Senese (Fenealuil): La cessione dei crediti bloccata rischia di far fallire le imprese

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha denunciato come la cessione dei crediti bloccata espone al rischio di fallimento le imprese: «parliamo di 150 mila licenziamenti».

«Il Superbonus 110% è, purtroppo – ha spiegato – diventato  un inaccettabile polemica politica che ha fatto perdere di vista la realtà dei fatti, trascurando aspetti importanti che invece una politica attenta dovrebbe ben analizzare prima di adottare scelte scellerate».

«Il blocco totale della cessione dei crediti – ha proseguito – in un momento in cui peraltro regna assoluta incertezza sulla monetizzazione dei crediti già maturati per lavori già eseguiti, rischia di affossare l’intero comparto. Come pure la decisione di impedire alle pubbliche amministrazioni di acquisire i crediti incagliati. Si sta deliberatamente e volutamente spingendo migliaia di imprese al fallimento totale».

«Un blocco deciso dal Governo per “salvaguardare i conti pubblici” – ha continuato – nonostante  numerosi studi rimarcano la convenienza di questo strumento da vari punti di vista. Si blocca la transizione energetica e l’adeguamento sismico di oltre 9 milioni di fabbricati, si stroncano le residue speranze di ottenere liquidità dagli enti locali per crediti incagliati da mesi. Sono già circa 90 mila i cantieri bloccati per mancanza di liquidità: 40 mila imprese devono cedere oltre 25 miliardi di crediti nei cassetti fiscali e sono a rischio fallimento».

«Il Superbonus – ha spiegato ancora – non solo ha impattato in maniera estremamente positiva sul Pil producendo sviluppo e ricchezza ma ha generato maggiore occupazione, il che vuol dire più redditi da tassare, ma anche maggiori consumi con tutto quanto ne consegue anche dal punto di vista degli introiti fiscali. Anche Nomisma ha evidenziando un impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale pari a 195,2 miliardi di euro, a fronte dei 65,2 di investimento al 31 gennaio scorso».

«È assolutamente fuorviante– ha evidenziato – soffermarsi sul deficit extra 2020-2022 per circa 81 miliardi provocato dal Superbonus, in quanto l’aumento del deficit per il 2021 e per il 2022 è dovuto al fatto che l’intero disavanzo generato dal Superbonus è stato tutto spalmato sul biennio e non nel quinquennio.  Intanto intervenga sollecitamente Cassa depositi e prestiti per smobilizzare i crediti e cederli poi alle banche».

«Le nostre proposte per il futuro? – ha detto la segretaria –. Si può pensare ad incentivi strutturali basati sul principio della progressività, oppure ad una cessione del credito proporzionale all’efficienza sismica ed energetica almeno per raggiungere la classe energetica D».

«Si può pensare – ha continuato – di erogare i bonus in base all’Isee. Secondo le nostre stime con un ISEE inferiore ai 30mila euro, ad esempio, la spesa per lo stato finirebbe per aggirarsi tra i 10 e 15 miliardi all’anno. Inoltre esclusivamente per i redditi bassi si potrebbe prevedere la possibilità da parte di CDP di anticipare la parte delle somme non coperta dai vari tipi di incentivi, su prezzi predeterminati di mercato da recuperare poi attraverso i risparmi in bolletta».

«Occorre – ha ribadito – dare strutturalità agli incentivi pubblici di riqualificazione edilizia, messa in sicurezza, efficientamento e risparmio energetico, consapevoli dell’importante effetto moltiplicatore che ogni euro speso nella filiera delle costruzioni genera: in termini di occupazione e quindi di gettito fiscale nonché come aumento del Pil».

«La transizione green – ha detto ancora – rappresenta il futuro ed il nostro settore non può che esserne protagonista, anche se, caratterizzato com’è da un’estrema frammentazione, con il 90% delle imprese che non supera i 9 dipendenti. Le nuove tecniche costruttive, i nuovi materiali, gli obiettivi su sostenibilità ed innovazione richiedono un forte investimento sui lavoratori e sulla crescita dimensionale delle aziende. Serve più qualificazione e formazione».

