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Per l’infrastrutturazione della Provincia di RC sono rimaste le briciole

Senese (Fenealuil Calabria) chiede a Occhiuto impegno immediato nella programmazione della formazione professionale

di MARIA ELENA SENESE E GIUSEPPE RIZZO – Per l’infrastrutturazione della provincia di Reggio Calabria sono rimaste solo le briciole. Il territorio reggino, sono gli indici Istat a confermarlo, sta invecchiando e, allo stesso tempo, si sta spopolando e, quindi, perdendo un bacino di competenze e professionalità determinante per vincere la sfida della sua tenuta economica e sociale, un bacino che sarà difficilmente ripristinabile.

Gli indici occupazionali fotografano un’area incapace di creare lavoro di qualità e l’Inps, a sua volta, ha certificato il sorpasso dei pensionati rispetto alla platea di coloro che hanno un lavoro.

In questo contesto si inseriscono i continui tagli a una sanità che non riesce a elargire le cure richieste e aspetta, da oltre dieci anni, che venga costruito il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro, un progetto ancora lungi dall’essere realizzato e per il quale si prevede entro la prossima primavera solo la messa in opera del piazzale mentre per la struttura sanitaria i tempi si allungano ancora una volta. Questo mentre gli ospedali di Reggio Calabria, Polistena e Locri sono al collasso.

Per l’ammodernamento della Strada statale 106, relativamente alla tratta Reggio Calabria-Catanzaro, si parla ancora oggi, a distanza di più di 2 anni dalla presentazione degli interventi del commissario straordinario Simonini, di Piano di fattibilità tecnico economica, senza fare cenno alcuno a livelli di progettazione che  consentirebbero il finanziamento dei vari lotti.

La mancata progettazione del prolungamento della variante all’abitato di Palizzi verso Ardore, poi, rappresenta il sintomo evidente di quello che stiamo dicendo. Troncare un’opera viaria così importante appena fuori il centro abitato del piccolo paese dell’Area grecanica è un torto ai reggini, è uno dei segni più evidenti che si vuole condannare questa fetta di territorio alla desertificazione. Un deserto in cui spiccano numerose, anzi troppe, cattedrali come quelle che hanno deturpato e impoverito il territorio di Saline Joniche. Un comprensorio dimenticato e tradito dalla politica.

Il raddoppio e l’elettrificazione della tratta ferrata Monica è sparita dai radar governativi romani e regionali e verso Roccella Jonica e il catanzarese continuano a sferragliare vecchie littorine a gasolio.

Nulla si sa del cantiere per la realizzazione del nuovo tribunale di Locri e poco di quello del palazzo di giustizia di Reggio Calabria. La trasversale Bovalino-Bagnara pare essere finita, definitivamente, nel dimenticatoio. Una stasi inaccettabile.

Tutto questo mentre le altre province della Calabria ricevono un’attenzione particolare, segno di una volontà politica precisa che, quando vuole, i cantieri li fa aprire e li finanzia.

Amara è la nostra constatazione finale. Quello reggino è un comprensorio dimenticato, illuso e tradito dalla politica. Per questo crediamo sia determinante che il governatore Occhiuto  si ricordi di guardare verso lo Stretto di Messina, non solo per perorare la realizzazione del Ponte, ma per dare risposte concrete a un territorio, quello reggino, che non ha agganciato il treno della ripartenza. (mes e gr)

[Maria Elena Senese e Giuseppe Rizzo sono rispettivamente segretario generale di Fenealuil Calabria e segretario generale Uil Reggio Calabria]

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