiglio regionale, trasparenza e condivisione pubblica unitaria, portando il PD soprattutto quello cosentino a compiere un grosso errore nel sostenerlo vantandosi di essere riuscito a spostare la data di applicazione del disegno di legge con lo scioglimento dei comuni interessati al mese di febbraio 2027. 

Una vicenda che mi porta ad esprimere il mio dissenso sulla intera operazione nei confronti del presidente Roberto Occhiuto, che avvertito nello scorso mese di agosto attraverso una lettera aperta pubblica indirizzatagli dagli Stati Uniti, tramite i mezzi d’informazione, e pubblicata soltanto dal giornale online Calabria.Live del 7 agosto, non ha accolto la richiesta di non indire il referendum e rinviare il testo di disegno di legge al Consiglio regionale, in quanto fortemente carente dei riferimenti storici, sociali e culturali, oltre che per il mancato confronto d’informazione diretta con le comunità coinvolte, denunciando il fatto che il progetto creava la sua prima vittima nell’Università della Calabria, già penalizzata da altre precedenti vicende come la mancata realizzazione della metropolitana.

Di non assumersi la responsabilità di porre fine al progetto dell’UniCal come disegnato, su stimolo dei padri fondatori, dagli architetti Gregotti e Martensson e di riscrivere con urgenza un nuovo testo di legge in accordo e concordia con tutte le componenti politiche ed associative del territorio con il coinvolgimento della dirigenza della stessa Università. Ciò non è accaduto ed assistiamo ad una spaccatura netta tra i pro e i contrari che allontanano a mio parere l’idea luminosa della “Grande Cosenza” pensata ed invocata dal rettore Beniamino Andreatta.

Per tutto ciò, in virtù del fatto che per 36 anni ho servito l’Università della Calabria, da Andreatta a Latorre, per quanto mi riguarda dico “no” alla città unica proposta nel disegno di legge del Consiglio regionale ed un lungo e tonante “si” alla “Grande Cosenza” che appartiene allo sviluppo dell’Università della Calabria. (fb)

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