«Due aspetti – ha concluso – sui quali l’ultimo rinnovo contrattuale ha scommesso molto. Il tutto ovviamente inserito all’interno di una nuova stagione all’insegna della regolarità, che poi è sinonimo di più sicurezza, meno precarietà e migliori condizioni di vita e di lavoro. Su questi pilastri dobbiamo lavorare se vogliamo rendere questo settore appetibile anche per i nostri giovani che devono garantire il necessario ricambio generazionale». (rcz)

FenealUil Calabria: Governo dia risposta strutturale a problema dei crediti bonus edilizi

La segreteria generale di FenealUil CalabriaMaria Elena Senese, ha chiesto che il Governo «trovi il modo di dare una risposta strutturale al problema al fine di sbloccare i crediti ed evitare l’esplosione di una tensione sociale inevitabile davanti ad un settore fatto di imprese e lavoratori disperati».

«Sui crediti relativi ai bonus edilizi – ha spiegato – pare profilarsi un conflitto fra il Governo e gli enti locali che hanno avviato, o stanno studiando il modo di farlo come succede in Calabria, l’acquisizione dei crediti fiscali. Se così fosse, purtroppo, non ci troveremmo soltanto di fronte all’ennesimo scontro di competenze ma dovremmo registrare il rischio di veder crollare un comparto, quello dell’edilizia, che è sempre stato un asse portante dell’economia italiana e che, adesso, si trova schiacciato da norme errate, da una applicazione delle stesse fuori controllo e da un rimpallo di responsabilità davvero inaccettabile».

«Le imprese finirebbero – ha proseguito – per fallire sotto il peso di una marcata assenza di liquidità e i cantieri rischierebbero un blocco che, drammaticamente, si ripercuoterebbe con immediatezza sulla tenuta economica di migliaia di famiglie e provocherebbe un’emorragia occupazione difficilmente arginabile. Sulla cessione dei crediti, come sottolineato dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella, siamo sicuramente contrari ad una eccessiva limitazione per questo riteniamo urgente intervenire per non limitare un meccanismo che può consentire anche ai meno abbienti di accedere agli incentivi e migliorare la qualità di vita propria e del Paese».

«La Calabria, che ieri ha visto approdare in commissione e immediatamente rinviare una proposta finalizzata a regolamentare l’acquisizione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi – ha continuato Senese – è solo una delle regioni italiane che – dopo la provincia di Treviso – si è mossa su questo percorso che potrebbe essere condivisibile se partecipato con tutti gli attori sociali interessati. Quello che stupisce, invece, è il fatto che le organizzazioni sindacali di categoria – da sempre esplicitamente in campo per evitare pesanti ricadute occupazionali legati ad un sistema che si è inceppato bruscamente – non siano state convocate al tavolo della discussione davanti ai componenti della quarta commissione del Consiglio regionale».

«Riteniamo sbagliato – ha detto ancora – chiudersi al confronto, profondamente sbagliato non ascoltare le ragioni del Sindacato che vive, quotidianamente, le preoccupazioni di migliaia di lavoratori edili in tensione per il futuro delle aziende nelle quali prestano la loro manodopera e, di certo, potrebbe offrire spunti importanti per emendare un provvedimento che, sempre che il Governo non decida di mettersi di traverso, potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per un settore ad elevato rischio di rallentamento produttivo ed occupazionale». (rcz)

Senese (FenalUil): La Calabria non può più attendere per i nuovi ospedali

La segretaria generale di FenealUil CalabriaMaria Elena Senese, ha ribadito che la Calabria non può più attendere per i nuovi ospedali. Il rischio – ha denunciato Senese – è che «quando verranno consegnati alla cittadinanza questi nuovi nosocomi rischiano già di essere vecchi e non più all’avanguardia come si diceva quindici anni addietro».

