Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino, ha reso noto che la Guardia Costiera di Maratea ha rimosso, dai fondali antistanti l’isola di Dino, ben 39 massi di cemento di varie dimensioni posizionati abusivamente ed utilizzati come “corpi morti” per l’ormeggio delle imbarcazioni.
«Inoltre – si legge nella nota – sono stati rimossi una decina di pneumatici, circa 200 metri di cime e cavi di grosse dimensioni con relative boe e gavitelli di ancoraggio, una batteria e tanto altro materiale inerte. Inoltre i subacquei della Guardia Costiera hanno effettuato una ricognizione dei fondali nello specchio di mare in località Porto Rifugio antistante la Torre Crawford già da tempo oggetto di attenzione e segnalazione da parte di Italia Nostra di cui parleremo a parte».
«Italia Nostra – continua la nota – riconferma l’apprezzamento dell’intervento della Guardia Costiera di Maratea già manifestato direttamente e formalmente con il documento del 15 marzo 2022 e l’invio di un’ampia documentazione fotografica dei fondali, non solo perché la bonifica dei Fondali dell’Isola Dino corrisponde ad una battaglia storica di Italia Nostra iniziata precisamente il 13 novembre 2015, ma anche perché dopo l’intervento diretto della nostra Associazione nella pulizia dei fondali svoltosi per oltre 15 giorni nell’ottobre del 2019 e la nostra richiesta pressante di proseguire tale attività di bonifica anche con la rimozione dei massi di cemento utilizzati come ancoraggio delle imbarcazioni che costituivano una minaccia per la Posidonia Oceanica, l’unico soggetto pubblico che ha manifestato interesse e che ha ritenuto di intervenire nell’ambito del programma di tutela dell’ambiente marini e costiero è stata appunto la Guardia Costiera di Maratea che nuovamente ringraziamo».
«Ci auguriamo ora – conclude la nota – non solo che l’attività di bonifica iniziata nel 2021 proseguirà fino al suo completamento, se non avvenuto come crediamo, ma che soprattutto vengano acquisiti i risultati ottenuti e prevenute, con gli appropriati controlli soprattutto delle autorità locali, attività illecite finalizzate al posizionamento abusivo di altri apparati di ancoraggio con corpi morti cementizi che deturpano il panorama marino e gli habitat presenti». (rcs)