Domani pomeriggio, a Reggio, alle 17, nell’Aula Magna dell’Università Telematica Pegaso, si terrà il Congresso sezionale della nascente Anpi Nilde Iotti.
«Il congresso di una nuova sezione Anpi, intitolata ad una donna partigiana, (componente dell’Assemblea Costituente, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della camera dei deputati e con altri e fondamentali ruoli nella difesa dei diritti delle donne e dei diritti civili in genere) – si legge in una nota di Patrizia Gambardella, referente della sezione Anpi – sarà l’occasione per dare avvio ad una nuova fase di difesa e promozione dei valori di Libertà, Eguaglianza, Democrazia, Solidarietà e Pace; pilastri della Resistenza e, successivamente, della nostra stessa Costituzione».
«Ideali ispiratori dell’Anpi e quindi di tutte quelle forze democratiche – continua la nota – che hanno partecipato alla Resistenza ed alla Liberazione dal nazifascismo; ideali di portata universale non relegabili ad un preciso momento storico che meritano, piuttosto, d’essere tradotti nei nuovi linguaggi dei tempi contemporanei che registrano preoccupanti spinte reazionarie, autoritarie e antidemocratiche obbligandoci (moralmente e culturalmente) a nuove forme di “partigianeria” che interpretino quei valori in senso attuale».
«La costituzione di una nuova sezione Anpi, quindi – viene ribadito – non è l’inaugurazione di un “museo della memoria” per orfani di un sentimento politico; è, di fatto, un laboratorio di confronto di ogni soggetto antifascista che mira a divenire presidio di democrazia sul territorio, nelle scuole, nella società civile e presso le Istituzioni; un filtro che rilevi e contrasti le nuove e mascherate forme di “fascismo” oggi sdoganate con suggestive ed apparentemente “innocue” espressioni come “premierato” , “sovranismo” ecc..».
«La consapevolezza forte del fatto che nessuna conquista – conclude la nota – è permanente ci ricorda che i padri costituenti fissarono bene il concetto, reduci dalle sofferenze del ventennio, che la democrazia va praticata e difesa da attori protagonisti e non da spettatori. Ogni qualvolta si abbassa la guardia riemergono i mostri e le ombre della sopraffazione, della violenza e delle forme di governo liberticide che, nel nome della “sicurezza”, vorrebbero accentrare i poteri riducendo la sovranità popolare ed i diritti individuali. Essere partigiani, oggi come ieri, significa “prender parte” vincendo quell’ignavia e quella “indifferenza” che Gramsci condannò con estrema puntualità ideale ed etica». (rrc)