Sono «quindici anni – ha spiegato – quelli passati da quando venne sottoscritto l’accordo di programma integrativo che avrebbe dovuto portare in dote alla Calabria tre ospedali nuovi di zecca:  uno Vibo Valentia, uno nella Sibaritide e un altro nella Piana di Gioia Tauro».

«Oggi, dopo quindici anni e diversi commissari ad acta, quella di assistere all’apertura dei tre presidi ospedalieri rimane una speranza» ha detto, spiegando che tra «cavilli, ritardi, problemi di varia natura, ancora oggi, impediscono di vedere realizzati gli obiettivi prefissati nell’accordo di programma. Il settore delle costruzioni e tutto il suo indotto potrebbe godere dei benefici, diretti e indiretti, di cantieri vivi ed operativi».

«Nel programma operativo, come è naturale che fosse – ha continuato – trova spazio un capitolo dedicato ai nuovi ospedali e, nonostante siano passati quindici anni da quando si è iniziato a parlare di queste importanti opere infrastrutturali, le azioni definite sono quelle della progettazione definitiva ed esecutiva dei nuovi ospedali; della realizzazione delle nuove strutture ospedaliere e delle opere connesse e complementari e dell’impatto economico che sfiora i 500 milioni di euro fra risorse statali, risorse regionali e private».

«Una mole rilevante di denaro – ha detto ancora – di cui non si vede all’orizzonte la concreta messa a terra. È la Regione stessa a fissare le scadenze temporali per la realizzazione dei nuovi ospedali, che difficilmente potranno essere rispettate guardando allo stato dell’arte dei cantieri, stabilendo nell’ottobre del 2024 l’entrata in esercizio del nuovo ospedale della Sibaritide (il cui cantiere, per la verità, pare essere in buono stato di avanzamento anche se pare manchi la copertura finanziaria di opere determinanti all’apertura dell’ospedale); nel dicembre del 2025 l’avanzamento al 70% della spesa per quello della Piana di Gioia Tauro e, infine, nel dicembre del 2025 l’avanzamento al 95% della spesa per la costruzione del nuovo nosocomio di Vibo Valentia». (rcz)

Senese (Fenealuil): C’è una speculazione inverosimile su Superbonus

La segretaria generale di Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha denunciato come su Superbonus «c’è una speculazione in corso inverosimile da parte dei soggetti preposti a rilevare i crediti che per acquisirli chiedono interessi che variano dal 25 al 30%. Ci rendiamo conto che siamo fuori da ogni regola di mercato!».

«Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Aiuti quater – ha spiegato – stiamo assistendo ad una vera rivoluzione per quanto riguarda il Superbonus 110: dalla riduzione dell’incentivo dal 110 al 90%, alla proroga della scadenza per le unifamiliari al 31 marzo 2023, passando per la limitazione della platea dei beneficiari con l’introduzione del “reddito familiare” e, infine, all’impossibilità della cessione del credito d’imposta».

«Come prevedibile queste modifiche, ed il blocco nella cessione dei crediti – ha aggiunto – hanno di molto rallentato l’utilizzo della detrazione fiscale. Come rilevano i dati  Enea al 31 dicembre 2022 a livello nazionale il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a oltre 62 miliardi di euro, dei quali 46,6 per lavori conclusi, ma ammontano ancora a svariati miliardi i crediti bloccati per le difficoltà legate alla cessione, e sono tantissimi i cantieri fermi, che non riescono a riprendere le attività. Che fine faranno queste migliaia di imprese il cui unico errore  è stato quello di fidarsi dello Stato? Che fine faranno tutti gli operai e le loro famiglie?».

