Cosenza è l’unica città del meridione – e quarta – a posizionarsi tra le dieci città più virtuose, a livello ambientale, nel Rapporto Ecosistema Urbano 2021 realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, con un punteggio pari a 74,21%.
Il report, pubblicato sul Sole 24 Ore di oggi, prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città: a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione.
La città bruzia, infatti, è preceduta soltanto da Treno (84,71%), Reggio Emilia (77,89%) e Mantova (75,14%), ed è stata definita «la vera sorpresa di questa edizione di Ecosistema Urbano», in quanto, rispetto all’anno scorso, è riuscita a migliorasi, «confermando una buona qualità dell’aria in tutti gli indici esaminati, «diminuendo i consumi e anche le perdite della rete idrica (che dal 29,3% di acqua dispersa scendono a 22,6% quest’anno), migliorando, come fanno in molti però probabilmente per effetto della pandemia, anche nella produzione procapite di rifiuti (passa di 422 kg/ab anno della passata edizione agli attuali 419)».
«Peggiora nella percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato scendendo dal 62% della passata edizione all’attuale 59,5%. Cosenza migliora però anche nell’indice dedicato all’uso efficiente del suolo, dove sale dal 7 su 10 della passata edizione al 7,5 su 10 di quest’anno, ma il miglioramento più evidente Cosenza lo fa segnare nell’indice sintetico dedicato alle infrastrutture per la ciclabilità dove passa dai 10,10 metri equivalenti ogni 100 abitanti dello scorso anno agli attuali 24,65 che la fanno salire al nono posto assoluto in questo indice» si legge nel rapporto.
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, Reggio Calabria rientra tra le quattro città al di sotto di quota 400 kg/abitante all’anno, insieme ad Avellino, Enna e Potenza. Crotone, invece, insieme a L’Aquila e Catania, si confermano, ancora, le uniche tre città con valori inferiori al 15% per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani.
Vibo Valentia, invece, fa parte di quelle città che superano i 40 alberi/100 abitanti, insieme a Brescia, Cuneo, Modena, Reggio Emilia, Trieste e Torino. La città del Tirreno, infatti, secondo quanto riportato dal Rapporto Ecosistema, ha 59 alberi in città per ogni 100 abitanti, mentre Cosenza si ferma a 36, Reggio Calabria 6 e Crotone 13.
«Ecosistema Urbano fotografa un Paese in buona misura fermo, che torna addirittura indietro su alcuni indicatori ambientali: già nello scenario pre-pandemico, il rapporto descriveva capoluoghi che faticavano a decollare nelle politiche di sostenibilità, contribuendo a conflitti con l’Europa e a procedure d’infrazione, come per la depurazione delle acque o la qualità dell’aria. Il periodo pandemico, al netto di alcuni miglioramenti, ha complicato le cose – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani –. Ora, però, nell’ambito del Pnrr si apre una possibilità per invertire la rotta: sono i bandi pubblicati dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare alla differenziata e alla costruzione di impianti di riciclo, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque».
«Essenziale – ha aggiunto – sarà la capacità degli uffici tecnici delle città di sottoporre progetti adeguati che rispettino i criteri ambientali stringenti imposti dall’UE, ma anche un loro affiancamento da parte di strutture tecniche pubbliche centrali, per sopperire alla carenza cronica di personale e competenze delle amministrazioni locali».
«Ancora una volta le nostre analisi confermano che, anche in un’annata particolarmente difficile come quella evidenziata dai numeri, l’Italia del buon ecosistema urbano è quel Paese che riesce a pianificare e a spendere bene le proprie risorse. Evolvendosi pur in mancanza di risposte o di indirizzi nazionali chiari, come dimostrano le buone pratiche inserite nel rapporto, esempi positivi che raccontano sprazzi di dinamicità e di progettualità notevoli» ha dichiarato Mirko Laurenti, responsabile del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente.
«Per uscire davvero dall’emergenza urbana – ha concluso – serve però una strategia nazionale che sostenga e finanzi le buone scelte per rendere le nostre città più vivibili e adattabili alle necessità dell’ambiente e dei cittadini. In tal senso, un utilizzo oculato del PNRR a partire dalle città, puntando sul buon lavoro dei Sindaci, può essere un’opportunità concreta di rilancio per l’intero Paese, con meno auto e mezzi meno inquinanti, più infrastrutture intelligenti e ultra-connesse». (rrm)