«Tantissime imprese, strozzate da queste assurde pretese del sistema bancario e finanziario – ha proseguito –, non riescono più a stare nei costi e a garantire i lavori appaltati. È necessario e non più procrastinabile che si intervenga sollecitamente per rendere più agevole il meccanismo della cessione, ampliando il più possibile le possibilità di utilizzo dei crediti acquisiti, ma anche per frenare questa speculazione che equivale ad una sorta di tangente per le imprese disposte a rinunciare ad un fetta di fatturato pur di monetizzare crediti che altrimenti rimarrebbero nei cassetti e tutto ciò non potrà non avere una ricaduta importante sulla manodopera!».

«I dati Enea confermano che il Superbonus – ha detto ancora – è stato uno strumento utile nonché determinante non solo per il rilancio dell’edilizia, ma anche per il risparmio energetico, la sicurezza e il decoro del nostro patrimonio immobiliare. Ha dell’assurdo il fatto che una misura nata per migliorare la resa energetica degli edifici nel nostro Paese e per rilanciare il settore edile, sia ad oggi diventata un suicidio per  migliaia di imprenditori».

«Può definirsi civile un Paese che truffa gli imprenditori, soprattutto le piccole e medie imprese del settore? – ha chiesto –. Ciò che è incomprensibile è che si parla tanto di transizione energetica e, poi, fattivamente si ostacola un provvedimento necessario non solo per il rilancio del settore edile ma soprattutto per la riqualificazione del parco edilizio nazionale. Uno dei rischi sottesi a questa inversione di marcia, naturalmente, è quello di aprire la porta all’illegalità, ad una corsa al subappalto di lavori già subappaltati».

«Quella che si sta formalizzando è una scelta che finirà per fermare proprio quella rivoluzione green tanto voluta dall’Europa – ha concluso – a scapito delle piccole e medie imprese per favorire, invece, i general contractor e le grandi multinazionali. Ci domandiamo, e giriamo il nostro interrogativo a chi di competenza, se l’obiettivo sotteso a questi interventi possa essere quello di favorire i grandi gruppi». (rcz)

Senese (Fenealuil Calabria): Utilizzare i fondi del Pnrr per rigenerare la scuola calabrese

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «per la scuola in Calabria, per rilanciarla sotto il punto di vista infrastrutturale, per metterla in sicurezza, è di fondamentale importanza spendere bene e subito la grande mole di denaro pubblico che l’Europa ha messo a disposizione con il Pnrr».

«Il Capo della Protezione civile nazionale ha ragione: per la scuola serve una rinnovata attenzione, sono necessari nuovi finanziamenti. Come non essere d’accordo con Fabrizio Curcio, le sue sono parole sagge e condivisibili. Ma noi vogliamo dire di più» ha detto Senese, spiegando che quelli del Pnrr «sono stati indirizzati all’ammodernamento delle infrastrutture, per il potenziamento dell’offerta formativa dagli asili nido alle Università, per la strutturazione del tempo pieno, per la messa in funzione delle mense, per la costruzione di nuove palestre, per sciogliere questi nodi e provare a recuperare quell’odioso gap fra Nord e Sud del Paese e non sentir più parlare di autonomia differenziata e di disuguaglianze. Per rimettere in moto, cosa non di poco conto, la macchina produttiva del settore edile».

«Sono 481 milioni di euro – ha spiegato – rimanendo ancorati allo sviluppo del solo settore dei servizi all’istruzione, subito disponibili e spalmati su tutte le province calabresi, la maggior parte dei quali indirizzati a migliorare i servizi di educazione e cura della prima infanzia (255 milioni di euro); per l’estensione del tempo pieno e delle mense (17 milioni di euro); per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola (24 milioni di euro) e per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica (185 milioni di euro)».

«A sostegno di quanto stiamo dicendo, poi – ha proseguito – arriva un recente monitoraggio realizzato dalla Cassa depositi e prestiti i cui analisti, proprio per offrire un quadro di supporto all’impiego delle risorse del Pnrr, hanno classificato la situazione degli edifici scolastici nel paese attraverso 4 parametri: presenza di barriere architettoniche, mancanza di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici, assenza di impianti di riscaldamento e carenze nella progettazione antisismica. Ebbene, se su queste basi l’indice di carenza strutturale è in media in Italia dello 0,8, il dato cresce tantissimo in Calabria ed arriva all’1,5».

«Così come per il tempo pieno che se al Centro Nord è presente nel 60% delle scuole – ha continuato – vede precipitare questa percentuale al Sud al 18%. Un problema anche strutturale, se si pensa che per incrementare il tempo pieno occorre avere gli spazi in cui attivare il servizio mensa».

«Per questo siamo convinti, e chiediamo all’amministrazione pubblica regionale e locale – ha continuato Senese – di fare uno sforzo concreto in questa direzione, sia necessario – prima di parlare di altri finanziamenti che di certo non ci dispiacciono – mettere a terra quelli già esistenti e finalizzarli al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, al miglioramento della didattica digitale, alla messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, alla costruzione nuove mense e alla riqualificazione di quelle esistenti».

«Nella convinzione che – ha concluso – come sostenuto dal Capo della Protezione civile nazionale, “in tema di sicurezza delle scuole, c’è ancora molto, moltissimo da fare” e bisogna farlo con immediatezza partendo dal dato certo, ove questo fosse presente, in mano a chi gestisce la cosa pubblica in Calabria». (rcz)

Senese (Fenealuil): Istituire task force in Calabria per vincere sfida del Pnrr

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha ribadito la necessità di istituire in Calabria una task force «di progettisti e tecnici esperti in progettazione e rendicontazione da mettere a supporto degli enti locali ed aiutare gli stessi a vincere la sfida rappresentata dal corretto utilizzo dei fondi europei».

«Ai comuni – ha aggiunto – saranno destinate ingenti risorse e i capitoli sono tantissimi, dalla riqualificazione energetica, alla transizione ecologica, al dissesto idrogeologico fino all’edilizia scolastica».

«Solo in Calabria il Pnrr mette a disposizione del settore edile una cifra molto consistente – ha spiegato – attraverso la quale sostenere la rivoluzione verde e la transizione ecologica con un forte investimento nella riqualificazione e nella costruzione di beni immobili statali e nel rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus; senza contare le risorse messe a disposizione per l’inclusione e la coesione; per la salute, in particolare, per il rafforzamento della medicina territoriale e per le infrastrutture finalizzate ad una mobilità sostenibile».

«È una sfida da far tremare i polsi davanti alla quale, però – ha proseguito – la classe dirigente calabrese non può farsi trovare impreparata, non può chiudersi nel suo recinto di identità politica ma deve aprirsi al confronto e accogliere quelle idee, come potrebbero essere quelle da noi esplicitate, utili al cambiamento costruttivo del nostro territorio».

Senese, poi, ha ricordato come «il commissario UE Paolo Gentiloni ha invitato il governo a procedere rapidamente sulle sfide legate al Pnrr, perché altrimenti c’è il rischio di ritardi, e l’Unione europea non sarà benevola nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i tempi europei nella programmazione dei fondi perché non è nell’interesse comune».

«Sappiamo bene – ha evidenziato – che il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia e del mezzogiorno in particolare, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano su tutto il Paese. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che nei primi 100 giorni di governo darà priorità assoluta al caro energia e alla manovra ma noi diciamo che  tra queste priorità, non può non esserci il Pnrr».

«La coalizione di centro destra – ha detto ancora – parla da tempo di rinegoziazione del Pnrr ed astrattamente non ci sarebbe nulla di sbagliato. Il problema è come si rinegozia e come si vuole cambiare il Pnrr, perché su questo, ad oggi, nulla è dato sapere ed intanto il tempo scorre».

«Per rinegoziare efficacemente il Pnrr – ha sottolineato – ci vorrebbero capacità progettuali importanti e autorevolezza con Bruxelles, al fine di colmare gli attuali ritardi di attuazione, di velocizzare sull’utilizzo dei fondi europei  in modo da poter garantire la piena attuazione delle misure previste per il nostro Paese. Al 2021 avremmo dovuto spendere 15.4 miliardi, ma a marzo ne avevamo speso solo 5,1 e di questi 2 miliardi e mezzo sono andati all’Alta velocità che era già un progetto  già esistente prima del Pnrr».

«Ciò vuol dire – ha detto ancora – che molti soldi del Pnrr vanno a finanziare progetti che non sono quelli per il quale il Pnrr è stato messo a terra. Dobbiamo capire che i finanziamenti da soli non bastano. Serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Lo sviluppo economico delle regioni meridionali è fortemente condizionato da insufficienti infrastrutture e scarsa qualità dei servizi pubblici. E anche quando ci sono finanziamenti la situazione non migliora, in quanto per incapacità politiche e note difficoltà burocratiche i comuni del Mezzogiorno rimangono indietro aggravando il ritardo».

«Il metodo di allocazione dei finanziamenti Pnrr – ha concluso – è poi basato sulla competizione territoriale, che avvantaggia di fatto le più efficienti amministrazioni del Centro-Nord rispetto al sud e nel sud stesso ci sono regioni che hanno la meglio poiché amministrativamente più efficienti». (rcz)

Senese (Fenealuil): Sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune

La segretaria genereale della Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha ribadito che «la sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune. Serve l’impegno di tutti!».

Per Senese, infatti, «occorre un massiccio ricorso alla formazione, con un piano che preveda come punto di partenza di una nuova cultura del lavoro già dalla scuola dell’obbligo, offrendo alle ragazze ed ai ragazzi informazioni utili all’inserimento maturo e cosciente nel mondo del lavoro». 

«Non bisogna mai dimenticare, infatti – ha proseguito – che accanto all’aggiornamento professionale per gli operai e i tecnici, in una concezione di formazione continua, ogni Scuola edile svolge corsi di ingresso in cantiere, corsi per l’avviamento al lavoro, corsi per la sicurezza e formazione professionalizzante a carattere integrativo. Gli Enti scuola, poi, sono accreditati presso la Regione per la formazione professionale e per i servizi al lavoro. E, dunque, gli strumenti per una corretta formazione professionale ci sono ma vanno rigorosamente utilizzati».

«Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita – ha detto ancora Senese –. L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”

Queste le parole importanti e significative del Presidente della Repubblica in occasione della giornata nazionale delle vittime del lavoro che si uniscono al monito che come Uil facciamo da tanto tempo con la nostra campagna Zero morti sul lavoro».

«E come dice il nostro Segretario generale, Pierpaolo Bombardieri – ha ricordato – “non siamo disposti ad accettare una politica che ci dia semplicemente ragione. Noi vogliamo un impegno concreto a favore di un lavoro sicuro e dignitoso!”».

Poi, l’appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto: «affinché decida, rapidamente, viste le grandi risorse destinate alla formazione, di sostenere finanziariamente queste esperienze professionali e, così facendo, compartecipare ai costi della formazione e creare un nuovo bacino di operai altamente professionalizzati per riscrivere il presente ed il futuro di un settore, quello edile, che da sempre è stato motore dell’economia».

«Non può esserci – ha evidenziato – una vera ripresa senza una decisa inversione di rotta degli incidenti sul lavoro. La collaborazione tra tutti i soggetti che ruotano intorno al settore edile è essenziale se si vuole porre fine a questa strage umana».

«La sicurezza nei luoghi di lavoro è una battaglia di civiltà che riguarda tutti – ha ribadito –. Bisogna rafforzare l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale in grado di garantire crescita e sostenibilità fa da sfondo un lavoro regolare delle giuste tutele in termini di formazione salute e sicurezza per i lavoratori nonché la spinta alla consapevolezza che solo il mettersi in gioco all insegna della legalità e della correttezza può sancire un mercato del lavoro sano».

«Di conseguenza – ha concluso – l’applicazione del Ccnl, l’interlocuzione con le istituzioni di governo, la definizione dei perimetri di attività degli enti bilaterali, che sono il fiore all occhiello del nostro settore edile, l’incremento delle visite dell’ispettorato del lavoro, nonché del nucleo ispettivo dei carabinieri e delle Asl sono tutti fattori determinati per porre fine a questa lunga tragedia umana». (rcz)

FenealUil Calabria: Maggioranza parlamentare non disperda provvidenze del Superbonus

La segretaria generale della Feenaluil CalabriaMaria Elena Senese, ha lanciato un appello alla maggioranza parlamentare affinché «non disperda le provvidenze del superbonus. Quanto fatto dal Governo uscente, racchiuso nell’emendamento al decreto legge Aiuti bis, è sicuramente un buon risultato che scongiura, almeno per il momento, il fallimento di centinaia di aziende calabresi».

«Il superbonus non va demonizzato ma corretto – ha ribadito – ne vanno corrette le storture al fine di migliorare la qualità del nostro patrimonio edilizio e creare occupazione. Appare chiaro, intanto, l’impellente necessità di porre un freno immediato alla crescita esponenziale dei costi delle materie prime e, in seconda istanza, pensare a rendere strutturale questo intervento almeno fino al 2026 dando certezza alle imprese, agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini e, poi, prevedere l’attuazione di un dècalage del massimale detraibile legato a criteri soggettivi del contribuente».

«Non si può rinunciare a un provvedimento – ha proseguito – che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia».

«A chi, da pochi giorni, ha sulle proprie spalle la responsabilità politica della Nazione, ma anche a coloro che gestiscono la cosa pubblica in Calabria – ha detto ancora – diciamo che se non si interviene subito assisteremo al blocco generalizzato dei cantieri, tanto delle opere private che soprattutto delle opere pubbliche. Il rischio concreto è quello di impedire ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza di dispiegare i propri effetti benefici sull’economia nazionale e, soprattutto, regionale».

«Lo ribadiamo, con rafforzata convinzione – ha concluso – ancora una volta: bloccare questo strumento che, in questi ultimi anni, ha creato nuova occupazione, rappresentato una boccata d’ossigeno per il Prodotto interno lordo nazionale e regionale e che, in prospettiva, rappresenta una misura concreta per perseguire l’obiettivo della transizione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio calabrese, sarebbe una mossa azzardata». (rcz)

 

Fenealuil Calabria: Il Superbonus una truffa ai danni delle imprese

È molto dura la segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese che ha definito il Superbonus, a due anni dalla nascita, «con un escalation normativa preoccupante, stiamo registrando, ad oggi, solo una sorprendente truffa perpetrata dallo Stato ai danni di imprese, professionisti ed operai».

«Problemi a conoscenza di tutti – ha detto – ma che ad oggi nessuno è riuscito a risolvere. Non può lo Stato continuare ad esser sordo davanti alle istanze rappresentate dal mondo edile, finendo così per penalizzare le imprese sane e strutturate che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, al vertiginoso rincaro delle materie prime, all’aumento incontrollato del prezzo dell’energia. Aumento peraltro sul quale non vi è stato alcun controllo da parte dello Stato! Una speculazione senza eguali, perpetrata davanti agli occhi indifferenti della politica!».

«Ora il rischio paventato alcuni mesi addietro – ha spiegato – sta diventando realtà: lo spettro della crisi del settore non è più dietro l’angolo ma davanti agli occhi inermi degli imprenditori. Davanti alla grave situazione prospettata o lo Stato interviene con estrema sollecitudine oppure il settore è destinato ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile. Sono necessari correttivi immediati. In primis è necessario rendere strutturali i bonus edilizi e non più misure legate  al tempo, stante l’interesse superiore quale quello della riqualificazione energetica e della transizione ecologica».

«Serve intervenire tempestivamente – ha proseguito – per evitare il fallimento di migliaia di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese. È necessario rivedere prontamente il meccanismo della responsabilità solidale che di fatto impedisce a nuovi acquirenti di accedere al credito. Non  c’è ragione per mantenere l’estensione del principio della responsabilità solidale anche ai successivi acquirenti bloccando di fatto il meccanismo della cessione del credito. Occorre ampliare la capacità di acquisto da parte degli istituti di credito che hanno in pancia grandi liquidità mentre le imprese sono in enorme sofferenza».

«Le frodi non si combattono certo facendo fallire le imprese e spingendo le stesse a licenziare tanta povera gente! – ha evidenziato –. La FenealUil ha più volte segnalato che bisognava regolamentare e normare esclusivamente i bonus facciate  perché li si insediavano le frodi ai danni dello Stato. Il Superbonus non è mai stato tra questi in quanto sufficientemente regolamentato dall’inizio».

«Occorre, ancora – ha rilevato – un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nel primo semestre 2022 ad oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver esaurito il plafond delle compensazioni. Bisognerebbe, quindi, introdurre un intervento di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento».

«Non è accettabile, infine – ha concluso – che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori». (rcz)

Fenealuil Calabria: Siano portati avanti progetti professionalizzanti per il settore edile

La segretaria generale della Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha detto che «il bando per i lavoratori svantaggiati che la Regione Calabria ha promosso, per un importo finanziario di 35 milioni di euro, attraverso il programma “Gol” è una iniziativa lodevole, soprattutto, per i soggetti cui si rivolge».

Tuttavia, per la segretaria generale, «questa idea sarebbe perfetta se, vista la grande disponibilità di risorse economiche destinate alla formazione cui l’amministrazione regionale può godere, chi gestisce la cosa pubblica calabrese scegliesse, facendo cosa utile, di portare avanti dei progetti professionalizzanti destinati al settore edile sfruttando le capacità e la conoscenza del settore che sono insiti negli Enti bilaterali: enti in grado di fornire formazione costante ed aggiornata per il settore di competenza».

«Le richieste di formazione nel settore edile sono tantissime – ha rimarcato –. L’evoluzione tecnologica applicata al settore delle costruzioni ha aperto nuovi spazi professionali che, però, nella nostra regione ancora stentano a caratterizzarsi. Solo per fare qualche esempio, mettendo da parte ogni tipo di autoreferenzialità, si potrebbe pensare a  corsi per construction manager, ovvero tecnico specializzato nella progettazione esecutiva del sistema involucro-impianti o nella gestione del cantiere edile».

«O ancora: corsi per operatore edile per la realizzazione di opere in calcestruzzo armato, murarie, impermeabilizzazione, rivestimento ed intonaco. Ma non solo – ha proseguito – Ampi spazi di manovra, come dicevamo, viene offerta dall’avanzare della tecnologia applicata ai cantieri edili. E, così, anche in Calabria se la Regione decidesse di indirizzare una parte dei finanziamenti previsti nel campo della formazione alla crescita di uno dei settori trainanti dell’economia regionale, si potrebbe pensare di avviare, sempre con la fattiva collaborazione degli Enti bilaterali, in quanto enti accreditati alla Regione, corsi di fotogrammetria e termografia con l’uso del drone a supporto dei processi bim e sempre nel campo del Building information modeling, infine, prospettare la realizzazione di corsi professionalizzanti per gestire la rivoluzione digitale nel settore delle costruzioni».

«Formare lavoratori preparati alle moderne sfide del settore edile – ha concluso – è l’unica soluzione per non perdere l’occasione riservata alla Calabria dal Pnrr e per frenare l’emorragia di morti sul lavoro che sta segnando il futuro del nostro Paese». (rcz)